Il 16 luglio, presso la sala conferenze del Museo Egizio di Torino, si è tenuta una conferenza stampa di presentazione dell’analisi d’impatto economico del Museo sul territorio.

Il lavoro, sviluppato in collaborazione con la Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura – fondazione attiva su progetti di ricerca, valutazione e trasferimento delle conoscenze – ha permesso di valutare l’impatto economico del Museo e quello socio- culturale del progetto “Museo Egizio A/R », una proposta didattica innovativa per le scuole della cintura esterna della provincia di Torino.

I dati

L’indagine si sviluppa a partire da una raccolta dati che si è svolta tra luglio e ottobre 2023 e dall’analisi del bilancio 2022 del Museo Egizio di Torino. Il lavoro di ricerca quantifica in oltre 412 milioni l’impatto economico generato dal Museo sul territorio della Città Metropolitana di Torino. La cifra che emerge risulta più che raddoppiata rispetto alla precedente indagine condotta nel 2017 dove erano stati calcolati 187 milioni.

La stima totale della spesa diretta attribuibile all’Egizio è di 195,5 milioni di euro, cifra calcolata sommando le spese dirette del Museo (in beni, servizi e stipendi) e le spese dirette dei visitatori a cui vanno a sommarsi gli importi di impatto indiretto e indotto (81 milioni nel 2017).

I visitatori del Museo Egizio sono quasi raddoppiati (dai 567 688 del 2014 a 1 milione 61 mila nel 2023).  Tra i rispondenti all’indagine, appartengono in prevalenza al genere femminile tra i 35 e i 64 anni (57,6%). I giovani, tra i 18 e i 34 anni, rappresentano invece solamente il 15% dei rispondenti. Quest’ultimo dato risulta essere in controtendenza rispetto alle informazioni sul consumo di altri musei statali che mostra una quota superiore di giovani ai musei, soprattutto rispetto alle categorie di visitatori più anziani (over 65).

L’indagine sul pubblico del Museo mostra, relativamente alla provenienza dei visitatori, una sostanziale stabilità rispetto al 2017, con la maggioranza di visitatori non residenti a Torino o nel territorio della Città Metropolitana, ma in Italia (58%), in un altro paese europeo (16%), o in un paese extraeuropeo (5%).

Il restante 21% si divide tra i visitatori provenienti dal Piemonte (5%) e da Torino (16%). L’unico scostamento evidente rilevato rispetto alla precedente valutazione del 2017 riguarda i visitatori europei, aumentati dal 10% al 16%. La rilevazione dell’indagine per le parti non italiane è comunque generica e non consente di capire chi viene dagli spazi di prossimità, né per singolo Paese (ad esempio da Francia e Svizzera).

Tra il 2017 e il 2023 la variazione in aumento dei visitatori più significativa viene dai Paesi europei con un +16%

Dal punto di vista del titolo di studio, si registra un notevole sbilanciamento relativo a gradi d’istruzione più alti con quasi la metà dei rispondenti laureati. Risultano invece meno rappresentate le categorie di visitatori con qualifica professionale o di licenza media.

Il successo del Museo Egizio di Torino

Riconosciuto come una delle principali istituzioni culturali e scientifiche nell’ambito delle antichità egizie al di fuori di tale civiltà, nel 2022 l’Egizio ha registrato il 22% del pubblico totale dei musei della città piemontese.

Il Museo Egizio di Torino è il secondo per importanza nel mondo, dopo il Museo del Cairo, che custodisce anche i tesori di Tutankhamon, e davanti al British Museum a Londra, che ospita anche la Stele di Rosetta e i resti di Karnak, al Louvre a Parigi e alla sua galleria delle antichità egizie, al museo egizio di Berlino e a quello di Monaco di Baviera.

Il 19% dei turisti ha dichiarato di essere a Torino appositamente per visitare il Museo Egizio. Il Direttore del Museo Christian Greco ha infine ricordato che il bilancio di esercizio del 2023 si è chiuso con oltre 17 milioni di euro e che i dipendenti sono passati dai 13 del 2015 agli attuali 75.

LEGGI ANCHE: Perché bisogna visitare il Musée Savoisien di Chambéry

Classe 1990 nato ad Aosta. Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Studia presso l'Université Paris Descartes di Parigi per il programma Erasmus e l'Université Catholique de Louvain a Bruxelles dove consegue un master in studi europei. Ha collaborato con diverse riviste specializzate sul tema della geopolitica. Scrive per Nos Alpes da gennaio 2024

Exit mobile version