Il 16 luglio, la Regione Piemonte ha avviato l’iter per l’aggiornamento del suo Piano di qualità dell’aria.

La Regione Piemonte a predisposto il documento con il supporto tecnico-scientifico di Arpa e del tavolo per la qualità dell’aria. Istituito il 28 settembre dalla Regione Piemonte, è coordinato da Ires Piemonte (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali), e vi hanno partecipato esperti e le varie direzioni regionali interessate, dall’ambiente ai trasporti e all’agricoltura, nonché il Politecnico di Torino, le Province e la Città metropolitana di Torino.

Alla prima osservazione, oltre la comunicazione ufficiale, si nota un Piano allineato alle leggi e agli obiettivi nazionali, che si propone di attuare. Emergono comunque alcune specificità che riguardano il territorio, per esempio sul trasporto su ferro o sul riscaldamento a legna.

Il Piano ha una dotazione finanziaria di circa 4 miliardi di euro – che vengono pin grande prevalenza da leggi nazionali e da fondi europei, compreso il NextGeEU, in italia con il PNRR). Il suo periodo di attuazione arriverà fino al 2030. In particolare, 2,9 miliardi sono destinati alla mobilità e ai trasporti, 421 milioni per l’energia, 153 milioni per le attività produttive e 334 milioni per l’agricoltura.

Per ogni settore il Piano prevede misure con l’obiettivo di riduzione di emissioni con delle tappe al 2025 e al 2030, in linea con i programmi nazionali ed europei. Un Osservatorio assicurerà il monitoraggio e dovrebbe facilitare la partecipazione dei cittadini sui temi del cambiamento climatico e della qualità dell’aria. Nel Piano non si sviluppa tuttavia un calendario né un processo organizzativo dettagliato come avviene in altri Paesi sulla concertazione con i cittadini,

Le misure

Il piano si colloca nell’ambito delle normative nazionali e degli accordi interregionali del Bacino padano. In questo ambito, per esempio sono previste le limitazioni per i veicoli Diesel Euro 5 dal 1° ottobre 2025 nei comuni con una popolazione superiore ai 30 000 abitanti non potranno circolare, dunque Torino compresa.

Nell’ambito della mobilità, a leggere il Piano di dettaglio, si trovano riunite le misure che il governo regionale sta sviluppando, tra cui il rafforzamento del trasporto passeggeri su ferro (per esempio con la riapertura di alcune linee ferroviarie locali, come la Ceva-Ormea) e interventi applicativi sull’uso del Servizio Ferroviario Metropolitano (Sfm) di Torino.

La sostituzione dei mezzi di trasporto urbani, la cui flotta è oggi a prevalenza a gasolio, si svolgerà in progressione, con propulsione a metano, a idrogeno o elettrica, senza ancora delle previsioni quantitative delel differenti modalità. Le scelte tecnologiche infatti di origine statale e non regionale piemontese, e si leggono nel Piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile (PSNMS), che è attualmente in fase di revisione. Nel piano piemontese si legge infatti anche la promozione dei biodiesel nell’ambito del trasporto pubblico, in linea con gli orientamenti del governo nazionale.

Le sostituzioni dei mezzi pubblici e il riscaldamento

Riguardo alle sostituzioni, si tratta per il Piemonte in particolare di 700 mezzi nuovi (di cui 300 già entrati in servizio), e di ulteriori 270-300 nel periodo 2025-2033. Il processo si inquadra nel programma nazionale che lo finanzia, in cui la Regione svolge la funzione di semplice soggetto attuatore.

Il Piano cita anche iniziative per nuove aree pedonali e interventi di forestazione urbana. Sempre sulla base delle linee guida nazionali, vi saranno esercizi per l’uso dell’intelligenza artificiale per la gestione del traffico e dei semafori.

Riguardo ai sistemi di riscaldamento il Piano prevede l’incentivazione alla sostituzione di vecchie stufe con impianti a legna (biomasse) di nuova generazione (come avviene in Francia, per esempio in Vallée de l’Arve) offrendo contributi per la manutenzione e promuovendo la diffusione di buone pratiche nell’uso. Il Piano, infine, promuove e incentiva l’efficienza energetica nelle attività produttive con l’obiettivo di ridurre le emissioni in atmosfera attraverso processi meno inquinanti, processi di economia circolare e decarbonizzazione anche nelle attività agricole.

Il Consiglio regionale del Piemonte dovrà approvare il Piano per la qualità dell’aria

Il Piano ha già avuto un primo passaggio in Giunta regionale a metà giugno. Adesso ci saranno 45 giorni di attesa per la valutazione ambientale strategica (Vas) – durante i quali il documento potrà essere esaminato e oggetto di osservazioni e contributi da parte dei soggetti interessati – prima di essere nuovamente adottato dalla Giunta e approvato dal Consiglio regionale.

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