Il castello di Grandson è una visita piacevole ed è una scoperta interessante sia per l’edificio sia per il contesto. Si trova sul lago di Neuchâtel, a poca distanza da Yverdon-les-Bains a sua volta a una ventina di muniti e a circa 35 chilometri da Losanna.

È una buona destinazione per un fine settimana per savoiardi, valdostani e canavesani, anche per approfittare delle terme di Yverdon e dei luoghi d’incanto che ci sono intorno.

Il castello di Grandson, fin dove sono arrivati i Savoia

Sono terre che i Savoia hanno perso abbastanza presto, quando non c’era ancora un principio di stato nazionale ma piuttosto una gestione di poteri medievali e famigliari. Tutto il lago di Neuchâtel è segnato da questa presenza, per esempio a Estavayer, di cui abbiamo parlato su queste pagine.

La visita del castello si può fare anche senza saperne nulla, perché offre caratteri emozionali. Attualmente è in restauro, e i lavori finiranno probabilmente nel 2026. Le visite interne sono guidate, ma si può accedere più o meno liberamente a un percorso esterno e in parte interno che comunque è di valore e interesse.

I Savoia sono passati di qui perché in relazione gerarchica medievale, in particolare con la famiglia dei conti di Grandson, di cui Ottone I partecipò l’ottava Crociata.

Ottone III mori invece in duello, nel 1378, senza eredi, e così il castello passò ai Savoia, che sarebbero poi stati retti, dopo qualche anno e superata la giovinezza, da Amedeo VIII. Il castello passò poi ai signori di Chalon fino alle guerre di Borgogna.

Nel 1475 infatti i confederati cacciarono tutti i nobili, conquistando Grandson e appunto a Estavayer il castello di Chenaux, anch’esso dei Savoia (e di Umberto figlio naturale di Amedeo VII).

Nel 1476 Carlo I di Borgogna, detto il Temerario, alleato dei Savoia, tentò di riprendere il Pays de Vaud. Perse la battaglia del 2 marzo 1476, poi fu nuovamente sconfitto a Norat ed è infine fu ucciso a Nancy nel 1477.

Per dirla in altre parole, Grandson, come Estavayer, sono ormai parte della nascente Svizzera federale, e i Savoia restano nel loro territorio transalpino, pur con qualche importante territorio nel Valais e nel ginevrino, e fino alle riforme.

Il Castello di Grandson visto dal lago – Le Château de_Grandson vu par le lac (CC BY-SA)

Cosa si vede del castello di Grandson

Ci sono tre cose da fare al castello: intanto entrare nella corte, che conserva una magnifica atmosfera medievale, che fa pensare a come doveva essere la vita di allora e come figurasse imponente la parete interna, simbolo anch’essa di potere e di forza militare.

Si riesce tra l’altro a transitare in alto lungo il percorso di cinta, che passa dentro alcune torri. Se si viene ammessi, e non sono in corso restauri, si potranno notare manufatti molto antichi insieme a interventi di consolidamento recenti, fino alla piastrella. Il lavoro di recupero è quindi molto, e ben raccontato dai documenti pubblici di programmazione degli interventi, in pubblica lettura.

L’altra attività senz’altro da svolgere è la visita del piccolo parco. Oltre all’ambiente calmo e veramente svizzero-alpino, si potrà notare come il castello fosse costruito in passato su quel versante in modo da essere protetto militarmente dal lago.

La correzione delle acque del Giura, che ha coinvolto appunto i laghi, e in particolare quello di Neuchâtel e quello di Bienne, ha visto abbassare il loro livello di due metri e mezzo. Il risultato è che ora accanto al castello passa la linea ferroviaria, e sotto un contrafforte. Si è creata inoltre una parte piana, in cui, prima dell’acqua, si affacciamo alcune fortunate abitazioni.

Infine, vale la pena fermarsi al bar accanto alle mura per un caffè, un te o un qualsiasi confortevole liquido ingeribile. È un posto tranquillo, con conversazioni sottovoce dall’accento locale e qualche parola internazionale, libri in lettura, colori tenui e una vetrata sull’accesso al Castello.

Il borgo di Grandson

Grandson è classificato come uno dei più bei villaggi svizzeri, e il municipio offre informazioni e visite guidate al proprio patrimonio.

La piccola passeggiata al vecchio borgo consente di ritrovare un po’ di atmosfera locale, tra attività agricole e vita di tutti i giorni, inquadrata nell’urbanistica antica. Si noterà che nell’Ottocento la rue Basse è stata ampliata e la parte anteriore delle case è stata ridotta e demolita, con la ricostruzione delle facciate.

E poi le auto di Franco Sbarro

Per saltare di palo in frasca, Grandson ospita anche i laboratori di Franco Sbarro. Gli appassionati di auto lo conoscono perché ha realizzato diversi prototipi e adattamenti riusciti di grandi auto, la Mercedes 4 porte Papillon, La Mandarine, l’Alcad’or, Issima.

Da Franco Sbarro vengono una scuola di formazione di design e progettazione, l’Espace Sbarro, e altre sedi produttive, a Neuchâtel e dal 2007 a Montbéliard, nel Doubs francese, che si trova a un paio di ore da Grandson, dopo aver percorso varie curve giurassiane.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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