Questa domenica illuminata dal piacevole tepore della fine di luglio è per la nostra rubrica “Nos Alpes, Nos Livres” l’occasione di fare un salto indietro alla metà del secolo passato per raccontare di Cesare Ottin Pecchio. Più nel dettaglio, il libro sul quale vogliamo porre attenzione è il suo “I samaritani della roccia e altri racconti”, tra le pagine del quale egli narrava di una serie di episodi di salvataggio alpino tanto lieta quanto a tratti tragica.

Ma procediamo con doveroso ordine.

Cesare Ottin Pecchio nasce il 5 luglio del 1926 a Cuorgnè, in provincia di Torino. Grande alpinista del suo tempo, egli è tuttavia stato costretto a rinunciare alla sua più grande passione e a interrompere le sue ascensioni a causa di una malattia. Dopo oltre 25 anni a combatterla senza darsi tregua o pace, egli è deceduto nella sua stessa città natia l’11 febbraio del 1973 a soli 47 anni di età.

Proprio tale spirito di diniego e tale senso del sacrificio emergono tra le pagine dei suoi volumi, tra cui “La lunga strada agli Ottomila” (Priuli & Verlucca) e “Les neiges d’antan” (Priuli & Verlucca). È un alpinismo interiore e per certi versi intimo, intriso di una nostalgia tanto disperata quanto rassegnata per ciò che è sempre stato a portata di scarponi ma che visto dalle grandi vetrate di un ospedale pare più lontano che mai.

Oltre a essere uno dei libri gioiello della carriera di Cesare Ottin Pecchio, “I samaritani della roccia e altri racconti” di fatto sancisce la creazione della casa editrice piemontese Priuli & Verlucca. L’edizione in vendita sin dal 2011 sia nelle principali librerie sia sul sito web al prezzo di 9,90 euro rappresenta una riproposizione con revisione della prima pubblicazione datata 1971.

Dopo la prefazione dello scrittore, giornalista e alpinista torinese Enrico Camanni, il lettore viene catapultato in una sequela di capitoli ciascuno dei quali focalizzato su di un momento di soccorso alpino eroico. Dall’Aiguille Noire de Peuterey (Massiccio del Monte Bianco) al Mont Blanc du Tacul (Massiccio del Monte Bianco), da Punta Pergameni (Gran Paradiso) all’Aiguille de la Brenva (Massiccio del Monte Bianco), dal Monte Cervino allo stesso Monte Bianco. Ognuna delle vicende tiene in conto le difficoltà intrinseche che connotano il recupero in alta quota tra gli Anni Trenta e gli Anni Cinquanta, quando ancora non esistono enti strutturati a esso preposti.

La riedizione del volume di Cesare Ottin Pecchio contiene peraltro brevi novelle e semplici notazioni del suo autore. Esse prendono i titoli di “Una spedizione memorabile”, “Quattro stelle nel cielo”, “Gaspare”, “Prima che il giorno nasca” e “Ultimo viaggio”.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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