Una narrazione alternativa dei giganti bianchi alpini ma anche un invito al lettore a cercare le montagne storie e sentieri meno battuti: Marco Albino Ferrari svela angoli nascosti e racconti insoliti delle “Alpi segrete”. Dalla riscoperta di piccoli villaggi prossimi alla scomparsa alla rivitalizzazione di dialetti ancora parlati dai più anziani, dalle parrocchie impreziosite da affreschi rinascimentali alle guide alpine e agli alpinisti che in ogni epoca hanno sfidato la vetta.

Le “Alpi segrete” di Marco Albino Ferrari

La resa scritta di Marco Albino Ferrari, giornalista e sceneggiatore di origine milanese, si contraddistingue per una voluta assenza di retorica e cliché e l’anteposizione invece di autenticità e atipicità. Il tutto poiché nella sua idea tali spazi di montagna a tratti famigliari e a tratti ostici rifuggono alle forme di turismo più convenzionali e restano per contro invisibili ma culturalmente ricchi ed emblematici.

Il volume oscilla nella descrizione di un paesaggio fatto di alte cime e profonde valli, folti boschi e tradizionali pascoli, dalle Dolomiti alle Alpi Giulie attraversando tutta la catena per il suo versante italiano. Edito nel 2011 da Laterza per la collana “Economica”, è acquistabile sul sito web della casa al prezzo di 11,00 euro per la versione cartacea e di 8,99 euro per la versione digitale.

L’ispirazione personale

Nella premessa del suo “Alpi segrete”, Marco Albino Ferrari ricostruisce brevemente un episodio personale per lui estremamente significativo poiché alle prime origini del libro stesso.

Nella tarda primavera del 1993 egli è intento a passeggiare lasciandosi incantare dal paesaggio della Val Ferret, a pochi chilometri da Courmayeur (Valle d’Aosta). Egli non è solo ma accompagnato dall’allora direttrice della rivista inglese “Outdoor” Laura McCaffrey.

Con un tipico accento inglese e i modi naturalmente misurati, la donna gli chiede perché gli italiani abbiano a suo parere mostrato un ritardo rispetto a francesi e inglesi nella conquista delle Alpi. È l’innesco di una profonda riflessione: come mai la cultura della montagna rimane riservata a pochi appassionati su di una Penisola il cui territorio è per il 54% montuoso?

Le Alpi raccontate da un appassionato

Marco Albino Ferrari nasce a Milano nel 1965 e dedica larga parte della sua carriera di giornalista e scrittore alla narrazione di storie e vicende di montagna. Fondatore e direttore della rivista “Meridiani Montagne”, egli ha realizzato reportage e documentari collaborando con testate importanti quali “Panorama” e “Alpcome”, per poi dirigere collane dedicate per il “Corriere della sera” e l’Editore Hoepli.

Anche il suo percorso da sceneggiatore lo conduce a portare in scena monologhi come “La neve delle rondini, focalizzato sull’evoluzione turistica delle Alpi, e “Frêney 1961”, incentrato invece sulla sfida dell’ascesa sul pilone centrale del Monte Bianco. In parallelo, egli ricopre ruoli di rilievo nel Club Alpino Italiano sino a divenire socio onorario del Club Alpino Accademico Italiano, sezione che riunisce sportivi che abbiano ottenuto meriti speciali senza aiuto di guide.

Il percorso letterario dell’autore è ugualmente segnato da opere significative, tra cui “Segni sul calcare” (1994), “Il vuoto alle spalle” (2002), “In viaggio sulle Alpi” (2009) ma anche “Le prime albe del mondo” (2014) e “Il sentiero degli eroi” (2016).

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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