La mostra “Orizzonte Bianco” riunisce circa quaranta manifesti del Piemonte dello sci, dagli anni Trenta ad oggi, passando dal boom degli anni Sessanta. Vi si leggono storie, cultura e un modo di vedere la montagna e le Alpi, secondo un approccio piemontese, italiano ed europeo.
È infatti una storia analoga ad altri territori alpini, e offre l’opportunità di cogliere dettagli che spiegano diversi aspetti della costruzione delle Alpi turistiche. Nei manifesti emergono persone, infrastrutture, paesaggi con stili grafici in continua evoluzione.
L’esposizione, aperta fino al 28 marzo 2025, ad accesso gratuito, è ospitata a Palazzo Lascaris, a cura del Museo Nazionale della Montagna di Torino.
La rassegna è stata aperta in occasione delle Universiadi, che si sono tenute dal 13 al 23 gennaio 2025 in Piemonte. Lo stesso Palazzo Lascaris, ora sede del Consiglio regionale, merita attenzione: è stata la residenza, come quelle di Nizza e Ventimiglia, di una delle famiglie nobili degli Stati di Savoia.
Capire la montagna attraverso i manifesti
I manifesti vengono dalla grande collezione, di oltre 200 esemplari, conservati al Museo della Montagna. Vanno dagli anni Trenta – con il fascismo che disegnava le prime stazioni di sci – fino agli anni Sessanta del boom economico.
Il tratto grafico evolve dallo stile del fascismo – con i richiami ancora al futurismo – a quello degli anni Cinquanta e Sessanta.
Vi passano storie personali, come quelle degli illustratori: Adalberto Campagnoli ha per esempio tracciato il suo manifesto con “Torino Capitale delle Alpi” del 1953. Lo si può vedere sia nella mostra, sia nella raccolta dei manifesti disponibile online grazie al progetto Interreg IALP.
Di Sestrière si trova la locandina del film di Mario Soldati “È l’amor che mi rovina” (1951) con Lucia Bosè e Valter Chiari. Se andate a Palazzo Lascaris, vedrete anche le produzioni per le Olimpiadi Invernali di Torino del 2006.
L’obiettivo dell’esposizione è di indicare al pubblico una certa vocazione turistica e sportiva del territorio piemontese: si parla di Monginevro, Bardonecchia, Oulx (con la sua “Sportinia”), oppure di Alagna.
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