La città di Ginevra subisce i tagli dei fondi ONU e alle organizzazioni internazionali decretati dagli Stati Uniti e dal suo presidente, anche con interruzioni o sospensioni di finanziamenti e progetti.

Rispetto alla crisi nell’economia e nell’occupazione, il governo ginevrino ha avanzato una proposta finanziaria di sostegno temporaneo al settore, che impiega nel cantone oltre 36 mila persone.

A Ginevra il settore in pericolo dell’ONU e delle ONG

La Ginevra internazionale patisce il taglio dei finanziamenti internazionali.

Gli Stati Uniti hanno interrotto il loro sostegno in modo brutale, in una tendenza analoga in tutto l’Occidente, che sviluppa peraltro progetti di aumento delle spese militari.

Diversi Paesi europei, tra cui Francia, Germania e Svezia, stanno riducendo i loro contributi, con l’obiettivo di portare gli aiuti, per chi si trova sopra, allo 0,7% del PIL. Anche in Svizzera, per esempio, vi è meno impegno finanziario: dalla fine del sostegno ai progetti in America Latina alla riduzione di 110 milioni di franchi svizzeri per la cooperazione internazionale per il 2025 e di 321 milioni di franchi svizzeri per il 2026-2028.

Tuttavia, la rapidità e l’intensità dell’interruzione dei finanziamenti ha creato una situazione priva di margini di adattamento, anche per i lavoratori.

Pur con un aiuto relativamente basso rispetto al PIL (0,24%) Washington contribuisce in termini assoluti in modo importante: per il 26% del bilancio complessivo delle agenzie ONU mentre alcune istituzioni come il Fondo Globale e UNAIDS ne dipendono fino al 40%. Diversi progetti puntuali sono ora bloccati, in particolare per la salute e la lotta all’HIV/AIDS, con effetti a catena sulle organizzazioni umanitarie e sulle ONG.

Licenziamenti e ritardi nei pagamenti

I licenziamenti presso le ONG sono in rapido aumento, i contratti di consulenza interrotti. L’Ufficio cantonale del lavoro (OCE) di Ginevra ha ricevuto due richieste di licenziamenti collettivi ed è ha istituito una linea telefonica a disposizione dei lavoratori del settore umanitario.

Secondo Delphine Bachmann, capo del Dipartimento dell’Economia e dell’Occupazione (DEE), Ginevra, oltre alle agenzie dell’ONU, conta 457 ONG, 250 delle quali impiegano personale nella città.

Diverse di loro d’un tratto si trovano in mancanza di liquidità perché vedono interrotti sia i progetti sia diversi pagamenti di attività già svolte. Sono quindi costrette a licenziare o alcune non sono più in grado di pagare gli stipendi.

Anche diverse agenzie delle Nazioni Unite, come l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono in difficoltà finanziarie. L’Ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra (UNOG) non ha annunciato tagli al personale, ma ha ridotto gli spostamenti dei funzionari così come gli orari di riscaldamento e di accesso alle strutture.

10 milioni di franchi svizzeri

Il governo ginevrino ha annunciato un progetto di legge per sostenere il personale delle ONG colpite dalla crisi, che sarà presentato al Gran Consiglio giovedì 13 marzo. Con un fondo di 10 milioni di franchi si intendono sostenere i lavoratori licenziati con una indennità per la durata di tre mesi.

La misura è transitoria, e ha lo scopo di ridurre l’effetto immediato dei tagli, quindi con una compensazione di tipo sociale, permettendo anche una fase di adattamento dell’occupazione. Si cerca quindi di conservare competenze che sarebbero invece partite, senza lasciar loro il tempo di costruire o cercare nuove opportunità.

In secondo luogo, la misura intende contrastare il danno portato alla dimensione internazionale, diplomatica e multilaterale della città.

D’altra parte, i grandi negoziati e le conferenze internazionali sono sempre più rari a Ginevra, anche a causa dei cambiamenti geopolitici, mentre le riduzioni di finanziamenti rischiano di colpire anche il cuore e l’immagine pubblica internazionale su cui, almeno in parte, è costruita Ginevra.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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