Nel Lötschental, in Vallese, la frana generata dal crollo del ghiacciaio del Birch sul villaggio di Blatten e da ulteriori smottamenti nella zona del Kleines Nesthorn (dove ha ceduta la vetta a oltre 3800 metri) ha formato un lago sul fiume Lonza. Il suo riempimento continua e sta progressivamente superando al limite superiore del cono di detriti.

Nelle immagini diffuse da TSR, la televisione della Svizzera romanda, così in parte nella foto di copertina di questo articolo, si vede lo svilupparsi del corso d’acqua, nella forma di un ruscello, e la formazione di stagni sulla superficie della massa franata.


Aggiornamento ore 22:00 – La Lonza sta superando senza danni la zona della frana e raggiunge ormai la diga di Ferden, le cui paratoie rimangono aperte.


In totale 365 persone risultano evacuate, anche allo sbocco del Lonza su Reno, quindi in fondovalle. una persona risulta dispersa.

Tra le reazioni politiche, il sindaco di Blatten, Matthias Bellwald, ha proposto di ricostruire il villaggio e di dar vita a un gruppo di lavoro al riguardo. La presidente della Confederazione, Karin Keller-Sutter, ha visitato oggi i luoghi e ha tenuto una conferenza stampa a Ferden, in cui ha sottolineato l’impegno di tutta la Svizzera a sostegno della comunità e della Valle.

Un lago artificiale causato dalla frana

Il deposito di ghiaccio e materiale roccioso provocato dall’evento ha uno spessore di diverse decine di metri e una lunghezza di circa due chilometri. La massa ha sepolto quasi completamente il villaggio di Blatten. Ha anche bloccato il corso naturale della Lonza, dando origine a un lago, che ha coperto gli edifici che erano stati risparmiati lateralmente dalla frana.

Il volume complessivo di ghiaccio e rocce nella valle è stimato intorno ai dieci milioni di metri cubi. Secondo gli esperti, la Lonza sta cercando un percorso sopra la massa dei detriti, ma resta alta la vigilanza in caso di possibili cedimenti.

La massa dell’evento franoso presenta infatti caratteristiche viscose e contiene porzioni di roccia mescolate a fango e sedimenti fini, in alcuni punti simili a sabbie mobili.

L’esercito è attrezzato per intervenire con pompe, escavatori, mezzi di sgombero e attrezzature di illuminazione. Sono operativi cinquanta membri della protezione civile (PCi) e circa cento vigili del fuoco. In supporto, sono stati attivati anche studi di ingegneria specializzati.

Le condizioni geologiche nell’area restano comunque pericolose, anche per l’instabilità che persiste di alcune parti pur minori del Kleines Nesthorn, e dei relativi distacchi. L’accesso e l’intervento diretto sulla zona del disastro risultano quindi impossibili.

La diga di Ferden in situazione normale (c) CC BY SA Wikimedia Commons

La diga di Ferden, situata più a valle, è stata svuotata in via preventiva per creare una zona tampone in grado di assorbire l’acqua o eventuali materiali che potrebbero essere trascinati a valle nel caso in cui il lago si aprisse improvvisamente.

Se non vi fossero ulteriori crisi, la situazione potrebbe mantenersi con queste caratteristiche per diversi giorni, e la vigilanza, con le relative evacuazioni rimarrebbe confermata.

Preoccupazione anche a valle, nella zona tra Gampel e Steg

Venerdì 30 maggio l’attenzione si è spostata anche sul corso inferiore della Lonza, dove il fiume attraversa la valle del Rodano, quindi in fondovalle passando accanto agli abitati di Gampel (1.332 abitanti) e Steg (1.320 abitanti).

Nella notte tra giovedì e venerdì i pompieri hanno predisposto misure preventive, tra cui la chiusura di alcuni ponti. È stato chiesto ai residenti nelle vicinanze del fiume di contattare i familiari per organizzare eventuali spostamenti in caso di peggioramento della situazione, e in alcuni casi vi sono state evacuazioni preventive.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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