L’Università di Aix‑Marseille ha inaugurato l’arrivo dei primi ricercatori americani del programma Safe Place for Science, un’iniziativa lanciata in risposta ai tagli e alle pressioni sulla libertà accademica imposti dall’amministrazione Trump. Il progetto prevede un’accoglienza integrata e finanziata per ricercatori provenienti da scienze fisiche e umane.
L’università di Aix‑Marseille ha destinato 15 milioni di euro all’iniziativa, attraverso il programma Amidex, con l’obiettivo di ospitare un numero crescente di ricercatori americani nell’arco di tre anni. Il progetto, che si affianca ad altri in Europa, risponde alla crescente richiesta di protezione per chi lavora nella ricerca scientifica, con indica il nome stesso dell’iniziativa, Safe Place for Science.
Una risposta alla crisi accademica statunitense
Secondo l’Università di Aix‑Marseille, sono arrivate oltre 300 domande in tre settimane, con 268 candidature formalmente ammesse. I settori rappresentati includono le scienze umane e sociali, le scienze della vita, l’ambiente e discipline tecnico-scientifiche come la fisica e l’informatica. Alla fine del processo di selezione, 39 candidati sono stati scelti per accedere al programma, con particolare attenzione a temi importanti come salute pubblica, diritto, clima, biodiversità e intelligenza artificiale.
L’iniziativa si avvale del supporto della Regione Sud e dell’agenzia economica Rising Sud, che hanno facilitato l’organizzazione logistica per i ricercatori, offrendo assistenza nella richiesta dei visti, nella ricerca di alloggi e impieghi per i familiari, nell’accesso a servizi sanitari, scolastici e bancari.
Il presidente dell’università, Eric Berton, ha definito l’accoglienza scientifica una risposta necessaria alla crisi della democrazia e della scienza, sottolineando l’urgenza di creare uno statuto per i “rifugiati scientifici”, simile a quello riconosciuto a giornalisti e dissidenti politici.
L’Europa e la mobilità della ricerca
Il programma Safe Place for Science dell’Università di Aix-marseille si inserisce in una più ampia mobilitazione europea. La Commissione europea ha annunciato un fondo di 500 milioni di euro tra il 2025 e il 2027 per accogliere scienziati statunitensi, mentre istituzioni come la Max Planck Society e la Vrije Universiteit Brussel hanno avviato programmi di accoglienza.
In Italia, si registrano iniziative come il Manifesto per un’Europa della Scienza Aperta ReBrain Europe, firmato da oltre mille accademici italiani, e accordi tra il Ministero dell’Università e la National Science Foundation statunitense per la cooperazione scientifica, in particolare sull’intelligenza artificiale.
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