Oggi, 28 luglio, alle ore 13 è stata inaugurata la seconda canna del traforo autostradale del Fréjus. All’evento erano presenti Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro italiano delle Infrastrutture e dei trasporti, e Philippe Tabarot, ministro francese dei Trasporti. Vi erano anche i presidenti delle due società concessionarie, Claudio Vezzosi, amministratore delegato di SITAF, e Christophe Castaner, presidente di SFTRF e già ministro dell’Interno francese, oltre ai presidenti della Regione Piemonte e Auvergne Rhône-Alpes, Alberto Cirio e Fabrice Pannekoucke, al viceministro italiano dei trasporti Edoardo Rixi, e a vari esponenti parlamentari e sindaci, tra cui quello di Modane, Jean-Claude Raffin.
L’inaugurazione è avvenuta il giorno successivo alla chiusura del Festival “Alta Felicità” di Venaus, e dopo le proteste contro la linea Torino–Lione. Tuttavia, nessuna manifestazione ha avuto luogo durante l’inaugurazione.
Tempi lunghi e importanza del collegamento transfrontaliero
L’apertura della seconda canna era attesa da tempo ed è anche stata recente oggetto di dialogo tra i governo italiano e francese. Avrebbe dovuto aprire entro fine giugno, insieme al tunnel di Tenda ma ha subito collaudi ripetuti da cui non si veniva a capo. I lavori sono durati ben 14 anni, a testimonianza che malgrado le legittime celebrazioni, il tema dei collegamenti transfrontalieri tra Italia e Francia ha bisogno di acquisire maggiore importanza tra i due Paesi, come è parso di capire negli ultimi anni.
Con 12,9 chilometri di lunghezza, ha 8 metri di diametro, ed è un po’ più piccolo della prima canna, perché pensato inizialmente per sole funzioni di soccorso.
Il passaggio a un traffico in doppia canna contribuisce a migliorare la sicurezza del traffico, ma anche la continuità del trasporto tra Italia e Francia, consentendo di avere una via di backup in caso una fosse interrotta, per lavori o per incidenti.
È anche una importante lezione per il traforo del Monte Bianco, che con una sola canna è costretto alla chiusura annuale per oltre tre mesi d’autunno per lavori di rifacimento della volta. Anche il recente incidente nel tunnel autostradale di Vuache, sulla A40 nella zona di Bellegarde ha mostrato l’importanza della seconda canna come strumenti di continuità del traffico.
Flussi separati e strumenti di sicurezza
Il nuovo tunnel consentirà la separazione dei flussi di traffico, con una canna dedicata alla direzione Italia-Francia e l’altra alla direzione opposta. Questa configurazione riduce drasticamente il rischio di incidenti frontali e facilita le operazioni di soccorso in caso di emergenza. Entrambe le gallerie sono interconnesse da 9 by-pass carrozzabili – 5 sul versante italiano e 4 su quello francese – che permettono il passaggio rapido dei mezzi di emergenza.
La seconda canna è dotata di 34 rifugi di sicurezza per i pedoni, distribuiti ogni 350-400 metri e collegati a entrambi i tunnel. Sono presenti inoltre 6 stazioni sotterranee per il controllo degli impianti e un sistema di ventilazione longitudinale con potenti acceleratori e due unità di estrazione massiva in grado di evacuare i fumi in caso di incendio. Le nuove tecniche – con cui si era già adeguato il traforo del Monte bianco – costituiscono uno standard importante.
Il nuovo Posto di Controllo Centralizzato (PCC) è situato all’ingresso piemontese del traforo. E’ una sala binazionale che gestisce in tempo reale segnaletica, ventilazione e tutti i dispositivi di sicurezza, con risposta rapida in caso di emergenza.
L’opera è stata realizzata dal GEF – Groupement d’Exploitation du Fréjus, composto dalle concessionarie SITAF (Italia, del gruppo ASTM) e SFTRF (Francia). Le due società gestiscono rispettivamente l’autostrada A32 Torino–Bardonecchia e la tratta autostradale della Maurienne.
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