La Settimana europea delle regioni e delle città 2025 a Bruxelles è un evento che si ripete ogni anno a ottobre, e che ospita circa 6000 partecipanti e oltre cento eventi dedicati alla politica di coesione ma anche alla cooperazione transfrontaliera.
Qui indichiamo, come esempi dell’evento che si svolge in questi giorni, due incontri che riguardano da un lato un nuovo strumento legislativo, BRIDGEforEU, adottato a maggio 2025 (ne avevamo già parlato per un altro incontro di settembre) e dall’altro il ruolo dei piccoli progetti per coinvolgere la popolazione locale nella cooperazione.
BRIDGEforEU: un quadro giuridico per superare gli ostacoli tra territori frontalieri
Il workshop “A Bridge for the EU – a new tool to better integrate border regions” si è tenuto mercoledì 15 ottobre 2025 al mattino, presso lo Square Brussels Meeting Centre.
L’incontro ha presentato il regolamento BRIDGEforEU, il nuovo strumento giuridico che offre agli Stati membri e alle Regioni un quadro per identificare, valutare e affrontare gli ostacoli amministrativi e legali che limitano la cooperazione nelle regioni di frontiera.
La normativa introduce tre strumenti principali: i Punti di coordinamento transfrontaliero per ricevere segnalazioni da autorità locali e stakeholder; un Registro pubblico degli ostacoli che rende trasparenti e accessibili a tutti le segnalazioni raccolte; e il Cross-Border Facilitation Tool, una procedura standard e volontaria che le autorità possono adottare per rimuovere gli ostacoli individuati. Le segnalazioni devono obbligatoriamente ricevere risposta, ma resta alla discrezione delle autorità competenti sulla materia la decisione finale sull’intervento.
Tra i relatori, Sandro Gozi, deputato al Parlamento europeo e membro della commissione REGI, ha sottolineato la necessità di «garantire un’effettiva continuità amministrativa tra le aree di confine». Carina Van Cauter, governatrice della Regione fiamminga, ha portato l’esperienza del Belgio nella gestione integrata di territori frontalieri. Philippe Voiry, ambasciatore per la cooperazione transfrontaliera anche per il Trattato italo-francese del Quirinale, ha evidenziato l’importanza del nuovo strumento per le comunità locali. L’incontro è stato moderato da Simona Pohlová, vicedirettrice dell’unità presso la Direzione generale Politica regionale e urbana (DG REGIO) della Commissione europea.
Small Projects, Big Impact: il ruolo dei cittadini nella cooperazione transfrontaliera
Il secondo workshop, intitolato “Small Projects, Big Impact: Putting Citizens at the Heart of Cross-Border Cooperation”, si è svolto sempre mercoledì 15 ottobre, al mattino presso l’edificio Jacques Delors. Al centro dell’incontro il Fondo per i piccoli progetti (Small Project Fund, SPF), uno strumento attivabile all’interno dei programmi di cooperazione territoriale, anche fuori dai programmi Interreg, per finanziare iniziative locali a carattere sociale, culturale, turistico o ambientale, con un coinvolgimento delle comunità.
Durante il periodo di programmazione 2021–2027, la Commissione europea ha promosso la gestione degli SPF da parte dei Gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT) come unici beneficiari, anche al di fuori degli stessi programmi Interreg. L’obiettivo è rafforzare la governance locale, rendendo le iniziative transfrontaliere più accessibili ai cittadini.
Romina Kocina, direttrice dell’EGTC GO (che unisce i comuni di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba), ha presentato progetti culturali e di mobilità sostenibile realizzati nell’area italo-slovena, come gli eventi condivisi per Nova Gorica Capitale europea della cultura 2025. Julianna Mate, direttrice del GECT Via Carpatia (Polonia-Slovacchia), ha illustrato progetti per la valorizzazione del patrimonio naturale lungo i Carpazi. Michael Dejozé, direttore dell’EGTC Euregio Meuse-Rhine, ha parlato di progetti rivolti ai giovani e all’inclusione sociale in un’area che comprende territori di Germania, Belgio e Paesi Bassi. La sessione è stata moderata anche in questo caso da Simona Pohlová.
Il ruolo dei GECT, anche sulla frontiera italo-francese
Per memoria, la frontiera italo-francese dispone di un GECT tra il Parco nazionale del Mercantour e delle Alpi Marittime e il Trattato del Quirinale ne sollecitava la creazione di uno per Espace Mont-Blanc. Il workshop è stato dunque anche un modo per indicare con i GECT possano svolgere un ruolo continuo e attivo di cooperazione frontaliera.
Nel corso del dibattito è emerso come i piccoli progetti riescano ad avere un impatto tangibile su coesione sociale e senso di appartenenza europea, grazie a budget contenuti ma mirati e alla capacità dei GECT di adattare le iniziative alle esigenze locali.
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