Il 6 e 7 marzo 2025 si è tenuto, presso il Museo di Bastia – Palais des Gouverneurs, il seminario “Trattato del Quirinale e frontiera marittima, Corsica e bacino di vita marittima: un concetto rilevante per il sistema cooperazione locale transfrontaliero?”.
L’evento ha rappresentato un’occasione di confronto sulla dimensione marittima della cooperazione tra Corsica e Italia, con un focus sul Trattato del Quirinale, firmato nel 2021 tra Francia e Italia, e sulle prospettive della politica di cooperazione post-2027.

La dimensione marittima della cooperazione transfrontaliera
Il concetto di bacino di vita transfrontaliero sta progressivamente entrando nel lessico tecnico e politico delle relazioni italo-francesi. Il convegno è infatti focalizzato sull’applicazione del principio allo spazio frontaliero marittimo. Ha una rilevante importanza per dare una dimensione operativa alla cooperazione frontaliera sia per articolare le politiche pubbliche comuni sulla frontiera.
Per esempio, da ottobre è interrotto il collegamento marittimo tra Bonifacio e Santa Teresa Gallura. Il tema è stato portato in Comitato frontaliero del Trattato del Quirinale a Nizza, il 7 febbraio scorso, e dovrebbe riprendere a partire dall’8 marzo.
L’applicazione del principio di bacino di vita transfrontaliero ne sottolinea la funzione comune italo-francese del collegamento, importante e non accessoria rispetto al trasporto pubblico interno ad ogni Paese. L’interruzione del collegamento di trasporto nel “bacino di vita transfrontaliero“, ricade per esempio sia sulle economie dei due porti e delle città di Santa Teresa e di Bonifacio, ma soprattutto sui cittadini e direttamente su coloro che svolgono o beneficiano di attività transfrontaliere, per esempio nei servizi, nel commercio, nella cultura, nel turismo, o in ambito socio-sanitario.
A farsi carico della elaborazione e applicazione del concetto di “bacino di vita transfrontaliero” sono due soggetti di ricerca e studio, che si trovano entrambi tra gli organizzatori dell’incontro, insieme all’Assemblea di Corsica.
Si tratta dell’Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie “Massimo Severo Giannini” (ISSIRFA) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e gli animatori del programma DITER (Diplomazia Territoriale) dell’Università della Costa Azzurra.
Le due strutture hanno un accordo di cooperazione e periodicamente realizzano studi e promuovono convegni, come quelli di Roma del 18 aprile 2024 e di Mentone del 30 novembre 2024.
Il dibattito sulle specificità dell’insularità
La prima giornata si è aperta con un intervento di Philippe Weckel e Giulio Salerno – per DITER e CNR ISSIRFA – che hanno fornito un quadro introduttivo sulla cooperazione transfrontaliera marittima. Nel pomeriggio, il primo modulo ha approfondito il tema dell’insularità e dell’autonomia territoriale, con una tavola rotonda moderata da Robert Botteghi, a cui hanno partecipato Erblin Berisha, del Politecnico di Torino, Raffaella Coletti, del CNR ISSIRFA, e Marcel Farinelli, un ricercatore indipendente.
Un secondo panel ha affrontato l’evoluzione della dimensione marittima della cooperazione, con interventi di Marie-Hélène Luciani, Office de l’Environnement de la Corse, Maria Dina Tozzi, MedStar e Diter, ma già responsabile dell’autorità di gestione dell’Interreg Italia-Francia marittimo). C’erano anche Filippo Giabbani, attuale Autorità di gestione del programma Interreg Italia-Francia Marittimo, François Charlet, Direttore del Parco Regionale del Calanques, e Dario Vaschetto della Commissione europea, DG MARE.

Le prospettive della cooperazione post-2027
La seconda giornata si è concentrata sulle prospettive future della cooperazione. Jean-Dominique Giuliani, presidente della Fondation Robert-Schuman (e con una carriera in vari ruoli in Francia e in Europa) ha introdotto il tema del futuro dei territori marittimi, con un focus su insularità, cooperazione e aspetti giuridici. A seguire, una tavola rotonda moderata da Giulio Salerno ha analizzato le implicazioni giuridiche del bacino di vita marittimo, con interventi di Andrea Caligiuri, dell’Università di Macerata, Gianmario Demuro, dell’Università di Cagliari (ed ex assessore della Regione Sardegna), di Leonardo Frosini dell’ Università di Napoli e Philippe Weckel (DITER).
In questo contesto vi sono stati gli interventi dei due ambasciatori che seguono le attività del Comitato frontaliero del Trattato del Quirinale, Philippe Voiry e Andrea Cavallari.
Il dibattito politico
Un dibattito politico è stato moderato da Lesia Sargentini, attuale capo di gabinetto della presidente dell’Assemblea di Corsica, che ha esperienza di cooperazione Interreg nel programma Italia-Francia Marittimo.
Hanno partecipato il vicepresidente del Parlamento europeo Younous Omarjee (che è anche presidente della Commissione sviluppo regionale del PE), di Olivier Baudelet (Commissione europea, DG REGIO, da sei anni alla cooperazione frontaliera e membro del comitato di sorveglianza di Interreg Italia-Francia Marittimo), di Marie-Antoinette Maupertuis, Presidente dell’Assemblea della Corsica, e di rappresentanti delle regioni transfrontaliere italiane e francesi.
Tra l’altro in questo ambito va segnalata la presenza Jean Peyrony, direttore della Mission opérationnelle transfrontalière (MOT), di Laurence Navalesi, consigliera della Metropoli di Nizza Costa Azzurra e della città di Nizza e di Laurence Boetti-Forestier, consigliera regionale della Regione Sud. Quest’ultima era arrivata a Bastia dal precedente incontro di Courmayeur sulla cooperazione sanitaria transfrontaliera tra Italia e Francia che si era tenuto a Courmayeur il 5 marzo.

La questione degli strumenti giuridici
La discussione ha affrontato il futuro della frontiera marittima, per la soluzione degli “ostacoli alle frontiere interne” – di cui l’interruzione del collegamento Bonifacio – Santa Teresa è un esempio – e degli strumenti giuridici a disposizione, anche in vista di un possible nuovo regolamento europeo appunto sui bacini di vita transfrontalieri.
Tra l’altro, proprio secondo quanto detto al Comitato frontaliero a Nizza del 7 febbraio, uno degli strumenti di soluzione per ripristinare il collegamento marittimo sarebbe stato appunto giuridico. Esso consisterebbe nel classificare il passaggio Santa Teresa – Bonifacio come “nazionale” (assimilando a questa categoria la frontiera interna europea Italia-Francia) anziché “internazionale”, permettendo dunque l’impiego delle stesse tipologie di traghetti attualmente in uso all’interno dei due Paesi per Sardegna e Corsica, e per tratte più lunghe. Il collegamento riprenderà comunque l’otto marzo per mezzo di un traghetto del gruppo Moby.
Il seminario si è concluso con un confronto tra i partecipanti e con le riflessioni finali affidate a Giulio Salerno (CNR ISSIRFA) e Philippe Weckel (DITER).

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