Léonard Gianadda si è spento domenica mattina, 3 dicembre, all’età di 88 anni, dopo una vita intensa e lasciando un segno profondo, in Europa e nel mondo, a partire da Martigny in Vallese. Da ingegnere e imprenditore nelle costruzioni civili è diventato un organizzatore e mecenate dell’arte attraverso una scelta che si è compiuta nel 1976, in coincidenza con la scomparsa del fratello Pierre, all’età di 38 anni.

Il sito che attualmente ospita la fondazione dedicata a Pierre Gianadda, la mostra permanente gallo-romana e il piano per le esposizioni temporanee sorgono su un’area archeologica dove, da imprenditore aveva progettato e già ottenuto i permessi per costruire un edificio a torre di 16 piani. Era una fase di vita di Léonard segnata da profondi dolori: la morte del padre nel 1972 seguita da quella della madre nel 1973, travolta da un treno Martigny-Orsières proprio mentre tornava dal cimitero, e poi l’incidente del fratello nel 1976. Le circostanze furono tragiche: ustionato mentre portava soccorso, dopo l’atterraggio di fortuna nei pressi Bari di un piccolo aereo, Pierre sopravvive un’intera settimana in piena coscienza, prima ricoverato a Roma e poi a Zurigo, dove muore il 31 luglio.

Si trattava di persone agiate e radicate nella vita locale, come emerge dal tono dell’articolo del Novelliste del 2 agosto 1976. La sua storia personale e familiare è nel solco delle recenti vicende delle Alpi, tra migrazioni e sviluppo economico. Il nonno era partito a 13 anni dal biellese, in Italia, per arrivare a Martigny, in Vallese. Dopo primi lavori da apprendista, si metteva in proprio, e quando nasce Léonard la famiglia è benestante. Le scuole sono buone, da quindicenne scopre l’arte in Italia, in un viaggio a Roma e in Italia con la madre, nel 1950, anno del giubileo. Il personaggio è di bell’aspetto e vive una gioventù intensa. È fotoreporter mentre studia ingegneria a Losanna, viaggia molto, ma fotografa in Svizzera tra gli altri George Simenon e il dirigente comunista ungherese János Kádár, è corrispondente della TSR per il Vallese.

Dal 1978, la fondazione Pierre Gianadda di Martigny è diventata un motore di cultura e di arte. Il lungo elenco delle esposizioni comprende Klimmt, Shiele, Goya, Mirò, Da Vinci, Gaugin, Picasso, Balthus, Manet e molti altri. Gianadda occupa molti posti di grande prestigio, in particolare in Francia, dove nel 2003 diventa membro dell’Académie des Beaux Arts.

Léonard Gianadda costruisce cultura nella forma di impresa, nell’economia della cultura di cui parlava per esempio Walter Santagata. E’ stato molto presente anche nelle zone di prossimità. Il biellese, da cui proveniva il nonno, lo ha visto più volte promuovere mostre ed eventi, in Valle d’Aosta ha ricevuto l’onorificenza di “Amis de la Vallée d’Aoste”, e ancora nel 2022 vi ha organizzato l’esposizione “Identité”, 50 fotografie affisse su grandi pareti e nelle vie della città capoluogo.

Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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