Confindustria e MEDEF, con una dichiarazione congiunta, propongono di rafforzare la competitività delle imprese europee e per intervenire su energia e difesa, con l’obiettivo di riportarle al centro dell’azione sia nazionale che europea. Il documento, articolato in cinque punti, proviene dal VI forum Economico Confindustria-Medef, tenuto il 3 e il 4 giugno 2024 a Parigi. A firmarlo, sono stati i due presidenti delle due federazioni di datori di lavoro, Patrick Martin (MEDEF) ed Emanuele Orsini (Confindustria).

La dichiarazione congiunta individua tre problematiche chiave: le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, la crisi energetica e delle materie prime e l’aumento del divario di ricchezza dell’Europa, in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina. Infatti, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, la crescita del PIL nominale dell’Unione Europea si aggira attorno all’ +1,1% per il 2024, mentre per USA al +2,7% e per la Cina (più bassa dai valori a doppia cifra dei decenni scorsi) al +4.6%.

Uno shock finanziario per lo sviluppo

A fronte di queste difficoltà, Confindustria e MEDEF propongono di portare le imprese al centro del dibattito e degli interventi pubblici. Le prime due azioni riguardano la semplificazione radicale del quadro normativo per le imprese, che peraltro è uno dei grandi mantra, e da diversi anni, dell’Unione europea. Le due associazioni propongono poi uno shock sugli investimenti, che riecheggia l’azione svolta dagli Stati Uniti con gli importanti investimenti del Chips and Science Act e dell’Inflation Reduction Act. Per l’Europa, tale operazione implicherebbe la creazione di un Fondo europeo per la sovranità, capace di mobilitare fino a 500 miliardi di euro in investimenti privati e l’istituzione di un “Buy European Act”.

Un’attenzione è dedicata al tema delle competenze e alla capacità dei lavoratori, in particolare qualificati, con la possibilità di muoversi all’interno dell’Unione. L’Europa e gli Stati membri dovranno favorire il riconoscimento dei titoli e delle competenze, e orientare l’immigrazione verso la formazione e l’occupazione.

Energia

Nella dichiarazione si propone di attuare politiche energetiche efficaci, per favorire la transizione climatica e la riduzione di CO2, ma anche mirate a colmare il divario di competitività tra l’Europa e il resto del mondo, nella prospettiva dell’indipendenza energetica europea. L’indicazione si riferisce alla riduzione della dipendenza dal gas russo (e globale) – su cui si è a lungo appoggiata l’industria tedesca – la revisione dei meccanismi di scambio di CO2 (in sigla CBAM e ETS). Un paragrafo è dedicato al nucleare, anche con un riferimento ai reattori modulari. Si tratta di un importante tema nazionale francese – sulla decarbonizzazione e sull’indipendenza energetica europea – che trova nell’attuale governo italiano una sponda motivata.

Industria della difesa

Confindustria e Medef indicano nella sicurezza e difesa il principale obiettivo strategico del prossimo decennio, per potenziare l’industria del settore e raggiungere l’autonomia europea. Sullo sfondo delle riunioni bilaterali e de forum italo-francesi sull’industria della difesa, si propone di rafforzare un mercato comune per l’industria della difesa, per dotare l’Unione europea dei mezzi necessari rispetto agli scenari attuali e futuri, di conflitti in corso e nuovi.

Oltre a sicurezza informatica, si parla di piattaforme e sistemi militari terrestri, aerei e navali, in cui peraltro di due Paesi dispongono di una discreta integrazione. Tuttavia, la dichiarazione pone l’accento sul superamento delle concorrenze nazionali per raggiungere le economie di scala necessarie a competere a livello globale.

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