Ne “La Francia mi ha dato il pane e la libertà”, il sociologo Michel Bonetti affonda la penna in una tematica tanto delicata quanto pressante, la migrazione italiana in Francia nel periodo del Fascismo. Attraverso il ritratto del padre Gaetano, operaio metalmeccanico e militante sindacale originario di Bergamo, egli traccia la parabola umana e politica di una intera generazione di italiani emigrati in Francia nel secolo scorso.

Sottotitolato “Gaetano: storia di un migrante italiano in un villaggio dell’Alta Savoia”, il suo è un racconto ricco di ironia e affetto ma anche punteggiato da spunti sociologici e riflessioni sulle dinamiche dell’emigrazione. Esso è stato scritto e pubblicato nel 2024 dalle Edizioni L’Harmattan nella collana “Memorie”, sia in lingua francese sia in traduzione italiana, dove è acquistabile al prezzo di 23,00 euro.

La storia di Gaetano Bonetti vista con gli occhi di Michel

Il volume di Michel Bonetti prende avvio dall’infanzia poverissima trascorsa da Gaetano a Gromo, in Val Seriana, e dal suo arrivo clandestino in Francia datato 1932. In fuga dalla miseria e dal fascismo, il giovane è costretto ad adattarsi a una esistenza dura, che lo vede intraprendere il mestiere di operaio manutentore delle traversine ferroviarie in cantieri itineranti.

Dopo un periodo segnato da condizioni di vita estreme e discriminazioni sparsi, l’incontro con Caroline, ragazza di origini italiane nata in Savoia, segna per lui una positiva svolta. La coppia si stabilisce a Chedde, nei pressi di Chamonix, dove Gaetano viene assunto nella fabbrica Pechiney come operaio metallurgico, l’inizio di un percorso semplice ma pieno tra professionalità, amicizie e amore famigliare.

Le vicende europee

Nel proprio racconto Michel Bonetti intreccia continuamente l’esperienza individuale del padre Gaetano alla storia europea tra l’ascesa del fascismo e la Seconda Guerra Mondiale. Centrale resta il ruolo degli immigrati nella costruzione della Francia moderna, uno slancio produttivo ed economico favorito in special modo dalla crescita industriale che ha caratterizzato il secondo dopoguerra.

L’autore, però, non cede alla retorica: egli ricostruisce con lucidità e umorismo un mondo popolare che oggi sembra lontanissimo, popolato da personaggi degni di un romanzo corale. La narrazione dà spazio anche a figure minori come Marcel il contadino, Pipon il cacciatore, Ludivine la chiacchierona, restituendo al lettore il sapore autentico di un microcosmo umano.

Memoria viva e riflessione sociale

Oltre al racconto biografico, nel suo “Gaetano” Michel Bonetti offre una lettura stratificata che lo avvicina e lo sovrappone a un documento sociologico che riflette su appartenenze, identità e integrazione. Egli indaga le condizioni materiali di vita, i legami di solidarietà, le forme di resistenza quotidiana, mettendo in discussione l’idea che le classi popolari siano “senza storia”.

Il libro si muove tra livelli diversi – personale, collettivo, storico, antropologico – con uno stile accessibile ed empatico ma mai, pur considerando la posizione di sociologo dalla quale egli osserva la realtà, accademico. La storia di un uomo diviene dunque la storia di una intera generazione che ha attraversato le Alpi non per sport ma per necessità e ha trovato nella Francia il proprio spazio di libertà ma anche di fatica, contraddizioni, compromessi.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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