In Regione Piemonte è entrato il governo secondo governo di Alberto Cirio, dopo le elezioni del l’8 e 9 giugno e i successivi dibattiti. La sua composizione è stata progressivamente definita e presentata il 26 giugno, nel nuovo grattacielo della Regione, a Torino.

Il risultato elettorale e lo spostamento verso Fratelli d’Italia

Le elezioni hanno confermato per la seconda volta l’elezione diretta a presidente di Alberto Cirio, con posizionamento a destra, lasciando la candidata delle sinistre, Gianna Pentenero al 33,54% per cento. I risultati hanno segnato, con il 24,43%, uno spostamento a favore di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio dei ministri in Italia. La lega Salvini ha visto ridurre il suo risultato al 9,40% e quindi il suo peso specifico. Questi equilibri relativamente nuovi ma già noti hanno determinato anche la costruzione della nuova compagine di governo.

Il secondo governo di Alberto Cirio

Intanto va ricordata la provenienza cuneese di Alberto Cirio, terra di tradizioni moderate e cattoliche, per lunghi anni monopolio della Democrazia cristiana, a sua volta con tendenze a destra e a sinistra. Cirio, che appartiene a Forza Italia, il partito che fu di Silvio Berlusconi, è stato anche parlamentare europeo, viene dal settore professionale della nocciola e anche a Bruxelles fece una strenua lotta contro, per esempio, il cosiddetto semaforo sui prodotti alimentari.

Anche se la sua guida nella legislatura precedente non ha brillato né sull’innovazione né sull’ambiente, ha assicurato comunque una gestione senza scossoni, sebbene forse declinante e certamente complicata dalla pandemia e dalla deindustrializzazione, compresa Stellantis – Fiat.

La testimonianza della buona impressione di fondo percepita dall’elettorato viene anche dalla relativa armonia che continua ad esistere tra Regione (di destra) e comune di Torino (di sinistra, con sindaco Stefano Lo Russo). Anche in passato vi erano buoni rapporti, per esempio tra il presidente della Regione Enzo Ghigo e il sindaco di Torino Sergio Chiamparino. Un altro punto a favore si nota in alcune innovazioni, dalla diffusione di relativa concorrenza in alcuni ambiti economici (come nei trasporti) alla trasparenza, per esempio con l’adozione del bilancio divulgativo (Bilancio POP).

La sanità

Nel governo regionale troviamo Federico Riboldi, di Fratelli d’Italia, alla sanità. Il settore rappresenta la più importante voce di spesa regionale, pari a circa il 75% del bilancio, ed è anche un segmento importante di fornitura di servizi alla popolazione. A differenza della Francia e di buona parte dei Paesi europei, in Italia vige il sistema sanitario universale di modello Beveridge, quindi non mutualistico.

Ciò comporta livelli organizzativi più forti e rischi nella gestione finanziaria. In passato, in particolare all’epoca del governo di Mercedes Bresso, del Partito democratico, e nei governi successivi, si registrò un buco nella sanità per diversi miliardi di euro, che hanno imposto un duro piano di recupero.

Federico Riboldi potrebbe anche assumere la carica di coordinatore per la sanità nella conferenza delle Regioni: è del partito di Giorgia Meloni, e sostituirebbe l’attuale coordinatore dell’Emilia Romagna, del PD, Raffaele Donini. La sua regione va a elezioni, ed è una delle situazioni in cui si realizzano cambi di questo genere. Donini ha lavorato in accordo istituzionale con i colleghi di ogni partito e con il governo nazionale.

I pilastri della continuità

Il governo Cirio si configura in continuità con il passato e nel suo insieme pare studiato per contenere le spinte estreme, che vengono inquadrate in un complesso tutto sommato moderato. Per Forza Italia Marco Gabusi continua a fare l’assessore ai Trasporti e infrastrutture, Andrea Tronzano manterrà la rotta con le finanze e lo sviluppo economico. Gian Luca Vignale che è di Fratelli d’italia, è vicino a Cirio – di cui è stato capo di gabinetto dopo essere stato assessore – torna ai fondi strutturali e al personale, nonché alle questioni legislazione. Vignale non è riuscito a fasi eleggere, ma è recuperato come assessore tecnico. È già stato un passato ai fondi Interreg, che delegava in parte alle strutture amministrative, e conosce la materia.

Va citato Matteo Marnati, giovane esponente politico della Lega Salvini che viene dalle tecnologie digitali e dall’amministrazione più che dalle battaglie ideologiche. Continuerà ad  occuparsi di transizione digitale e di ambiente.

La parte destra da contenere

Nel governo di Cirio in Regione Piemonte vi sono anche spinte a destra, che lo mettono in parte in sintonia e in parte in constrasto con il governo nazionale. Da un lato si trova Maurizio Marrone, di Fratelli d’italia, e moltissimi voti di preferenza.

Si è parlato di lui come assessore alla Sanità, ma l’incarico non è arrivato. Ci sarebbero state scintille, perché Marrone è su posizioni anti abortiste e sostenitore di gruppi di pressione. Nel passato governo Cirio, le sue iniziative sono state indirizzate al sostegno sociale nelle situazioni di precarietà.

A Marrone vengono confermate le politiche sociali e le competenze di cooperazione decentrata e internazionale. Le sue posizioni sono filo-russe e quindi in contrasto con la linea espressa pubblicamente dal governo nazionale. Per quanto ora in relativa sordina, in passato fece aprire una specie di rappresentanza a Torino del Donbass occupato dai russi. Recentemente ha votato una mozione di condanna dell’invasione russa in ucraina.

Va anche citato Enrico Bussalino, della Lega Salvini e già presidente della provincia di Alessandria. Senza slanci radicali, viene dall’amministrazione del territorio e dall’esperienza di sindaco nel piccolo comune di Borghetto Borbera. Ha le deleghe collegate all’ordine pubblico, cioè sicurezza, polizia locale, e immigrazione. Bussalino ha poi le competenze relative all’autonomia, che si collegano alla recente legge sull’autonomia differenziata e sulle nuove possibili competenze delegate alle Regioni.

11 componenti

Il governo regionale comprende in totale 11 componenti. Vi sono per Fratelli d’Italia anche Elena Chiorino come vicepresidente, per la formazione e l’istruzione, e i rapporti con le società partecipate, Paolo Bongioanni per il commercio e l’agricoltura, Marina Chiarelli per il turismo, la cultura, i giovani e lo sport. Un esponente di Azione, partito di centro di orientamento liberale (area Renew) Marco Gallo esercita le competenze per la montagna, i parchi e la biodiversità. Il governo regionale si completa con due sottosegretari alla presidente, che non hanno ancora compiti affidati, Claudia Porchietto e Alberto Preioni.

Il 15 luglio si dovrebbe tenere la prima riunione del Consiglio regionale.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, dal Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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