La valorizzazione del patrimonio immateriale della cultura alimentare della Savoia è essenziale per preservare e promuovere le competenze ancestrali che sono l’orgoglio dei suoi abitanti.
Le Alpi sono una regione dalle mille sfaccettature, in cui si evidenzia l’interazione tra agricoltura, economia locale e tradizioni gastronomiche.

Località turistiche costruite principalmente intorno all’agricoltura

Le località turistiche della Savoia, un tempo incentrate sui contadini, si sono trasformate in centri economici dinamici. Questa trasformazione è stata segnata dall’esodo rurale, che ha visto molti agricoltori abbandonare le montagne per le città, lasciando dietro di sé terreni incolti. I proprietari dei terreni hanno dovuto adattarsi diversificando le loro attività, spesso includendo il turismo e la valorizzazione dei prodotti locali.

Le feste di paese, sincronizzate con il calendario agricolo, sono eventi chiave in Savoia. Spesso sono legate alle feste agricole e seguono il calendario stagionale. La transumanza, ad esempio, viene celebrata con pasti festivi a base di prodotti locali, rafforzando così i legami comunitari.

L’arrivo del treno in Savoia ha cambiato radicalmente gli scambi locali e le abitudini gastronomiche. Questo mezzo di trasporto ha facilitato la circolazione di persone e merci, aprendo la regione a nuove influenze. La fonduta, ad esempio, originaria del cantone svizzero di Friburgo, è stata introdotta in Savoia grazie all’afflusso di turisti nel XX secolo. Allo stesso modo, la raclette, nata dalla tradizione svizzera di raschiare la crosta del formaggio, è diventata una specialità savoiarda.

La Società per l’economia alpestre, fondata negli anni Venti, svolge un ruolo fondamentale nella promozione e nel sostegno dei produttori agricoli locali. Incoraggia le pratiche sostenibili e sostiene gli agricoltori nell’aggiungere valore ai loro prodotti. Grazie alle sue azioni, la Savoia è in grado di mantenere un tessuto agricolo vivace e dinamico, essenziale per preservare il suo patrimonio gastronomico.

Convivialità nel cuore delle montagne

I gîtes e gli ospizi di montagna sono il simbolo dell’ospitalità alpina. Storicamente, questi luoghi offrivano rifugio a viaggiatori e contadini bloccati dal maltempo. Oggi continuano a svolgere questo ruolo, offrendo un’accoglienza calorosa e pasti generosi. La tradizione di offrire un piatto in più a un potenziale ospite illustra la cordialità e l’ospitalità della gente del posto. Le montagne sono sempre state un luogo di pellegrinaggio e di escursioni, offrendo percorsi spirituali e itinerari di scoperta. Gli escursionisti trovano nelle gîtes e negli ospizi un luogo di riposo e di condivisione, dove possono assaggiare le specialità locali e scoprire la ricchezza del loro patrimonio culinario.

I soggetti che promuovono in Savoia il patrimonio immateriale alimentare

La Fondazione per l’Azione Culturale Internazionale in Montagna (FACIM) uno dei principali attori nella promozione del patrimonio gastronomico immateriale della Savoia, organizza passeggiate e incontri che combinano turismo ed esperienze culinarie. Ad esempio, uno spuntino gustato in un rifugio, una dimostrazione di alta cucina o una conversazione con un artigiano del gusto sono tutti modi per scoprire la gastronomia savoiarda da un nuovo punto di vista.

L’opuscolo “À table” della collana Monts & Merveilles, realizzato dalla Comunità dei Comuni dell’Alta Tarentaise, è una testimonianza preziosa del patrimonio gastronomico della Savoia. Il libretto racconta la storia delle ricette e delle tradizioni gastronomiche della regione. Il famoso chef Guy Martin sottolinea l’importanza della trasmissione del sapere culinario, sottolineando che la cucina savoiarda è sempre stata arricchita dagli scambi con altre regioni.

La gastronomia savoiarda non è solo fonduta e tartiflette. È ricca e varia, con specialità come il Beaufort, la Tomme de Savoie e una vasta gamma di salumi. I formaggi degustati in fattoria e le sorprese offerte dagli chef che sublimano i prodotti locali arricchiscono l’esperienza culinaria in Savoia. Ad esempio, la fonduta, importata dalla Svizzera, e la raclette, anch’essa di origine svizzera, illustrano la ricchezza degli scambi culturali. La tartiflette, creata nel 1980 a Thônes, combina patate e formaggio Reblochon per un piatto gustoso e confortante.

Il Collectif des Visionnaires è un’associazione che promuove la convivialità e i legami sociali in montagna. Organizza eventi e banchetti di campagna accompagnati da gruppi musicali locali. Questi eventi celebrano la gastronomia in un’atmosfera calda e festosa.

In breve, la cucina di questa regione è un patrimonio vivo, radicato nella storia e nella tradizione. È il riflesso di una cultura ricca e diversificata, dove la convivialità e l’ospitalità giocano un ruolo centrale.
La promozione di questo patrimonio immateriale, attraverso le iniziative locali e il lavoro della FACIM, contribuisce a preservare e trasmettere questo know-how unico. Gli esempi citati nell’articolo sono solo alcuni di quelli che si possono trovare nelle Alpi.
Quando si scopre la gastronomia alpina, ci si immerge nell’anima della Savoia e delle Alpi, un territorio in cui si risveglia il gusto della tradizione e che offre esperienze culinarie indimenticabili.

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