Dopo le vacanze natalizie, e grazie alla neve, le prime analisi delle stazioni di sci francesi rivelano buoni dati di crescita.

Dopo un periodo segnato dalla scarsità di neve e dalla pandemia, le stazioni sciistiche francesi sembrano aver ritrovato un contesto positivo, che contrasta con le riflessioni un po’ cupe che hanno caratterizzato l’autunno, in particolare sul destino dei villaggi di media montagna. A ciò ha contribuito la neve caduta intorno al 22 dicembre e le condizioni di bel tempo durante le vacanze.

Turisti in aumento

Secondo l’Associazione dei sindaci di montagna, il tasso di occupazione è stato dell’85%, e addirittura del 94% durante la seconda settimana di vacanze. Ciò rappresenta un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente per la settimana di Capodanno. Il gruppo Belambra, tra gli altri con hotel a Tignes, Les Menuires, Arc 1800 e 2000 e Praz-sur-Arly, ha registrato un tasso di occupazione di circa il 90%.

Nelle Hautes-Alpes, il tasso di occupazione è stato in media dell’81%, con un picco del 92% nella settimana di Capodanno. In Savoia, Sainte-Foy-Tarentaise ha registrato un aumento stimato del 25% del numero di visitatori rispetto allo scorso Natale e un incremento di circa il 30% per le scuole di sci.

In tutte le stazioni

Anche nelle località più piccole o a minore altitudine i risultati sono stati positivi. A Superdévoluy, 100 km di piste tra Gap e Grenoble, le vacanze di Natale hanno registrato un aumento di oltre il 10% rispetto allo scorso anno. Il tasso di occupazione della località, che si trova tra i 1500 e i 2500 metri, ha raggiunto quasi il 95%.

A Isola 2000, Auron et Valberg nelle Alpi marittime il tasso di occupazione è stato del 70% nella prima settimana di vacanze e del 95% dopo Capodanno, malgrado non tutte le piste fossero aperte, per esempio solo 17 su 43 a Isola 2000, come riporta Le Figaro.

La stazione di Notre-Dame-du-Pré, a 1300 metri di altitudine nella Tarentaise, dopo 50 anni di attività aveva deciso di chiudere definitivamente gli impianti di risalita. Tuttavia, anche a causa delle buone condizioni di innevamento, i turisti sono arrivati lo stesso e gli alberghi erano al completo. È stata creata una pista per slittini e si è praticato lo sci alpinismo.

A Métabief, nel Jura francese, non lontano da Pontarlier e Besançon, e a pochi chilometri dalla Svizzera, il 6 gennaio le piste erano aperte e abbiamo visto subito direttamente un bel po’ di gente, nonostante la temperatura alle partenze fosse di 6 gradi. La stazione è un esempio degli sforzi in corso nelle località di montagna per passare a un modello turistico su quattro stagioni, compatibile con i cambiamenti climatici.

Gennaio e febbraio in aumento, marzo sotto osservazione

Per i mesi di gennaio e febbraio, le previsioni nelle Hautes Alpes parlano di un tasso di occupazione superiore al 40% a gennaio e al 62% a febbraio, con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente.

D’altra parte, marzo rimane il mese con il minor numero di visitatori. In Francia, le vacanze scolastiche primaverili, quest’anno previste dal 19 aprile al 5 maggio, arrivano alla fine della stagione dello sci. Infine, va notato che alcuni dei clienti di marzo sembrano spostarsi a gennaio, grazie ai prezzi accessibili. Tuttavia, i costi in albergo a marzo possono essere inferiori del 15-20% rispetto a febbraio. Sono inoltre disponibili offerte specifiche da parte di vari operatori.

Le principali stazioni sciistiche francesi chiuderanno il 26 aprile e alcune il 4 maggio, come Tignes e Val d’Isère, nella alta Tarentaise.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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