La GAM – Galleria d’Arte Moderna di Torino ospita fino al 16 marzo prossimo la prima grande mostra italiana dedicata a Mary Heilmann, artista americana e figura centrale dell’arte astratta contemporanea. Curata da Chiara Bertola, direttrice della GAM, l’esposizione è realizzata in collaborazione con lo Studio Heilmann di New York e propone una retrospettiva di oltre sessant’anni di carriera, mettendo in luce la gioiosità e l’approccio sperimentale dell’artista.

Un viaggio nell’opera di Mary Heilmann

La mostra ripercorre l’evoluzione creativa di Mary Heilmann, nata a San Francisco nel 1940, dagli esordi geometrici degli anni Settanta alle opere più recenti, caratterizzate da tele sagomate e colori fluorescenti. Sono esposte sessanta opere che intrecciano geometrie minimaliste, spontaneità cromatica e riferimenti autobiografici, offrendo una prospettiva ampia e accessibile sul suo approccio ludico all’astrazione.

Formata in poesia, ceramica e scultura, Heilmann si è trasferita a New York nel 1968, dove è passata alla pittura come reazione alla predominanza degli scultori della scena artistica. Il suo lavoro si distingue per l’unione di un’estetica formale con l’etica della Beat Generation e per l’uso esplosivo di colori e forme, ispirati alla controcultura californiana e al movimento per la libertà di parola.

L’impatto culturale e l’allestimento torinese

L’esposizione presenta opere storiche come Chinatown (1976) e French Screen (1978), accanto a lavori recenti come Driving at Night (2016) e Tube at Dusk (2022), che evocano paesaggi californiani e viaggi on the road. L’allestimento, curato per evocare i “suoni cromatici” di ogni periodo, include anche poltroncine disegnate dall’artista appositamente per la GAM.

Questa retrospettiva si inserisce nella nuova visione della GAM, che punta a intrecciare collezioni permanenti, mostre temporanee ed eventi, creando un dialogo organico tra arte storica e contemporanea.

La mostra è accompagnata da un catalogo con contributi critici e immagini delle opere esposte, offrendo un’analisi approfondita del lavoro di Heilmann e del suo impatto sulla pittura contemporanea.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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