Immerso nei pittoreschi villaggi dell’alta Valle d’Aosta, tra tradizioni che scorrono nel sangue e legami con la terra mai dimenticati, l’amicizia narrata da Paolo Cognetti nel suo “Le otto montagne” è dolceamara e fusa con un pizzico di leale nostalgia. Il profondo legame tra Pietro, originario di Milano ma amante dei paesaggi di Brusson, e Bruno, nato da una famiglia di allevatori del posto, è il filo conduttore di un pluripremiato romanzo che non manca di suscitare emozione pagina dopo pagina.
Il volume, edito da Einaudi nel novembre del 2016, è acquistabile sul sito web della casa al prezzo di 18,50 euro; per la lingua francese il riferimento è per contro alle Éditions Stock, con duplice versione cartacea (21,50 euro) e digitale (7,49 euro).
“Le otto montagne” di Paolo Cognetti
Pietro e Bruno si incontrano a Brusson, luogo dove il primo è solito trascorrere lunghi periodi di vacanza estiva al fianco del padre appassionato di alpinismo e dove il secondo invece vive e lavora assieme alla sua famiglia. È una amicizia profonda e sincera, che lega i due sin dalla giovane età ma che si interrompe bruscamente dopo anni di vicinanza quando ambedue intraprendono il proprio cammino in età adulta.
Trascorre il tempo, Bruno sceglie di restare nella sua Valle d’Aosta mentre Pietro opta per una carriera nel cinema documentario tra le città di Milano e Torino. Ma alla morte del padre egli torna nella regione della sua infanzia e riallaccia il suo rapporto con l’amico di una vita per restaurare assieme la baita di famiglia durante il periodo estivo.
Le loro vite sono nuovamente e strenuamente intrecciate, in una trama che mescola affetto, ricordi e una montagna da un ruolo predominante e da una capacità di attrazione tale da sorprendere.
Un romanzo pluripremiato
Grazie al suo “Le otto montagne”, Paolo Cognetti ha ottenuto un notevole successo di pubblico e critica tanto da conquistare nel 2017 l’ambito “Premio Strega”, oltre al “Premio ITAS del Libro di montagna” nella categoria “Narrativa”. Quello stesso anno e l’anno successivo, egli ha peraltro ricevuto il “Prix François Sommer” e il “Prix Médicis étranger”, confermando l’impatto della sua penna tanto in Italia quanto all’estero nella sua traduzione in 35 lingue.
In seguito, nel 2022, esso è stato adattato in un lungometraggio omonimo prodotto congiuntamente da Italia, Belgio e Francia e diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Presentata in concorso al 75º Festival del cinema di Cannes, la pellicola ha ottenuto il “Premio della giuria” oltre che, nel 2023 in Italia, quattro “David di Donatello” incluso quello per il miglior film.
L’autore
Nato il 27 gennaio del 1978, Paolo Cognetti intraprende inizialmente un percorso di studi in matematica presso l’Università di Milano, per poi diplomarsi alfine nel 1999 alla Civica scuola di cinema della sua città. Prima di esordire nella narrativa nel 2003 con il racconto “Fare ordine”, cui seguirono opere a riflettere una profonda sensibilità verso la scrittura, egli realizza svariati documentari di carattere sociale, politico e letterario.
Una delle sue principali fonti di ispirazione è, come evidente, la montagna della Valle d’Aosta, grazie a estati di infanzia trascorse nei villaggi di alta quota che hanno segnato anche la sua adultità e soprattutto il suo percorso letterario. Dopo “Le otto montagne”, egli dedica alla sua passione per le Alpi un intero ciclo composto dai romanzi “Senza mai arrivare in cima” (2018), “La felicità del lupo” (2021) e “Giù nella valle” (2023).
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