“Dove la parete strapiomba” è il titolo del primo libro scritto dal grande alpinista italiano Riccardo Cassin, scomparso nel 2009 dopo una vita dedicata tanto allo sport di alta quota quanto alla Resistenza antifascista. Esso contiene sia racconti diretti di alcune tra le più importanti imprese della storia sia una testimonianza viva di una epoca in cui la montagna è ancora un territorio da esplorare e da conquistare pur con mezzi limitati.

Il volume è tornato disponibile sin dal dicembre scorso nella forma di una riedizione dell’originale pubblicato nel 1958 da parte della casa editrice piemontese Priuli e Verlucca. Esso può dunque essere acquistato nelle principali librerie oppure online sul sito web apposito al prezzo di 21,50 euro.

Riccardo Cassin

Riccardo Cassin nasce nel 1909 a San Vito al Tagliamento (Friuli-Venezia Giulia) da una famiglia di umili origini e, rimasto orfano di padre in tenera età, sin da subito forgia il suo carattere tra fatica e determinazione. Trasferitosi giovanissimo a Lecco per lavorare come operaio, egli si avvicina molto presto alla montagna arrivando a trovare nell’alpinismo la propria vera vocazione.

Gli Anni Trenta lo vedono tra i protagonisti del cosiddetto “sesto grado”, l’epoca più florida per le imprese estreme su roccia e ghiaccio. Tra le sue ascensioni memorabili spiccano la prima salita dello spigolo sud-est della Torre Trieste, della parete nord della Cima Ovest di Lavaredo e della parete nord-est del Pizzo Badile (Dolomiti).

L’alpinismo

Tra le pagine di “Dove la parete strapiomba”, Riccardo Cassin ripercorre le prime grandi ascensioni che lo hanno consacrato tra i miti dell’alpinismo non soltanto nazionale bensì pure mondiale. Il libro restituisce con energia e passione lo spirito di conquista di quegli anni così floridi per lo sport di montagna, epoca nella quale non si cercava semplicemente una cima inviolata ma si puntava a scalare la parete più ardua servendosi della via più difficile.

Attraverso imprese leggendarie tra cui anche la prima salita della celebre Walker delle Grandes Jorasses (Monte Bianco, sulla linea di frontiera tra Italia e Francia), egli trasporta il lettore in una avventura verticale mozzafiato. In un intreccio di fatica, rischio e amicizia, lo scritto è da sempre tra i più ricercati dagli appassionati sportivi assieme alla controparte “Capocordata” datata 2001.

La Resistenza

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Riccardo Cassin si trova impegnato nella Resistenza antifascista e partecipa in prima linea a scontri armati dove suo malgrado perde cari amici e resta a sua volta ferito.

Dopo il conflitto, egli si dedica all’alpinismo esplorativo, con spedizioni straordinarie dal Gasherbrum IV al Denali, e all’innovazione tecnica, firmando lo sviluppo di chiodi, piccozze, moschettoni, ramponi e persino delle prime cinture da arrampicata. Inoltre, egli diviene accompagnatore e guida e, con il suo carisma e la sua esperienza, conduce intere generazioni di scalatori, trasmettendo loro i valori della dedizione, dell’umiltà e del coraggio.

Nonostante alcune amare esclusioni, come quella dalla spedizione italiana al K2 nel 1954, il suo nome resta legato a imprese che hanno contribuito alla costruzione di una moderna cultura della montagna. Ancora oggi, a distanza di anni dalla sua scomparsa, egli è rammentato come uno dei più grandi alpinisti del Novecento grazie a piazze, monumenti, mostre e pubblicazioni interamente dedicati.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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