Bisogna parlare di rifugi, e soprattutto di quelli minori, perché sono testimonianza di una continuo impegno delle comunità e delle associazioni: tra questi, il rifugio Savona nelle Alpi Liguri merita attenzione.

È stato ristrutturato grazie a una quota di fondi europei PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza come il France Relance) e al lavoro di volontari. E’ in funzione da agosto, dopo l’inaugurazione di fine luglio. E’ in provincia di Cuneo, a 1.588 metri di quota. Si raggiunge facilmente a piedi ed è ora accessibile anche a persone con mobilità ridotta.

L’intervento ha mantenuto i caratteri originali del rifugio, realizzato nel 1948 con materiali di recupero bellico, e ha migliorato la funzionalità e l’accessibilità.

Una storia lunga settantacinque anni

Il rifugio Savona nacque nel secondo dopoguerra grazie all’iniziativa di alcuni soci del CAI, che recuperarono lamiere da un deposito militare. Nel 1965 ebbe una nuova sezione in muratura e negli anni successivi gli impianti elettrici. La struttura si trova a Pian Bersi, sopra Valdinferno, in zona fredda ma esposta a sud. Gode della vista sul monte Antoroto e, in lontananza, sul mar ligure.

Negli anni, il rifugio è diventato una tappa per chi percorre i sentieri delle Alpi Liguri, in particolare verso le vette del monte Antoroto (2.144 m), del monte Grosso (2.007 m), del monte Mussiglione (1.947 m) e del monte Berlino (1.789 m), attraversando paesaggi di pascoli e boschi. Si possono fare anche degli anelli ed escursioni in luoghi boscati o aperti sostanzialmente intatti.

Un progetto partecipato

La ristrutturazione deriva dal contributo della Regione Piemonte, tramite fondi europei del PNRR, dal CAI Centrale, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, e dalla collaborazione di imprese e volontari.

A settembre si sarà una prima esperienza di escursionismo assistito per persone con disabilità motorie, grazie anche all’uso della joëlette, sedia monoruota in dotazione al Soccorso Alpino.

Il rifugio è disponibile per soggiorni durante tutto l’anno, sia per soci CAI sia per non soci. Dispone di 18 posti letto con materassi, coperte e cuscini (ma è obbligatorio l’uso del sacco lenzuolo) cucina attrezzata, ampia sala da pranzo, due docce e tre bagni – uno dei quali accessibile a disabili – e acqua calda.

Il sentiero più breve per raggiungere il rifugio parte dalla frazione Valdinferno di Garessio, a 1.250 metri di altitudine. Il percorso ha difficoltà media e si completa in circa un’ora. Il dislivello positivo è di circa 350 metri, attraversando prima boschi e poi praterie d’alta quota.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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