Domani, venerdì 10 ottobre, la città di Aosta ospiterà la prima edizione degli Stati generali dell’agricoltura alpina, una giornata di incontro e dialogo dedicata al futuro delle aree montane e del loro sistema agricolo. L’iniziativa nasce dalla volontà della Regione autonoma Valle d’Aosta e dell’Università della Valle d’Aosta di aprire un confronto ampio e costruttivo tra istituzioni, ricercatori, operatori del settore, silvicoltori e agricoltori.

Gli Stati generali dell’agricoltura alpina ad Aosta

La selezione della Valle d’Aosta come meta degli Stati generali dell’agricoltura alpina non è stata casuale, anzi si deve alla sua natura di regione interamente montana e custode di un patrimonio ambientale e culturale ricco. Intreccio di paesaggio, tradizione e vita quotidiana con l’agricoltura, essa è giudicata una valida sintesi delle sfide che accomunano di fatto tutte le aree alpine italiane e non soltanto.

Nemmeno la scelta temporale risulta fortuita bensì innestata sull’attualità della tematica alla luce dell’impegno dell’Unione Europea nel delineare le linee guida per la nuova programmazione agricola 2028/2034. Come ogni “stato generale”, l’incontro vuole dunque rappresentare una occasione per analizzare ciò che risulta completato in passato, comprendere le esigenze del presente e costruire insieme visioni condivise per il futuro della professione.

Dall’Europa alla Valle d’Aosta

lavori degli Stati generali dell’agricoltura alpina si apriranno alle 9:00 presso la Sala Maria Ida Viglino del Palazzo Regionale di Aosta con i consueti saluti istituzionali. Seguirà la presentazione del programma da parte di Alessandro Rota, dirigente della Struttura politiche regionali di sviluppo rurale, e di Valentina Porcellana, docente di antropologia alpina dell’Università della Valle d’Aosta.

La mattinata sarà poi dedicata all’approfondimento delle politiche europee e nazionali con la partecipazione di Andrea Incarnati della Commissione Europea e dell’eurodeputato Herbert Dorfmann. Dopo la pausa caffè, la riflessione si sposterà sulla tematica delle agricolture di montagna, introdotta dalla stessa Porcellana e approfondito dalla collega dell’Università del Molise Letizia Bindi.

Successivamente è prevista una serie di interventi su “AGRI28”, la nuova programmazione comunitaria, e sul “Tavolo delle risorse”, oltre a un quadro dell’agricoltura e dell’allevamento in Valle d’Aosta a cura dello stesso Rota. Chiuderà la sessione mattutina Simona Angelini, direttrice generale del ministero dell’Agricoltura, con un focus sugli aiuti nazionali “Eco-schema 1” nelle aree montane, prima della conclusione affidata all’assessore regionale Marco Carrel.

La parola agli agricoltori

Dopo un pranzo conviviale presso l’ateneo di Aosta, il pomeriggio degli Stati generali dell’agricoltura alpina sarà destinato al confronto diretto tra operatori, con quattro tavoli paralleli. Il tutto finalizzato all’ascolto di “chi fa agricoltura” in Valle d’Aosta, cioè gli agricoltori, i silvicoltori, chi trasforma e valorizza le materie prime date dalla terra all’uomo.

Oltre a “Impresa familiare rurale e montana” e “Produrre qualità”, si tratterà in tale sede di “Agricoltura e turismo” nonché di “Innovare e rinnovare”. I risultati delle discussioni saranno alfine presentati in sessione plenaria alle 16:30, prima della chiusura ufficiale dei lavori prevista per le 17:30.

LEGGI ANCHE: Agricoltura smart e di precisione, ad Asti un progetto in viticoltura

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

Exit mobile version