Durante l’estate passata sono emerse analisi che hanno rilevato che il sistema idrico collegato al Lago di Ginevra risulta inquinato da una concentrazione media di 0,7 microgrammi per litro di 1,2,4-Triazolo. La soglia legale svizzera per tale sostanza, definita come valore massimo ammissibile per l’acqua potabile, è fissata a 0,1 microgrammi per litro, ciò che rende presenza monitorata pari a sette volte superiore alla norma.
Che cosa è il 1,2,4-Triazolo?
Il composto che ha inquinato il Lago di Ginevra appartiene alla famiglia dei Triazoli, molecole utilizzate come intermedi nella produzione di farmaci, pesticidi e prodotti chimici industriali. In particolare, il 1,2,4-Triazolo è una sostanza altamente solubile, stabile e poco degradabile, caratteristiche che ne facilitano la dispersione nei corsi di acqua e ne prolungano la permanenza negli ecosistemi.
A oggi, secondo le valutazioni tossicologiche disponibili, la natura persistente del composto e le incertezze sugli effetti a lungo termine alimentano il dibattito scientifico. Per questa ragione, il quadro normativo europeo applica valori molto restrittivi basati sul principio di precauzione, ed è proprio il superamento di tali soglie legali a rendere tale caso un precedente significativo per la gestione della qualità delle acque.
Come mai il Lago di Ginevra risulta inquinato?
Dalle indagini dei Cantoni di Ginevra, Vaud e Vallese è emerso che il 1,2,4-Triazolo sarebbe collegato allo stabilimento chimico di Monthey (Cantone del Vallese), dove esso è utilizzato per la produzione di composti industriali. Non si tratta di un incidente isolato bensì, come ammesso dallo stesso sito, di uno scarico avvenuto per oltre un decennio nel Fiume Rodano, che alimenta il lago e poi prosegue verso sud.
La società responsabile ha annunciato la fine dei rilasci e l’adozione di misure correttive, ma secondo gli esperti la sostanza permarrà nel lago per almeno dieci anni. Il cosiddetto “effetto cocktail”, ovverosia la sovrapposizione di microinquinanti, rischia dunque di affliggere un fiume che attraversa aree umide, territori agricoli, zone naturali protette sino al delta vicino a Marsiglia e alfine al Mar Mediterraneo.
Gli effetti sanitari
Nonostante il Lago di Ginevra risulti a oggi inquinato dall’1,2,4-Triazolo, le autorità sanitarie cantonali sostengono che il superamento dei limiti normativi nella concentrazione non presenta rischi per la salute umana. È stato peraltro sottolineato come la sostanza potrebbe essere presente da anni al livello attuale di esposizione senza avere mai per questo posto problemi sanitari rilevanti.
Queste rassicurazioni, però, non sono sufficienti a dissolvere del tutto i dubbi poiché i limiti posti per legge non sono numeri casuali bensì soglie definite proprio per proteggere la salute pubblica. Il 1,2,4-Triazolo non è oggi classificato come un contaminante acuto ma è da ricordare che alcune agenzie internazionali, tra cui l’ANSES in Francia, fissano limitazioni sanitarie significativamente più elevate rispetto a quelli svizzeri.
Reazioni politiche e legali
L’annuncio dei superamenti che hanno inquinato il Lago di Ginevra ha dato avvio a una serie di iniziative istituzionali, tra cui nuovi campionamenti e valutazioni tecniche per stabilire se e come modificare i sistemi di trattamento dell’acqua. La Città di Losanna ha incaricato una giurista esperta in diritto ambientale per valutare possibili vie legali e alcuni distributori di acqua potabile hanno deciso di unirsi al procedimento.
Le autorità promettono aggiornamenti nei prossimi mesi, ma la presenza di un contaminante industriale in concentrazioni superiori agli standard regolamentari tocca questioni che vanno ben oltre la potabilità dell’acqua del rubinetto. Perché nel frattempo tale sostanza continua a circolare dal sito industriale al Rodano, dal Rodano al lago, dal lago alle reti idriche e alfine verso il mare.
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