Sottili frittelle originarie della Bretagna ma diffusesi globalmente sin dal secolo scorso, le crêpes possono ora fregiarsi del titolo di dolce migliore del mondo secondo TasteAtlas. La guida internazionale ha difatti stilato una classifica relativa ai migliori dessert internazionali, nella quale la tradizionale preparazione ha trionfato ottenendo 4,7 punti su 5.

Le crêpes

Cucinate mescolando farina di grano, uova, latte e burro a formare una liscia pastella successivamente versata in una apposita padella e fritta nel burro, le crêpes possono essere consumate sia calde sia fredde. Il loro nome, spesse volte tradotto in italiano come “crespelle”, si deve al latino “crispus” nel significato di “arricciato” od “ondulato”.

Su tutto il territorio francese le crêpes rappresentano un simbolo di amicizia e alleanza per via dell’usanza dei mezzadri di offrirle in dono ai loro ricchi padroni. Stando alle tradizioni, esse vengono mangiate di preferenza in occasione della Candelora che ricade ogni anno il 2 di febbraio, facendole saltare durante la cottura come forma di buon auspicio ed espressione di desideri per il proprio futuro.

Grazie alla neutralità della loro base, le crêpes possono farcite con golosi ingredienti dolciquali creme, cioccolata e frutta ma anche con più variegati ingredienti salati quali salumi, formaggi e verdure. Indimenticabili sono peraltro le crêpes suzette, la versione servita con una salsa a base di burro e zucchero caramellato oltre che con succo di arancia e liquore Grand Marnier.

La classifica TasteAtlas

I dolci francesi in classifica

Nella graduatoria di TasteAtlas spiccano per il loro apprezzamento altre due preparazioni tipicamente francesi, ovverosia la crème brûlée (4,6 punti) e il soufflée al cioccolato (4,6 punti), che ricoprono rispettivamente quinto e nono posto.

La prima altro non è se non una crema all’uovo composta da tuorli, panna, zucchero e vaniglia, cotta a bagnomaria e sormontata da una crosta di mou caramellata. Il suo sapore delicato reso al contempo pizzicante dal lieve sentore di “bruciato” ha però origini incerte che ne vedono la paternità attribuita alternativamente agli spagnoli, che la identificano come cremata catalana, e agli inglesi, che invece la denominano “crema bruciata”.

Il secondo dessert combina il cioccolato fondente con un composto di tuorlo di uovo e soffici albumi, successivamente trasferito all’interno di piccoli pirottini dove esso viene cotto per poco tempo di modo da assumere la sua consistenza croccante fuori e vellutata al centro. Nonostante una nascita e una diffusione prettamente salate, a oggi esso è una delle interpretazioni più popolari oltre che più golose del francese soufflé.

I dolci italiani in classifica

Anche a scapito della nomea dei dolci francesi come i migliori al mondo, TasteAtlas non ha mancato di riconoscere importanti meriti anche ai dolci italiani, inserendone nella sua graduatoria ben tre.

Il primo in ordine di merito è il tiramisù, cui la guida dona 4,6 punti su 5 e un conseguente quarto posto. Invenzione piuttosto recente contesa tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, esso gode di uno status iconico tra i dessert della Penisola, tanto da esserne forse uno dei più noti oltre che un fine pasto immancabile nei ristoranti locali. Creato con savoiardi imbevuti nel caffè e ricoperti di una crema al mascarpone, esso rappresenta un autentico “tirami su” grazie al suo elevato contenuto di un zucchero e caffè.

Al quarantesimo posto fa la sua comparsa con 4,5 punti il gelato al pistacchio, uno dei gusti più amati nonché popolari del celebre gelato. Esso associa una cremosa pasta di pistacchio a una base classica formata da latte, panna e zucchero e, nei casi più gustosi, viene completato da frutta secca tostata, caramellata o sabbiata.

Poco sotto, al quarantottesimo posto con 4,5 punti, ben si difende anche lo strudel, nato nella regione della Val di Non in Trentino Alto Adige. Esso si forma di sottili sfoglie di pasta successivamente riempite con mele di varietà Golden Delicious, uvetta, cannella e pinoli. Avvolto su se stesso a formare un rotolo e poi cotto rigorosamente in forno, esso è perfetto se servito e consumato ancora caldo e generosamente spolverato di zucchero a velo.

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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