Sono trascorsi già 25 anni dal grave incendio scoppiato all’interno del Traforo del Monte Bianco che il 24 marzo del 1999 è costato la vita a 39 persone. Domenica 24 marzo scorsa una cerimonia parallela ai due lati delle gallerie dalla società Traforo Monte Bianco-GEIE, ha voluto ricordare il rogo e le sue vittime. La mattinata ha visto incontrarsi sui due piazzali di Courmayeur e Chamonix autorità politiche e cittadini in un intimo momento di raccoglimento scandito dal simbolico suono di una sirena scattata oggi come allora alle 10:51.

Il Traforo

Il Traforo del Monte Bianco con i suoi 11,61 chilometri di lunghezza rappresenta una delle maggiori vie di trasporto transalpino e collega la regione italiana della Valle d’Aosta e la regione invece francese dell’Alvernia-Rodano-Alpi.

I lavori per la sua costruzione esordiscono nel mese di maggio del 1946 sotto il progetto dell’ingegnere Dino Lora Totino riveduto e aggiornato dal collega Vittorio Zignoli. Seguono diverse fasi burocratiche di accordo tra le due parti per la realizzazione delle gallerie, rispettivamente firmate dalla Francia nel 1954 e dall’Italia nel 1957, oltre che di costituzione delle società gestrici. L’infrastruttura viene inaugurata ufficialmente il 16 luglio del 1965alla presenza dell’allora presidente della Repubblica italiana, Giuseppe Saragat, e dell’allora presidente della Repubblica francese, Charles De Gaulle; essa potrà finalmente aprire al traffico appena tre giorni dopo, il 19 luglio.

L’incendio del Traforo del Monte Bianco

L’incendio scoppiato nel Traforo del Monte Bianco ha origine da un autoarticolato trasportante farina e margarina e guidato dal camionista di origini belghe Gilbert Degrave. Preso dal panico per quanto stava succedendo, l’uomo si ferma all’interno della galleria creando però così un ingorgo dove i viaggiatori già entrati dai due versanti restano incastrati.

Alle 10:51 viene dato un primo allarme e il tunnel viene chiuso su ambedue i lati francese (10:55) e italiano (10:56), seguito poi dall’arrivo dei primi soccorsi allertati alle 10:58 (11:09). Per riuscire a domare il rogo vengono impiegate 53 ore di tempo poiché, a causa della presenza di materiali combustibili, le fiamme si sono propagate tanto da occupare buona parte del condotto e da raggiungere temperature di mille gradi; in aggiunta, la schiuma di poliuretano utilizzata per isolare il camion frigorifero ha preso facilmente fuoco e iniziato a rilasciare nell’aria cianuro altamente tossico.

Dopo tale drammatico episodio il Traforo del Monte Bianco resta chiuso per tre anni di tempo e viene riaperto per le sole automobili il 9 marzo del 2002. Oltre ai numerosi interventi di riparazione richiesti, sono stati creati postazioni di soccorso e rifugi oltre che nicchie antincendio e SOS volti a scongiurare l’accadere di vicende similari; inoltre, le due società concessionarie hanno dato vita a una società comune GEIE-TMB e hanno predisposto una sala di comando unica, che bada a che le regole di interdizione ai mezzi che trasportano materiali pericolosi nonché di velocità e distanza siano rispettate.

LEGGI ANCHE Un viaggio dentro al Traforo del Monte Bianco

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

Exit mobile version