B-solutions: tre articoli in collaborazione con l’Associazione delle regioni europee di frontiera (ARFE) – 2 – Sicurezza sociale, l’esempio franco-lussemburghese – leggi la serie

Un caso di studio sull’applicazione delle B-solutions, ossia soluzioni che possono essere attuate nel quadro dei vincoli esistenti, riguarda gli ostacoli nel campo della sicurezza sociale e della salute al confine franco-lussemburghese.

B-solutions è un’iniziativa pilota volta ad affrontare gli ostacoli legali e amministrativi lungo le frontiere terrestri interne dell’UE, promossa dalla Commissione europea e gestita dall’Associazione delle regioni frontaliere europee (ARFE).

Marine Yeral è stata responsabile delle politiche della “società civile e della salute” all’interno del GECT Alzette-Belval fino a marzo 2024. Il GECT (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) copre un’area composta da 13 comuni e riunisce più di 100.000 residenti lungo il confine franco-lussemburghese. I comuni coinvolti sono piuttosto piccoli, da Aumetz (2.357 abitanti) a Esch-sur-Alzette (36.218 abitanti).

Il nostro obiettivo è sviluppare una conurbazione transfrontaliera basata sul principio dello sviluppo sostenibile e della convivenza. Il GECT ha una strategia pluriennale che definisce una tabella di marcia in diversi settori, tra cui la salute, la pianificazione territoriale, la convivenza, l’istruzione e l’ambiente“, spiega Marine Yeral (testimonianza raccolta nell’ottobre 2023 in inglese, tradotta in francese).

Quattro sfide nella sicurezza sociale

È nel campo della salute che Marine Yeral e i suoi colleghi hanno scelto di concentrarsi, chiedendo l’aiuto di b-solutions su quattro casi diversi. “La nostra partecipazione al processo di b-solutions si inserisce perfettamente nelle dinamiche della strategia del GECT Alzette-Belval, che mira a fornire assistenza sanitaria su entrambi i lati del confine, indipendentemente dal luogo di lavoro o di residenza, e a sviluppare un percorso sanitario senza barriere”, spiega l’autrice.

Un caso riguarda la mancanza di coordinamento tra i sistemi di sicurezza sociale francese e lussemburghese, che comporta difficoltà in termini di rimborsi o di copertura assicurativa per i lavoratori transfrontalieri e le loro famiglie. Entrambi i Paesi hanno un sistema sanitario basato sul modello di assicurazione sanitaria (schema Bismark), mentre l’Italia, ad esempio, ha un’organizzazione che non prevede rimborsi (schema Beveridge).

Ad esempio, una famiglia che vive in Francia può avere problemi ad assicurare il proprio figlio se solo uno dei genitori lavora in Lussemburgo e contribuisce all’agenzia lussemburghese di assicurazione sanitaria. Un altro esempio è il tasso di rimborso più basso per i pensionati che vivono in Francia ma che hanno lavorato per tutta la vita in Lussemburgo e che si rivolgono a questo paese per ricevere cure mediche.

B-solutions nella previdenza sociale

L’esperto di b-solutions Jean-François Devemy ha elencato diverse possibili soluzioni a queste sfide, come la creazione di accordi bilaterali che modifichino le leggi per tenere conto della natura transfrontaliera del territorio, o una migliore compensazione da parte del governo francese per questi lavoratori nella regione di confine. Un altro possibile approccio sarebbe quello di istituire un centro sanitario transfrontaliero al confine, dove applicare, su richiesta, le leggi nazionali di entrambi i Paesi.

(Video YouTube del GECT Alzette Belval)

Le discussioni con l’esperto sono andate molto bene e il problema è stato ben compreso. Ciò significa che ora disponiamo di soluzioni proposte ‘praticabili’ per il futuro“, afferma Marine Yeral. “Partecipare all’iniziativa b-solutions ci ha permesso di adottare un approccio proattivo per trovare soluzioni ai problemi che abbiamo incontrato. Non è possibile costruire un agglomerato transfrontaliero con un sistema sanitario ‘a due velocità’, e le soluzioni proposte offrono approcci diversi a un sistema sanitario che rispecchia la realtà di questa zona di vita transfrontaliera“, aggiunge.

Guardando a ciò che resta da fare, Marine Yeral è ottimista: “Il GECT Alzette-Belval ha il vantaggio di avere già una governance transfrontaliera sul suo territorio, il che rende possibile la realizzazione di esperimenti transfrontalieri per verificare la fattibilità delle soluzioni proposte. Le soluzioni descritte nel caso saranno presentate alle autorità competenti, che le attueranno per quanto possibile“.

Per saperne di più sui casi di B-solutions svolti dal GECT Alzette Belval, consultare questa pagina e le 4 relazioni disponibili in inglese e francese.

* Mariane Bloudeau è responsabile di progetto presso l’Associazione delle regioni europee di frontiera (ARFE).


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