Le Alpi occidentali, francesi, italiane e svizzere, sono particolarmente esposte alle inondazioni e ai rischi idrogeologici, e questa volta il caso più grave è accaduto a Saint-Christophe-en-Oisans, nell’Isère. Le nostre Alpi sono le prime alte montagne rispetto alla facciata atlantica e si ritrovano spesso all’incrocio da sud e nord delle correnti calde e fredde europee.

Quando si osserva l’insieme dell’area, anche dal punto di vista giornalistico, ci si accorge che ogni volta, da qualche parte nelle Alpi occidentali si realizza un caso estremo, con danni ingenti, colate di fango o frane, rischi per le persone, quando non vittime.

I casi più gravi sono rimasti impressi nella memoria – dalla tempesta Alex, le distruzioni e i morti in valle d’Aosta e in Piemonte nel 2000, l’inondazione nel Var negli anni 2010, e ancora nel 2023 le piogge e le inondazioni da metà ottobre a metà dicembre.  Si tratta non solo di rischi per le persone, ma anche di danni economici, che costringono ad un aumento sistematico della spesa pubblica per la manutenzione e il ripristino di strade e infrastrutture, e di spesa privata e di assicurazioni, per i danni alle proprietà. Ricordiamo, tra l’altro, che la ferrovia storica del Fréjus è chiusa proprio per una frana sin dal 27 agosto del 2023.

La situazione sul versante italiano degli ultimi giorni

L’impressione è che anche sotto il profilo della comunicazione, la visione del problema sia limitata e circoscritta alla singola zona colpita, pensando ogni volta di averla scampata. In Valle d’Aosta sono state chiuse delle strade con ordinanze comunali ed è stata emessa un’allerta gialla. In Piemonte si sono registrate piogge torrenziali in particolare nelle Langhe, nelle zone di Cuneo, Asti e Torino, ma anche grandinate con chicchi di 3-4 centimetri di diametro, per esempio nel comune di Piozzo. A Ivrea vi è stato un nubifragio, con alberi caduti e interruzioni elettriche e vento discendente (downburst). Nella provincia di Biella le autorità locali hanno chiuso diverse strade, rilevando anche alberi caduti sulle strade e tetti scoperchiati, oltre a interruzioni dell’elettricità.

Il caso più grave nell’Isère

Sulle alpi francesi analoghi casi si sono sviluppati. In Haute Maurienne, il torrente Arc è parzialmente uscito dagli argini. Nell’Isère, nella zona turistica di Deux-Alpes, il comune di Saint-Christophe-en-Oisans ha subito un’inondazione e le ultime persone sono state evacuate sabato mattina, mentre un centinaio avevano lasciato il villaggio già nella giornata di venerdì.

Il fango ha invaso le strade e colpito diverse abitazioni, con danni ingenti. Il villaggio di Venosc risultata raggiungibile solo in telecabina. Gli operatori hanno ripristano in poche ore le interruzioni di energia elettrica e della rete telefonica mobile, anche se la località di Deux-Alpes ha ancora riscontrato delle difficoltà.

LEGGI ANCHE: La valle della Roja e il Trattato del Quirinale

Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, dal Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

Exit mobile version