La Galleria d’Arte Moderna (GAM) di Torino inaugura “SoundSilence“, una nuova mostra, tutta particolare, di dischi d’artista, curata da Elena Volpato. Attraverso i dischi e le loro copertine, con i suoni, i testi e le immagini, si tratta di un vero percorso, con una speciale angolatura, sulla storia e la cultura europea e occidentale del Novecento e dei primi anni Duemila.

L’esposizione segna l’introduzione di un nuovo capitolo collezionistico della GAM di Torino: una raccolta di 471 dischi d’artista. Il nucleo principale è stato inizialmente assemblato da Giorgio Maffei, a cui la GAM ha aggiunto ulteriori pezzi.

“SoundSilence” permette di esplorare le copertine artistiche dei dischi, molte delle quali disegnate dagli stessi artisti e di ascoltare le tracce audio sia nella mostra che nella videoteca del museo – di recente rinnovata. Si potranno anche leggere i documenti interni agli album.

In occasione dell’inaugurazione, giovedì 27 giugno, dalle ore 19, con partecipazione gratuita, all’arena Paolini, ci saranno tre sound performances con Riccardo Baruzzi insieme alla soprano Elena Busni, di Francesco Cavaliere e di Jacopo Benassi con gli Untitled Noise.

Le sperimentazioni: Futurismo e Dadaismo

La collezione copre sperimentazioni artistiche sonore e poetiche. Si parte dal futurismo, con declamazioni ed espressioni musicali di Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Russolo. Il Dadaismo è presente con Richard Huelsenbeck, Kurt Schwitters, Tristan Tzara, Hugo Ball e Raoul Hausmann. Li si ricorda per i fono-poemi con sillabe da non interpretare direttamente per i loro significati.

Ad Arthur Petronio, influenzato da Wassily Kandinsky, si deve una teoria della “verbophonie” nata nel 1919. Karel Appel e Jean Dubuffet viaggiarono invece su elementi naturalistici, con suoni corrispondenti. La collezione include anche “Le Lettrisme“, un disco del 1958 con i componimenti di Isidore Isou e Maurice Lemaître, e molte opere prodotte dalla rivista “Cinquème Saison”, diretta da Henri Chopin.

La Beat Generation e le neoavanguardie

Per periodi più recenti, ma sempre lontani, la Beat Generation trova spazio nella collezione con dischi curati da John Giorno, con partecipazione di William Burroughs, Allen Ginsberg e altri poeti del progetto Dial-a-Poem.

Le ricerche sul silenzio di Yves Klein e John Cage sono una parte importante della collezione. La produzione del movimento Fluxus è rappresentata da artisti come Joseph Beuys, Philip Corner, Robert Filliou, Dick Higgins, Yoko Ono, Nam June Paik, Ben Vautier e Wolf Vostell.

Tra le figure chiave delle neovanguardie concettuali si trova inoltre Lawrence Weiner, con l’interesse parallelo per il disco, il libro e il video, Si possono poi vedere Allan Kaprow con “How to Make a Happening” e Richard Long con “A Round of Desert Flowers“.

Gli anni Ottanta e oltre

La collezione comprende una produzione di Laurie Anderson, dalle performance musicali multimediali alla Spoken Poetry. Tra gli altri artisti degli anni Ottanta troviamo Christian Boltanski, Bertrand Lavier e Georg Baselitz. Negli anni Novanta, figure di spicco come Christian Marclay e Katharina Fritsch sono ben rappresentate. Nei primi anni 2000, la collezione include opere di Henrik Hakansson, Carsten Nicolai, Rodney Graham e Martin Creed.

Recentemente, la collezione si è arricchita con le prime 13 uscite della Xong Collection – Artist Records, un’iniziativa di Xing dedicata agli artisti che ragionano sull’unione tra suoni e performances come fattori creativi.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, dal Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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