Marco Camandona, guida alpina valdostana, ha completato la salita delle quattordici cime oltre gli Ottomila metri con l’ascensione del Gasherbrum I. La notizia, che arriva pochi giorni dopo la sua salita del Gasherbrum II, ci rallegra anche qui a Nos Alpes perché è solo il ventesimo alpinista al mondo ad aver collezionato i quattordici Ottomila senza l’utilizzo di ossigeno supplementare.

La salita del Gasherbrum I

In questi giorni, in cui tutti gli occhi erano puntati sui tentativi di ripetizione del K2, molti dei quali organizzati per celebrare i settant’anni dalla prima ascensione del 31 luglio 1954 (compiuta da una spedizione italiana patrocinata dal CAI), Marco Camandona affrontava, sul massiccio del Karakorum in Pakistan, gli ultimi due Ottomila che gli mancavano all’appello per entrare nella storia dell’alpinismo internazionale.

Insieme a lui hanno partecipato alla spedizione il cognato Dante Luboz e Abele Blanc (quest’ultimo primo valdostano ad aver completato le salite dei quattordici Ottomila) per una spedizione tutta valdostana. Il progetto era quello di concatenare i due Gasherbrum senza tornare al Campo Base, in modo da rendere anche più rapida la salita delle due vette.

Altri italiani che prima di lui sono riusciti nell’impresa dei quattordici Ottomila portano i nomi di Reinhold Messner, Sergio Martini, Silvio Mondinelli, Abele Blanc, Mario Panzeri, Nives Meroi, Romano Benet e Fausto De Stefani (anche se quest’ultimo è spesso oggetto di controversie).

Tra coloro che hanno scalato gli ottomila senza ossigeno va citata la franco-svizzera Sophie Lavaud, a cui dobbiamo anche i due film On va marcher sur l’Everest (2014) e K2 Une Journée particulière (2016), e Erhard Loretan, mancato nel 2011 e originario del cantone di Friburgo. In questa classifica internazionale non ci sono alpinisti francesi.

Marco Camandona

Oltre ad essere una delle più rinomate Guide alpine della Valle d’Aosta, Marco Camandona è anche allenatore federale di scialpinismo e direttore tecnico del Millet Tour du Rutor Extrême, una gara internazionale di scialpinismo a tappe. Oltre ad aver ripetuto i quattordici Ottomila, ha anche aperto nuove vie in Himalaya e ha collezionato le ascensioni delle Seven Summit, ovvero le cime più alte di ogni continente.

La sua esperienza ineguagliabile ed una determinata passione per la montagna e l’avventura lo hanno ripagato di tutta la dedizione che ha sempre investito nell’alpinismo, facendolo entrare a tutti gli effetti nella cerchia degli alpinisti più forti di sempre.

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