Assediato e poi distrutto dalle truppe di Napoleone Bonaparte, dipinto dal pittore Taunay e raccontato da Stendhal, il Forte di Bard troneggia imponente e maestoso sulle strette vie lastricate del suo borgo omonimo.

Sito nel cuore della Valle d’Aosta, il paese con i suoi poco più di un centinaio di abitanti ha una lunga e travagliata storia che si estende dall’epoca dei Romani sino ai giorni nostri. Con la sua fortezza, dal gennaio del 2006 divenuta un polo museale, perdura nell’attirare in ogni stagione flussi di turisti internazionali.

Il borgo e il Forte di Bard (c) CC BY-SA 4.0 Hag Agnon Sin Wikimedia Commons

Scoprire il borgo di Bard

Il borgo di Bard sorge nel punto più stretto della valle della Dora Baltea, seguendone la direttrice sino alla possente roccia sulla quale si eleva il Forte, che a sua volta domina sul vicino Pont-Saint-Martin, all’ingresso meridionale della Valle d’Aosta. A questo è collegato tramite un ponte il comune di Hône.

La zona attorno del borgo è abitata sia dal Neolitico, come ben testimoniato dalle incisioni rupestri ritrovate e catalogate negli anni dagli studiosi. Successivamente, in piena età romana, essa è parte della Via delle Gallie, la strada consolare voluta da Augusto per collegare la Gallia Cisalpina alla Gallia Transalpina, che sarebbero oggi pianura padana, Francia e Svizzera.

Per lungo tempo dominio della Signoria dei Bard, il paese, che ha mantenuto il tipico assetto urbano medievale, venne apprezzato soprattutto per la sua posizione strategica e poco visibile da eventuali nemici. A oggi esso è costellato di numerosi punti di interesse risalenti al periodo tra il XV e il XVI secolo tra cui la Casa del Vescovo, Casa Valperga, Casa Ciucca e Casa della Meridiana; presenti anche i settecenteschi Palazzo dei nobili Nicole e Casa Challant.

Il ponte verso Hône e il borgo di Bard (c) CC BY-SA 2.0 b.roveran Wikimedia Commons

Il Forte di Bard: arriva Napoleone Bonaparte

Utilizzato come presidio militare sin dal VI secolo da parte degli Ostrogoti, il Forte di Bard ha saputo negli anni beneficiare e sfruttare la propria ubicazione a controllo del passaggio verso la pianura padana e la Savoia. Dapprima appannaggio del Visconte di Aosta Boso e dei suoi successori sino al XIII secolo, poco dopo esso diviene proprietà della Signoria feudale dei Bard; alla morte dell’ultimo discendente della famiglia, Ugo, esso passa nelle mani della Casa dei Savoia.

È il maggio del 1800 quando un esercito di composto dai 40 mila uomini dell’Armée de réserve di Napoleone Bonaparte riesce a varcare il passo del Gran San Bernardo diretto in Italia per sconfiggere l’esercito austriaco nel corso della Battaglia di Marengo, del 14 giugno.

Proprio allora entra in gioco l’incredibile fortezza, allora custodita da 400 soldati alle dipendenze del capitano Stockard von Bernkopf, arresosi soltanto dopo due settimane di assedio. Il superamento del Forte avvenne con un stratagemma e con il passaggio silenzioso di una parte delle truppe – che fu descritto da Stendhal, qualche anno dopo. Ogni due anni il forte ospita, tra fine agosto e inizio settembre, la rievocazione storica, con il titolo di “Napoleonica”.

Napoleone fece poi distruggere l’edificio, ma con la Restaurazione Carlo Felice di Savoia ne ordinò la ricostruzione – nel quadro di un complesso di altre opere di fortificazione del Regno di Sardegna – e con il progetto dell’ingegnere militare Antonio Francesco Olivero. Il complesso fortificato assume la sua forma attuale, composta da diversi corpi di fabbrica disposti su piani differenti e capace di ricavare 283 stanze nelle quali ospitare 416 soldati.

Forte di Bard, l’ascensore diagonale (c) CC BY-SA 3.0 Laurom Wikimedia Commons

Tra storia e cultura, musei e spettacoli

Caduto in disuso dalla fine del XIX secolo, il Forte di Bard ospita prima un carcere militare e poi in polveriera dell’Esercito italiano. Passato di proprietà alla Regione autonoma Valle d’Aosta nel 1975, esso è stato sottoposto a intensi lavori di restauro, sostenuti dai fondi europei, durati oltre dieci anni e conclusi con la riapertura e la conversione in centro culturale e museale.

La parte dei musei del Forte di Bard è suddivisa in distinte sezioni. Il Museo delle Alpi è al primo piano dell’Opera Carlo Alberto, principale edificio della fortezza, con un percorso espositivo raccontato dal naturalista, dal geografo, dall’antropologo, e dal meteorologo. il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere (Opera Ferdinando Superiore, piano terra) è invece dedicato alla storia delle fortezze e all’evoluzione delle frontiere.

La parte espositiva delle Alpi dei ragazzi e la Scala del tempo (Opera Vittorio, piano terra) è dedicata ai principali eventi storici delle Alpi occidentali. Sono anche da visitare le Prigioni (Opera Carlo Alberto, piano interrato) in cui si possono incontrare le spiegazioni e i ritratti di alcuni dei personaggi che hanno fatto visita o hanno avuto relazione diretta con il Forte, tra cui Napoleone, Camilo Benso conte di Cavour, Stendhal e lo stesso Olivero.

Altri spazi esterni e interni propongono mostre temporanee – che hanno un grande successo e rinomanza nazionale italiana ed europea.  

Il Forte è anche teatro di eventi come la mostra-mercato di prodotti tipici denominata Marché au Fort comunemente organizzata in autunno. Ospita anche concerti e spettacoli, e conferenze sui temi globali ed europei, nonché sessioni didattiche per le scuole.

La fortezza è anche la protagonista del quadro “Napoleone al Forte di Bard” del pittore Nicolas-Antoine Taunay.

Gli Avengers al Forte di Bard

La sua immagine iconica è entrata anche nel cinema contemporaneo.

A Bard sono state girate diverse scene di Avengers: Age of Ultron, della Marvel. Uscito nelle sale nel 2015, il film ha incassato in totale 1,4 miliardi di euro, ed è uno dei più visti della storia del cinema.

Il Forte di Bard vi è rappresentato come la sede di Hydra, la società segreta nemica dei supereroi, e cuore della città di Sokovia.

LEGGI ANCHE: La promessa non mantenuta sui Forti dell’Esseillon, in Alta Maurienne

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

Exit mobile version