Le sfide della biodiversità e la battaglia che flora e fauna stanno conducendo per svilupparsi e sopravvivere agli sconvolgimenti umani e climatici sono oggetto di una bella mostra a Torino, a Palazzo Madama, dal titolo “Il grande fiume: biodiversità tra passato e futuro”.
L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 4 febbraio 2025, immerge i visitatori in queste grandi sfide e nella ricca e variegata biodiversità del fiume, proponendo una riflessione sulla fragilità dell’ecosistema ed evidenziando le azioni di conservazione necessarie per il suo futuro.
La mostra è organizzata dal Museo Regionale di Scienze Naturali, dalla Regione Piemonte e dal Museo Paleontologico di Asti, in collaborazione con le Aree protette del Po piemontese, del Ticino e del Lago Maggiore e con il Centro di Referenza per l’Ittiofauna del Piemonte.
Una mostra immersiva
La mostra si articola in due sezioni distinte e complementari.
La prima mette in evidenza la ricca fauna acquatica del fiume, che comprende specie endemiche come il Zingel asper del Rodano e la cobite di stagno. Le immagini subacquee di Mattia Nocciola evidenziano lo sconvolgimento ambientale causato dalle specie invasive e gli effetti del cambiamento climatico sull’ecosistema, un contesto difficile e poco conosciuto.
La seconda sezione trasporta il visitatore in un passato remoto. Fossili provenienti dalle collezioni del Museo regionale di scienze naturali e del Museo paleontologico dell’Astigiano ripercorrono la storia della vita nel Po e nella Pianura Padana.
Tra gli oggetti esposti vi sono i fossili di pesci rinvenuti a Pecetto di Valenza, conchiglie provenienti dalle colline torinesi e impronte di foglie provenienti dalle antiche foreste subtropicali che un tempo ricoprivano questa regione. Questi ritrovamenti illustrano l’evoluzione dell’area, un tempo caldo golfo marino, oggi trasformato in un mosaico di paesaggi terrestri e acquatici.
La biodiversità del Po: un ecosistema fragile da proteggere
Il Po è un vero e proprio tesoro ecologico che ospita più di 50 specie di pesci, molte delle quali endemiche. Tuttavia, questo ecosistema è minacciato dall’inquinamento, dall’arrivo di specie invasive e dalla frammentazione degli habitat naturali.
Per combattere questi pericoli, alcune aree protette sono arrivate a coprire più di 11 mila ettari. Queste svolgono un ruolo cruciale nella conservazione degli habitat ripariali. Inoltre, contrastano la scomparsa della biodiversità locale e costituiscono un rifugio per le specie autoctone, contribuendo a mantenere l’equilibrio ecologico del fiume.
Nell’ambito di uno sforzo di conservazione ancora più ampio, la Regione Piemonte ha recentemente investito circa 1 milione di euro per ripristinare la vegetazione ripariale e migliorare le condizioni ecologiche dei corsi d’acqua. Queste azioni sono volte a rafforzare la resilienza degli ecosistemi del Po di fronte ai cambiamenti climatici, offrendo una soluzione ai problemi legati all’introduzione di specie non autoctone.
Più che una mostra sul patrimonio naturale del Po, “Il Grande Fiume” è anche un appello per la salvaguardia di questo ecosistema. È stata organizzata nell’ambito di un’altra mostra, “Change”, visitabile fino a lunedì 13 gennaio 2025.
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