Dopo decenni di storia e attività, la scorsa domenica 5 gennaio ha definitivamente chiuso Marineland, ad Antibes (Alpi Marittime), considerato uno dei parchi marini e delfinari maggiori in Europa. L’annuncio si deve a un comunicato stampa dai gestori della struttura, che data la vicinanza con l’Italia (circa 70 chilometri) era frequentata anche da famiglie e scuole italiane.

La storia di Marineland ad Antibes

Marineland nasce ad Antibes nel 1970 sotto iniziativa di Roland de La Poype, industriale e appassionato del mondo marino, con una alimentazione dei bacini tramite acqua di mare. Tale complesso sistema tecnico si è poi evoluto nel tempo sino a divenire capace di prelevare acqua direttamente dal mare a 600 metri al largo e a una profondità di 68 metri.

Nel 2000 il parco ha realizzato un nuovo bacino per le orche, una struttura da 44 milioni di litri suddivisa in cinque aree di vita, iniziando a sperimentare il lavoro in acqua con gli addestratori al pari del SeaWorld Orlando. Negli anni, esso è cresciuto grazie all’introduzione in loco e alla nascita in cattività di nuovi cuccioli delle varie specie ospiti, tra cui appunto le orche ma anche i delfini e gli orsi bianchi.

Le orche (c) CC BY-SA 2,0, Andreas Ahrens, Wikimedia Commons

Una ondata di polemiche

Il 2015 è un anno cruciale ma anche problematico per Marineland poiché, dopo l’inaugurazione nell’estate dell’hôtel Marineland Resort, nell’ottobre esso è durante colpito da una serie di inondazioni. La morte di alcuni animali ha finito con il sollevare non poche polemiche, generando accuse di maltrattamenti e di cattiva gestione delle conseguenze che tuttavia non hanno trovato seguito legale.

La riapertura nel marzo 2016 è concentrata su di un focus su pedagogia e sensibilizzazione alla biodiversità marina nonché sull’arricchimento con nuove attrazioni come un cinema interattivo in 5D e mostre fotografiche tematiche. Ma il dibattito sulla cattività dei cetacei e sull’impatto ambientale ha continuato a restare una tematica rilevante, soprattutto sotto la spinta di alcune associazioni per i diritti degli animali.

Marineland oggi

Prima della decisione di chiudere i battenti, Marineland dava lavoro a 103 impiegati nonché a circa 500 persone assunte soltanto stagionalmente. All’annuncio dell’interruzione delle attività, il parco aveva comunque promesso loro di avviare un negoziato con le parti sociali e trovare una soluzione per ognuno.

Alcuni di essi sono per il momento ancora alle dipendenze della struttura per occuparsi dei circa 4 mila tra delfini, orche, squali, leoni marini, fenicotteri cubani, tartarughe e pinguini che la popolano. Nel mese di ottobre del 2023, l’orca maschio Moana di 12 anni era deceduta, seguita dalla morte nel mese di marzo del 2024 dell’orca maschio Inouk.

Anche il futuro degli animali resta incerto: nel caso di trasferimento all’estero, difatti, il Governo non può autorizzare l’esportazione se vi è il rischio che gli animali vengano utilizzati a fini commerciali. Inoltre, se anche lo spostamento avvenisse all’interno dell’Unione Europea, andrebbe tenuto comunque conto del rispetto del loro benessere e del divieto di vendita e di esposizione a finalità commerciali.

Gli spettacoli (c) CC BY-SA 2,0, Loïc Ventre, Wikimedia Commons

La chiusura

La chiusura di Marineland, rimasto attivo e visitabile sino al mese di gennaio di quest’anno, non interesserà i vicini parchi Aquasplash e Adventure Golf né gli alberghi correlati alla struttura. Il sito, sulle rive del Fiume Brague tra Antibes-Juan-les-Pins e Biot, dovrebbe restare un parco ricreativo come previsto dal piano urbanistico locale di Antibes.

Tra le motivazioni a essa soggiacenti secondo i gestori figura in prima linea la Legge datata 30 novembre 2021 a divieto degli spettacoli con i cetacei, i quali da sempre hanno rappresentato l’attrazione principale del parco. Di qui dunque le difficoltà economiche che hanno interessato la struttura sin dall’introduzione della normativa nel 2017.

I visitatori annuali sono calati negli ultimi dieci anni da 1,2 milioni a 425 mila, con un volume di affari pari 2023 a 20,9 milioni di euro e una perdita di introiti stimata a 5,73 milioni di euro.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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