Il 7 maggio 2025, Antonio Hodgers, consigliere di Stato di Ginevra e membro dei Verdi, ha annunciato le sue dimissioni, rivelando i limiti della governance transfrontaliera.

Questa decisione si inserisce in un contesto caratterizzato da difficoltà di coordinamento dei progetti di strutturazione della Grande Ginevra e dalla messa in discussione del partito dei Verdi di Ginevra.

Lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera e gli equilibri politici locali sono quindi al centro delle riflessioni aperte da questa partenza.

Progetti transfrontalieri in stallo

Al di là delle ragioni personali addotte da Antonio Hodgers, la sua partenza evidenzia i limiti strutturali della governance della Grande Ginevra, un’area metropolitana condivisa da Svizzera e Francia. Nonostante alcuni progressi simbolici, diversi progetti strategici stentano a concretizzarsi. Questi ritardi rivelano le difficoltà di coordinamento politico e istituzionale tra i partner su entrambi i lati del confine.

Ad esempio, il Service Express Régional Métropolitain (SERM) illustra queste difficoltà. Questo progetto mira ad aumentare i servizi ferroviari transfrontalieri di 240 treni aggiuntivi al giorno entro il 2040. Dipende da una complessa relazione tra politiche urbanistiche svizzere e francesi, investimenti infrastrutturali e governance operativa. Ostacoli nel coordinamento della pianificazione, ritardi amministrativi e l’assenza di un quadro vincolante stanno rallentando la realizzazione del progetto. Gli sviluppi necessari per il prolungamento del Léman Express, soprattutto in territorio francese, stanno già registrando ritardi significativi.

Anche il progetto Écoparc du Genevois, che mira a sviluppare uno spazio commerciale sostenibile di 150 ettari nella Francia di prossimità, illustra queste difficoltà. Pur essendo sostenuto dagli organismi intercomunali francesi e dalle autorità cantonali ginevrine, sta incontrando l’opposizione locale. Sono state sollevate questioni relative all’impatto sul territorio, all’artificializzazione del suolo e alla percepita mancanza di consultazione pubblica. All’inizio di aprile 2025, ad esempio, il Tribunale di Lione ha adottato una decisione di adeguamento e regolarizzazione del progetto.

Mappa della Grand Genève (c) CC CC BY-SA 4.0 Flappiefh Wikimedia Commons

Hodgers: migliorare la governance transfrontaliera

In diversi interventi pubblici, Antonio Hodgers ha rilevato il disallineamento istituzionale che sta complicando la governance della Grande Ginevra. In particolare, ha affermato che “Ginevra non può svolgere in modo permanente il ruolo di arbitro tra diversi livelli di autorità locali francesi che faticano a trovare un accordo”, come è stato detto anche nella Tribune de Genève del 7 maggio. Per facilitare la governance, Hodgers propone un modello “più integrato e comprensibile”.

Anche il sindaco di Annemasse e vicepresidente del Groupement local de coopération transfrontalière (Gruppo locale di cooperazione territoriale – GECT / GLCT), Christian Dupessey, condivide questa analisi. Oltre a messaggi di apprezzamento per Hodgers, sottolinea la “mancanza di una posizione unitaria da parte francese” e gli “ego istituzionali che frenano le decisioni strategiche. In assenza di un’autorità transfrontaliera con poteri effettivi, la Visione Territoriale Transfrontaliera (VTT) 2050, rivista nel 2021, rimane un quadro di linee guida senza valore legale vincolante. Tutto dipende dagli impegni volontari dei partner locali.

Il ruolo dei Verdi a Ginevra messo in discussione

La partenza di Antonio Hodgers arriva anche in un momento di interrogativi interni al partito ecologista ginevrino. Da diversi mesi, il partito sta affrontando dibattiti sulla sua influenza e sulla sua azione all’interno del Consiglio di Stato. Diversi progetti legislativi presentati dai Verdi, in particolare le leggi sul clima, sulla biodiversità e sulla gestione delle acque, non sono ancora stati adottati. Il partito sta incontrando la resistenza del Gran Consiglio.

In questo contesto, il deputato liberale-radicale (PLR) Adrien Genecand ha sollevato il rischio che queste leggi vengano messe in discussione. Ha sottolineato la difficoltà dei Verdi nel portare avanti il loro programma: “La legge sul clima non è stata approvata, così come la legge sull’acqua o la legge sulla biodiversità. Il Gran Consiglio potrebbe modificarle o addirittura farle fallire”.

L’annunciata candidatura di Nicolas Walder alle elezioni suppletive previste per l’autunno 2025 sarà un banco di prova per la capacità dei Verdi di mantenere il loro seggio in Consiglio di Stato. A maggior ragione in un contesto politico caratterizzato da una certa incertezza.

A livello nazionale in Svizzera, questo periodo coincide con un certo declino elettorale dei Verdi. In effetti, la loro rappresentanza è diminuita dalle elezioni federali del 2023. Alcune voci all’interno del partito, soprattutto nella Svizzera francese, mettono in discussione l’equilibrio tra ambizioni ecologiche e accettabilità politica in un panorama politico in evoluzione. La partenza di Antonio Hodgers, considerato una figura esperta e pragmatica, apre una fase di transizione sia a Ginevra che nel movimento ambientalista svizzero.

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Nato a Roma e di nazionalità francese, è cresciuto all'interno di diverse culture, sviluppando nel contempo una passione per le Alpi. Appassionato di innovazione ed esperto in sviluppo territoriale e turistico, attualmente risiede nel Pays de Gex.

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