L’8 luglio di ogni anno ricade la Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, iniziativa sostenuta dall’Unione per il Mediterraneo (UfM) e da numerose organizzazioni ambientali che operano a livello regionale e internazionale. L’obiettivo dell’iniziativa è di promuovere la consapevolezza dell’importanza ecologica, economica e culturale di questo mare nonché disensibilizzare cittadini, Governi e imprese sulle azioni necessarie per garantirne la tutela.
Una biodiversità straordinaria ma in pericolo
Pur rappresentando appena l’1% della superficie marina globale, il Mar Mediterraneo ospita tra il 4% e il 12% delle specie marine conosciute al mondo, con circa 12 mila organismi differenti che vi trovano il loro habitat. Eppure, esso è anche suo malgrado uno degli ecosistemi marini più vulnerabili del Pianeta, sempre più esposto a pressioni ambientali e climatiche che mettono a rischio la sopravvivenza di molte di esse.
Oltre alla ricchezza in termini di biodiversità, tale spazio acquatico svolge un ruolo cruciale per la vita sulla Terra, contribuendo alla regolazione del clima, alla produzione di ossigeno e alla garanzia di mezzi di sussistenza per milioni di persone.
La Giornata del Mediterraneo tra eccessi umani e cambiamenti climatici
Nella Giornata a esso dedicata, sottolineiamo ancora come il Mar Mediterraneo, al pari di moltealtre realtà di tutto il mondo, sta pagando il prezzo di un approccio insostenibile alle risorse naturali. L’eccessivo sfruttamento della pesca, in particolare, ha impoverito le popolazioni ittiche, mentre le attività costiere dai dragaggi alla cementificazione hanno modificato irreversibilmente molti ambienti marini.
A tali fattori si aggiunge l’ingresso di specie aliene, spesse volte introdotte attraverso il traffico navale, che alterano la composizione ecologica originaria. Inoltre, i cambiamenti climatici in corso stanno innalzando la temperatura dell’acqua e contribuendo all’acidificazione, con effetti dannosi su organismi sensibili come coralli e molluschi.
Quattro specie simbolo da salvare
Nel contesto della Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, l’attenzione non può che concentrarsi su alcune specie emblematiche dei nostri mari che necessitano di protezione ed esemplificano le sfide della conservazione.
I primi sono i coralli bianchi profondi, come Lophelia pertusa e Madrepora oculata, che formano strutture complesse a grandi profondità, habitat estremamente fragili e minacciati dalle reti da pesca e da pratiche di pesca non sostenibili. Un ulteriore fenomeno per essi dannoso coincide con lo sbiancamento, la perdita di nutrimenti necessari derivanti dalle alghe che scaturisce nella definitiva perdita di colore.
Anche la Posidonia oceanica, pianta che forma praterie sottomarine essenziali per la vita marina e per la protezione delle coste, è a oggi fortemente minacciata da pratiche quali l’ancoraggio sulle praterie. Stando al WWF, nel 2024 ne sono stati distrutti nel complesso 50 mila ettari, ovverosia una superficie pari a 70 mila campi da calcio.
Nella lista contiamo anche specie animali oltre che vegetali come la Patella ferruginea, una patella gigante un tempo diffusa lungo tutte le coste rocciose ma ai giorni nostri confinata a poche aree protette. Similare sorte è toccata alla Pinna nobilis o Nacchera di mare, il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo, drammaticamente in estinzione a seguito di una epidemia che dal 2016 ne ha decimato gli esemplari.
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