Il nuovo libro di Germaine Catherine Roulet, “La libertà dell’inutile. Nascita e psicologia dell’arrampicata sportiva”, racconta una pratica che continua a collezionare appassionati e che va ben oltre l’atto fisico del salire. Attraverso un intreccio di storie e riflessioni psicologiche, esso prova a rispondere a una domanda semplice e assieme complessa: che cosa spinge gli sportivi ad arrampicare?
Esso è stato pubblicato quest’anno dalla casa editrice Priuli & Verlucca nella collana “I licheni”, sul sito web della quale esso è acquistabile al prezzo di 18,50 euro.
Un fenomeno che cresce in parallelo alla società
La prima parte de “La libertà dell’inutile” segue, dal punto di vista specifico della psicologia, l’evoluzione dell’arrampicata sportiva dagli esordi alle sue forme più recenti. Soffermandosi sulle falesie percorse negli Anni Ottanta e sulle palestre di arrampicata che oggi popolano le città, Roulet mostra come tale disciplina sia divenuta un laboratorio di esperienze condivise.
Il testo vuole farsi una lente utile anche a chi guarda da fuori e fatica a comprendere l’attrazione ma soprattutto la libertà dell’inutile che ha caratterizzato generazioni diverse di climber di tutto il mondo. Con uno stile che non offre risposte assolute ma apre scenari e sollecita domande, l’autrice tenta di mostrare la trasformazione della percezione stessa del rapporto con la montagna e con il corpoperpetuata da tale disciplina.
La psicologia dell’arrampicata
Nella seconda parte de “La libertà dell’inutile”, il focus si sposta dall’esterno all’interno, coinvolgendo oltre la sola attività dell’arrampicata anche le sue dinamiche personali legate alla psicologia. Scalare non è mai inteso soltanto quale un banale esercizio muscolare bensì associato a fattori intrinsechi quali la paura della caduta, la sperimentazione del limite, la ricerca di un equilibrio precario tra controllo e abbandono.
Roulet vuole dunque portare il lettore dentro la mente degli scalatori, mostrando come tale pratica possa essere letta anche come metafora della vita, fatta di passaggi incerti, soste necessarie e nuove partenze.
L’autrice
Classe 1985, nata ad Aosta, Germaine Catherine Roulet ha vissuto due vite che oggi dialogano nella scrittura: prima atleta di livello internazionale, poi psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico. Dopo essere stata campionessa mondiale under 23 di winter triathlon e istruttrice militare di alpinismo, ella ha affiancato all’attività clinica il lavoro nell’ambito della psicologia dell’emergenza e della formazione delle guide alpine.
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