Sabato 4 e domenica 5 ottobre a Oulx, in alta Valle di Susa si tiene il 531° appuntamento con la Fiera Franca, Fiera del Grand Escarton. L’evento propone, oltre all’esposizione agricola e zootecnica, prodotti artigianali, incontri culturali e momenti di intrattenimento.
Oltre 200 espositori gli espositori e migliaia i visitatori attesi per la due giorni che parte sabato 4 con incontri culturali, tra cui la XIV Giornata delle Minoranze Linguistiche Storiche e domenica 5 apre le porte alla 12° Rassegna zootecnica dell’Alta Valle di Susa, cui si affiancano street food, musica e gruppo tradizionali.
Un retaggio storico nato nel 1494
La tradizione nacque nel 1494 dopo che gli eserciti di Carlo VIII di Francia si accamparono nella zona, diretti a Napoli, costringendo la popolazione a significative privazioni, foraggiamenti imposti e requisizioni. Lo stesso era accaduto qualche decennio prima, nel 1453 con il passaggio di Renato d’Angiò.
Per compensare i danni, il sovrano concesse in privilegio l’autorizzazione a tenere ogni anno, con la fine dell’estate, una fiera franca, cioè libera dalle tasse foranee.
Il mercato venne poi fatto coincidere con la prima domenica di ottobre, periodo in cui avveniva la demonticazione del bestiame dagli alpeggi. Si tratta di un momento importante per l’economia delle comunità montane giunte al termine del periodo di raccolta e in preparazione dell’inverno.
La fiera divenne un punto di riferimento per gli scambi e i commerci dell’intera regione, richiamando mercanti, allevatori e abitanti oltre che dalla Valle della Dora, dal Pragelatese, e dal Brianzonese.
Il nome, Fiera del Grand Escarton richiama il sistema comunitario degli Escartons, che tra il 1343 al 1713, riconosceva ampie autonomie fiscali e amministrative alle comunità alpine di Briançon, Oulx, Cesana, Pragelato, Casteldelfino del Queyras.
La Fiera di Oulx si inserisce dunque in una lunga tradizione di autogoverno, scambi e solidarietà all’interno dell’area montana delle Alpi Cozie, suggellandone rapporti economici e culturali che continuarono ben oltre l’identità politica.
I cambiamenti del secolo scorso
A partire dagli anni Cinquanta del Novecento, con il progressivo abbandono delle attività agricole e pastorali, la Fiera perse parte della sua funzione economica originaria.
Oggi, oltre che continuare a rappresentare per i produttori e agricoltori e allevatori un’occasione commerciale e un momento economico di rilievo, è divenuta anche un occasione culturale, palcoscenico di spettacoli, musica e iniziative che tengono viva e rafforzano la memoria identitaria del territorio.
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