Questa domenica vi proponiamo la presentazione e le riflessioni di Michel Moriceau sul libro di Alexandre Duyck Avec toi je ne crains rien (Con te non temo nulla, non tradotto, Actes Sud, 2024).
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Un’estate del 42, in Svizzera, lontano dai combattimenti, lontano dalla guerra. Una casa di paese, alte cime tutt’intorno. Una famiglia felice – ideale, si potrebbe dire. Il padre, lavoratore e devoto, sobrio e meticoloso, è un modello nel suo genere.
La madre, un’insegnante con un’autorità naturale, è nata da una donna avventurosa che era tornata dall’America con la sua fortuna. La coppia ha avuto quattro figli piccoli, studiosi, obbedienti e affettuosi. Il loro futuro non è necessariamente roseo, ma è promettente.
I genitori rifiutano la volgarità. Incarnano la gentilezza e il senso del dovere. Diffidano della montagna, quel mostro addormentato ma terribilmente ammaliante. Per questo il padre aspetta l’estate per andare agli alpeggi, oltre il minaccioso ghiacciaio. È un rituale, come tutto il resto della sua vita quotidiana.
Per tradizione, sale da solo, per ingozzarsi di silenzio e riscoprire i suoi segreti. Ci va per “uccidere i suoi brutti sogni”, fino al giorno in cui sua moglie esprime il suo insopprimibile bisogno di essere altrove: vuole sapere cosa c’è lassù. È fragile, ma con lui non ha paura di nulla!
Partono nelle prime ore del 15 agosto. Un viaggio di sola andata. Il tempo si trasforma. La neve è più pericolosa della guerra. La coppia scompare. I loro corpi non vengono più ritrovati.
Nel villaggio, la famiglia è dislocata, sparsa “come una cucciolata di cuccioli”, a casaccio – per la grande sfortuna del caso. In un solo giorno, quattro fratelli e sorelle rinunciano alla loro infanzia. Dodici anni, e già adulti per il fratello maggiore. Crescono senza i loro genitori, senza sapere dove li ha portati il loro destino.
La tragedia della separazione li perseguita. Lo spettro del loro abbandono incombe. Vengono umiliati e derisi. Si sentono in colpa per non essere veri orfani. E intorno a loro si diffondono tristi voci: voci di fuga, di regolamenti di conti.
Lontano dalla guerra, infuriano altri conflitti: si risvegliano i rancori, l’avidità di alcuni, il rifiuto di altri. I poveri ragazzi vivono una lunga parentesi di dubbi e incertezze, di speranza e rassegnazione.
Due vite interrotte in alta quota, quattro future vite compromesse dalla loro posizione più a valle. Quattro eredi di un nome e di una sventura, di lutti impossibili che si esprimono attraverso una ricerca inaccessibile: l’ossessione della verità, della redenzione, dell’oblio.
Anni dopo, i cuori sono esausti, mentre il ghiacciaio si sta riscaldando, e le tracce emergono. Ma è troppo tardi.
Il giornalista e romanziere Alexandre Duyck indaga su un caso realmente accaduto, in cui la montagna, con tutte le ombre che ne mantengono il mistero, è sospettata di un rapimento accompagnato da un riscatto inaccettabile: il dolore degli innocenti.
AVEC TOI JE NE CRAINS RIEN – Alexandre Duyck – Actes Sud – 2024
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