Dopo le elezioni del 28 settembre 2025, il Consiglio Valle ha votato e confermato il 6 novembre Renzo Testolin alla presidenza della Regione Valle d’Aosta.
Il nuovo governo regionale è composto da otto membri, ed è sostenuto da una maggioranza di 21 consiglieri su 35. La nuova alleanza ha segnato uno spostamento a destra, con l’ingresso di Forza Italia accanto all’Union Valdôtaine e agli Autonomisti di Centro. La destra, che si era presentata unita alle elezioni, rimane all’opposizione nei partiti di Lega Salvini, Fratelli d’Italia e nel rappresentante di Renaissance valdôtaine, che ha lasciato per l’occasione il gruppo di Forza Italia nell’ambito del quale è stato eletto. All’opposizione si trovano anche i due rappresentanti di Valle d’Aosta Aperta, una formazione ecologista e di sinistra, e Marco Carrel, assessore uscente all’Agricoltura, di Pour l’Autonomie, componente degli autonomisti di centro.
La formazione della maggioranza e la definizione della nuova giunta sono arrivate dopo un periodo di confronti e dialoghi con elementi di continuità nei contenuti programmatici ma anche da frizioni interne e da un’evoluzione politica verso posizioni più a destra e momenti di frizione, che hanno tra l’altro condotto Carrel fuori dal perimetro della maggioranza.
Dopo la presentazione del programma da parte del presidente incaricato, la mattina del 5 novembre 2025, il dibattito in aula si svolto nel pomeriggio del 5 novembre e nella mattina del 6 novembre, in un clima per certi aspetti costruttivo, malgrado alcune nette divergenze e qualche tensione sottostante. Il voto di fiducia si è tenuto nel pomeriggio del 6 novembre.
La composizione della nuova giunta regionale
Con il presidente Renzo Testolin, Luigi Bertschy (UV) diventa come vicepresidente e continuerà a guidare l’assessorato a Sviluppo economico, formazione e lavoro, trasporti e mobilità sostenibile. Leonardo Lotto (Autonomisti di Centro) prende il posto di Luciano Caveri – non rieletto – e assume le deleghe a Affari europei, Innovazione, PNRR, Politiche per la montagna e Politiche giovanili.
Tra gli assessori confermati figurano Davide Sapinet (UV), alle Opere pubbliche, Territorio e Ambiente; Giulio Grosjacques, responsabile di Turismo, Sport e Commercio; e Carlo Marzi (Autonomisti di Centro), titolare di Sanità, Salute e Politiche sociali. Speranza Girod (UV), che ha ottenuto un risultato significativo in termini di preferenze, entra in giunta con l’assessorato ad Agricoltura e Risorse naturali.
Erik Lavevaz (UV), già presidente della Regione, assume la guida dell’assessorato a Istruzione, Cultura e Politiche identitarie. A Mauro Baccega (Forza Italia) ottiene l’assessorato a Bilancio, finanze e politiche creditizie, mentre il presidente Testolin manterrà la gestione del Patrimonio regionale e delle società partecipate.
Va ricordato, per i lettori non valdostani, che attraverso la finanziaria Finaosta o direttamente la Regione Valle d’Aosta controlla le principali società degli impianti di risalita, la società di produzione di energia CVA, la società per il digitale INVA, il Casinò de la Vallée e detiene partecipazioni per esempio nelle società italiane del traforo del Monte Bianco e del Gran San Bernardo.
Alla presidenza del Consiglio Valle è stato eletto Stefano Aggravi. I vicepresidenti sono Loredana Petey (UV) per la maggioranza e Massimo Lattanzi (Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni] per la minoranza. Laurent Viérin (UV) diviene segretario dell’ufficio di presidenza, insieme a Corrado Bellora (Lega Vallée d’Aoste) per l’opposizione.
Un programma con dettagli e vari percorsi di sviluppo
Il programma di governo letto integralmente in aula da Renzo Testolin è articolato e ricco di dettagli. Tocca tutti gli ambiti dell’attività pubblica, dalla promozione culturale alla gestione dei servizi. Tra i punti centrali e da notare, emergono l’adeguamento tecnologico della sanità, l’introduzione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, la mobilità decarbonizzata e il sostegno alle comunità energetiche. Sui trasporti, la tratta ferrovaria tra Aosta e Pré-Saint-Didier sarà acquisita dalla Regione per essere sostituita con un prodotto di trasporto più economico, sulla stessa pista della strada ferrata, e fino a Courmayeur. Si confermano le politiche transfrontaliere, anche nel quadro del Trattato del Quirinale, le politiche a tutela della cultura valdostana, delle lingue minoritarie e delle scuole di montagna, con un’attenzione particolare alla ritrasmissione dei media in lingua francese.
A uno sguardo d’insieme si notano alcune linee generali. Da un lato il programma tiene conto dell’evoluzione del turismo, con un adattamento al clima e per un turismo quattro stagioni, ma anche con investimenti più classici sul turismo invernale e sugli impianti.
Dall’altro non concentra lo sviluppo solo sul turismo ma guarda all’innovazione, all’impresa, alla manifattura, e all’agroalimentare, cercando strumenti di sviluppo e di attrazione. Tra questi il programma di governo cita l’introduzione di una Zona economica speciale e interventi per le zone franche di montagna. Si tratta quindi di una lettura dello sviluppo su più piani, e non di monocultura economica.
L’ingresso di Forza Italia e i nodi aperti nei rapporti con lo Stato
L’ingresso di Forza Italia nella maggioranza apre a un canale di dialogo con il governo nazionale: è una tendenza che si è posta nelle Regioni a Statuto speciale. Se la Sardegna ha una governo di un colore opposto a quello nazionale, la Provincia autonoma di Bolzano ha anch’essa spostato il suo baricentro a destra, integrando anche in maggioranza i partiti nazionali di destra.
Infine, si ricorda che al Comune di Aosta, la maggioranza confermata dalle elezioni del 28 settembre e del 12 ottobre è formata dai partiti autonomisti e dal partito democratico, quindi orientata a sinistra.
Tra i punti in agenda del governo regionale figurano la riforma dello statuto speciale, che secondo il principio dell’intesa richiede l’accordo tra Stato e Consiglio Valle, la durata delle concessioni idroelettriche e gli interventi per la sicurezza e “l’ammodernamento” del traforo del Gran San Bernardo e del tunnel del Monte Bianco. In quest’ultimo caso, il percorso politico rimane difficile per una seconda canna e di servizio, con i lavori che prevedono la chiusura per 3 mesi e mezzo all’anno e per molti anni, e forse una sola volta per tre anni e mezzo.
Il programma prevede anche l’istituzione di un collegio elettorale per l’elezione di un rappresentante valdostano al Parlamento europeo.
Vi sono argomenti politici che restano ancora aperti, così come la messa in opera della collaborazione con lo Stato ma questo farà parte del lavoro delle prossime settimane e mesi, nelle prime attività di governo.
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