Sino alla prossima domenica 3 maggio 2026, il Forte di Bard ospita “Una finestra sull’Artico”, la nuova mostra di Stefano Unterthiner, fotografo e naturalista di origine valdostana e di fama internazionale. L’esposizione, aperta al pubblico sin dallo scorso venerdì 31 maggio, nasce da un lungo lavoro sul campo svolto tra il 2018 e il 2025 nelle remote isole delle Svalbard, luogo simbolo delle trasformazioni climatiche in atto.

Attraverso 60 fotografie suddivise in nove sezioni, Unterthiner racconta la vita quotidiana della fauna artica – tra cui orsi polari, renne, volpi e uccelli marini – e i paesaggi che ne definiscono l’habitat. Le immagini, ciascuna di grande intensità visiva, offrono uno sguardo diretto e privo di artifici su di una regione dove la natura resiste ma muta rapidamente sotto le spinte del riscaldamento globale.

“Una finestra sull’Artico”

Il percorso espositivo studiato al Forte di Bard da Stefano Unterthiner non si limita all’osservazione naturalistica ma racconta, per il tramite di 18 ritratti in bianco e nero, gli abitanti di Longyearbyen, la cittadina più a nord del mondo. Le loro parole, raccolte dal fotografo, testimoniano gli effetti concreti del cambiamento climatico sulla vita quotidiana, con fiordi che non ghiacciano più, case minacciate dal cedimento del permafrost, fenomeni meteorologici sempre più instabili.

A integrare la mostra subentra poi un grande pannello che visualizza l’aumento delle temperature negli ultimi decenni, mentre un documentario approfondisce la genesi del progetto “Una famiglia nell’Artico” a ispirazione della mostra. Questo ultimo, realizzato dall’emittente televisiva RAI3, riguarda il soggiorno alle Svalbard della famiglia di Unterthiner finalizzato a narrare i mutamenti climatici occorsi anche nelle zone più estreme della Terra.

La vita al Nord

Durante i suoi lunghi soggiorni alle Svalbard, Unterthiner ha condiviso la quotidianità con la sua famiglia, sperimentando un isolamento quasi totale, in particolare durante il periodo della pandemia. In tali condizioni, fatte di silenzio e luce perenne, egli ha realizzato oltre 25 mila scatti poi selezionati per costruire il racconto visivo intimo e autentico ora reso in forma di mostra.

Ma i luoghi parte della sua narrazione rappresentano anche una delle zone del Pianeta più sensibili al riscaldamento globale, dove per oltre nove anni consecutivi le temperature medie mensili sono rimaste sopra la norma. Gli orsi polari, privati del ghiaccio necessario per cacciare le foche, modificano il loro comportamento; le renne, invece, devono affrontare periodi sempre più lunghi in cui il ghiaccio impedisce loro di raggiungere il cibo.

Stefano Unterthiner e il Forte di Bard

Il rapporto di Stefano Unterthiner, nato in Valle d’Aosta e avvicinatosi alla fotografia a soli 17 anni, e il Forte di Bard risulta ben saldo sia in virtù delle sue origini valdostane sia in vista delle numerose sue mostre qui ospitate negli anni. Dopo una laurea in Scienze Naturali e un dottorato in zoologia, egli ha scelto di votarsi completamente alla fotografia naturalistica, raccontando la vita degli animali selvatici attraverso lunghi periodi di osservazione sul campo.

Dal 2009 egli collabora con il National Geographic, per il quale è stato il primo fotografo italiano a firmare un intero servizio, mentre nello stesso anno ha fondato con la moglie Stéphanie Françoise la casa editrice Ylaios. Appena l’anno successivo, ancora, egli ha inaugurato presso gli spazi espositivi della bassa Valle la sua galleria permanente, la Little Wild Gallery.

“Una finestra sull’Artico” è visitabile dal martedì al venerdì (orario dalle 10:00 alle 18:00) nonché sabato, domenica e festivi (orario sino alle 19:00), con apertura straordinaria quotidiana da venerdì 26 dicembre 2025 a domenica 11 gennaio 2026.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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