C’è un altro punto di vista da cui osservare il Summit di Le Grand Continent, che si è tenuto in Valle d’Aosta tra il 2 e 5 dicembre 2025: quello delle ricadute, di visibilità e di comunicazione.

Il tema della riconoscibilità di un territorio su scala europea o globale costituisce uno degli obiettivi di comunicazione turistica, o di marketing territoriale. I grandi eventi sportivi, dalle Olimpiadi agli incontri di tennis, i grandi incontri internazionali, portano luce e visibilità sui luoghi, con ricadute economiche successive, per sviluppo economico e turismo. Offrono una reputazione che dura nel tempo.

Nelle Alpi, e nel settore degli incontri internazionali, ci sono grandi incontri che rappresentano bene questa dimensione di “marketing territoriale”. Per esempio, ci sono i casi del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, il Forum Ambrosetti a Cernobbio sul lago di Como, quello di Alpbach, in Austria, che ha preso nel tempo un indirizzo sulla scienza, l’ambiente e la cultura.

Ginevra ha costruito dall’inizio del Novecento sulla sua funzione internazionale una parte della sua immagine e della sua economia. La stessa Savoia, durante la Guerra fredda, è stata uno dei luoghi dei dialoghi della distensione, per mezzo della fondazione FACIM che ora, riconvertita, si occupa di cultura e territorio.

Le président de la Région Vallée d’Aoste, Renzo Testolin, ouvre le sommet Le Grand Continent 2025, à Saint Vincent (c) Région autonome Vallée d’Aoste

Cosa è successo con Le Grand Continent

Dal 2023, d’un tratto, la Valle d’Aosta si è trovata al centro di un momento annuale di visibilità internazionale, con il Summit Grand Continent. Insieme alla Regione Valle d’Aosta – che ha messo risorse e luoghi – è organizzato dalla rivista nata da un gruppo di giovani usciti dalla Scuola Normale di Parigi e da una rete che si è presto costituita, intorno a un progetto di informazione, di cultura e di politica di prestigio e importanza europea.

Le Grand Continent – che esce in più lingue e che realizza incontri in varie capitali europee – ha scelto la Valle d’Aosta per organizzare un Summit di visione politico-economica e di geopolitica europea.

La Valle d’Aosta è riconosciuta come territorio alpino, simile per paesaggio e strutture agli altri grandi luoghi di incontri geopolitici, come Davos o il lago di Como. Ma vi è anche una una coincidenza astrale, per la Valle d’Aosta un colpo di fortuna.

Il direttore della rivista, Gilles Gressani, pur solidamente installato a Parigi, anziché nascere a Düsseldorf o a Biarritz, è nato in Valle d’Aosta. La conosce e ne ha visto la potenzialità e la possibilità.

È avvenuto in questo modo un fenomeno di “restituzione personale” e soprattutto di valorizzazione di un luogo che si presta a occasioni come queste.

La Valle d’Aosta è rimasta relativamente nell’ombra negli ultimi anni, a livello europeo e nazionale, pur con qualche visibilità come per il set del film di The Avengers e di una serie televisiva, un giallo, Rocco Schiavone.

Prima dell’ombra pur relativa, a livello italiano la Valle d’Aosta e Saint-Vincent erano ben conosciute, con il Premio Saint-Vincent per il giornalismo (1948-2011), per le Grolle d’Oro per il cinema (1953-2006) e per vari incontri, come quelli annuali della corrente di sinistra della Democrazia Cristiana.

La restituzione alla Valle d’Aosta

Incontro tra la ministra della francofonia Eléonore Caroit e l’assessore della Valle d’Aosta Erik Lavevaz, a Saint-Vincent, il 4 dicembre 2025 (c) Regione autonoma Valle d’Aosta

Il summit Le Grand Continent non è una riunione a porte chiuse tra grandi personaggi. Gran parte degli incontri ad alto livello sono stati trasmessi in streaming e la presenza di varie personalità ha permesso incontri e scambi di opinioni.

Con l’occasione, il presidente della Regione Renzo Testolin ha incontrato l’ambasciatore di Francia in Italia, Martin Briens, che è intervenuto in due panel del Summit, uno il 2 dicembre e uno il 4 dicembre. L’assessore regionale all’istruzione e cultura, Erik Lavevaz, accompagnato dalla sovrintendente agli studi Marina Fey, ha visto la ministra francese delegata per la francofonia, Eléonore Caroit, che è intervenuta a un panel sulla finanza ai tempi della divergenza transatlantica.

Un momento della giornata di apertura al Megamuseo, con Gilles Gressani, Marlène Laruelle, Pascal Lamy, Carlo Ossola (c) Regione autonoma Valle d’Aosta

La giornata di apertura il 2 dicembre, ad Aosta

Il Summit ha poi avuto una giornata di apertura ad Aosta, il 2 dicembre, con dibattiti, idee e di proposte, sull’Europa e le Regioni – con Anna Maria Poggi e Enzo Balboni – sull’umanesimo del futuro. Quest’ultimo incontro, serale, si è svolto al Megamuseo, e i partecipanti, come Pascal Lamy, Marlène Laruelle e Carlo Ossola, hanno più volte apprezzato il lavoro di valorizzazione compiuto sul parco archeologico, come “atto europeo”.

Ci sono poi stati interventi anche il 2 dicembre, la giornata di apertura del summit, da Leonardo Lotto, assessore della Valle d’Aosta agli affari europei a Luciano Caveri, giornalista e politico con importante carriera, ai parlamenti nazionale ed europeo a vari professori dell’Università della Valle d’Aosta. Il summit a Saint-Vincent è stato aperto da un intervento del Presidente della Regione, Renzo Testolin. Nell’occasione, si è intrattenuto con il primo ministro croato, Andrej Plenković.

Inoltre, a Verrès, il 3 dicembre c’è stato un incontro con gli studenti, sul tema dell’autonomia digitale.

La rencontre du président de la Région Vallée d’Aoste Renzo Testolin avec le premier ministre de Croatie, Andrej Plenković, le 3 décembre 2025 à Saint-Vincent (c) Région autonome Vallée d’Aoste

La visibilità delle Alpi e della Valle d’Aosta attraverso i protagonisti del summit

In sé, Le Grand Continent ha portato una visibilità europea alla Valle d’Aosta anche per le presenze di alto livello. In tre anni si sono visti passare – e discutere – ministri e commissari europei, grandi esperti, quest’anno persino Sir Richard Moore, ex capo dell’MI6, il servizio di intelligence britannico, che ha guidato fino a primavera del 2025.

E non è una kermesse: per lo stile e il modo di procedere del Grand Continent, Saint-Vincent è una reale sede annuale di dibattito e sviluppo di argomenti per l’Europa, e in particolare in questi tempi così gravi. Per citare solo il “fronte est”, c’erano Oleksandr Kamyshin, consigliere del presidente ucraino Zelensky, Cristina Gherasimov, viceprima ministra della Moldavia, Sviatlana Tsikhanouskaja, oppositrice in Bielorussia, Oleksandra Matviichuck, Premio Nobel per la Pace 2022.

C’erano la ministra del governo spagnolo Yolanda Diaz, il primo ministro croato Andrej Plenković, il ministro della difesa dell’Estonia Hanno Pevkur, Wolfgang Schmidt, già ministro tedesco e capo della cancelleria del governo di Olaf Scholz, il segretario generale del Consiglio d’Europa Alain Berset.

C’erano Stefano Benanti, consigliere sull’intelligenza artificiale di papa Leone, e Delphine Allès, dell’Institut national des langues et civilisations orientales, che sa moltissimo di Cina e di Europa. E sono solo alcuni.

Bisogna poi capire che in un certo senso queste persone non sono solo politici o esperti: sono in qualche modo dei grandi influencer, e hanno visitato la Valle d’Aosta, sanno di cosa si tratta. Il punto di vista è europeo, e la Valle non è soltanto – come si narra nella semplificazione nazionale – la più piccola regione italiana, in alto a sinistra nella cartina.

Incontro con gli studenti a Verrès sull’autonomia digitale di Le Grand Continent (c) Regione autonoma Valle d’Aosta

Il premio letterario in cima all’Europa, al Piccolo Cervino

Nel dibattito di Le Grand Continent emerge spesso il tema dei simboli, per l’identità europea, per le relazioni diplomatiche e politiche. L’idea di Summit come incontro, come Vertice, è stata unita al vertice delle montagne.

Per questo, per esempio, il premio letterario – che chiude il summit – viene consegnato a un’opera di carattere europeo (affinché sia tradotta in più lingue) ad alta quota: per tre anni a 3.466 metri sul Monte Bianco e quest’anno al Piccolo Cervino.

Significa pensare alle Alpi come “tetto d’Europa”, dar loro visibilità insieme alla Valle d’Aosta e nell’occasione a Breuil-Cervinia. Emmanuel Carrère ha pronunciato il suo discorso di ringraziamento per il premio Grand Continent per il suo libro Kolkhoze, sulla terrazza esterna, in cima al piccolo Cervino, a 3883 metri.

Con il freddo intenso al sole di dicembre e a quella quota, parlava sereno, divertito e disincantato.

Tra macchine fotografiche e una vista incredibile, il piccolo pubblico ne era rapito, e capiva bene che razza di momento stava vivendo. Ci si trovava al Vertice dell’Europa, a parlare di un libro d’Europa. Ah, i simboli, quanto sono importanti…

France Culture in diretta da Saint-Vincent per due giorni per 2 milioni di ascoltatori

France Culture, per l’edizione 2025, ha trasmesso in diretta per due ore e mezza e per due giorni, il 4 e 5 dicembre, da Saint-Vincent.

Non è poca cosa: il canale radio ha due milioni di ascoltatori giornalieri, che restano in media collegati per un’ora e mezza. Ed è in crescita tra i giovani sotto i 35 anni, la cui presenza è aumentata del 50% nell’ultimo anno. Ne abbiamo anche un riscontro personale: Sylvie Roman, che collabora da Briançon a Nos Alpes, lo sapeva già, e ha ascoltato le dirette.

France Culture ha intervistato molti dei protagonisti del Summit a Saint-Vincent, tra cui Oleksander Kamechym, consigliere per gli affari strategici del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Olivier Blanchard, professore al MIT ed ex capo economista del FMI, insieme a Klaas Knot, economista ed ex direttore della Banca Centrale dei Paesi Bassi. Si è parlato anche di intelligenza artificiale con Anne Bouverot, ingegnera e dirigente d’impresa, rappresentante del presidente Macron per il Sommet pour l’Action sur l’IA, affiancata dalla regista britannica Beeban Kidron, membro della Camera dei Lords e autrice di numerosi documentari.

Sono intervenuti Jean-Yves Dormagen, presidente di Cluster 17 (studi e sondaggi di opinione) e l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti. Il 5 dicembre France Culture ha ascoltato Shahin Vallée, dell’Istituto tedesco di politica estera (DGAP), Charlotte Casiraghi, fondatrice degli incontri di filosofia di Cambron, Philip Pettit, dell’Università di Princeton.

Ci sono stati anche lo scrittore Emmanuel Carrère, autore di Kolkhoze di cui abbiamo detto, e Cristina Gherasimov, vice-prima ministra della Moldavia, Henry Farrell, della Johns Hopkins University e Kim Ghattas, The Atlantic e Financial Times, che ha scritto Black Waves, e la scrittrice italiana Andrea Marcolongo.

Saint-Vincent in diretta, dunque, su France Culture, per due giorni al mattino.

La grande visibilità europea per la Valle d’Aosta, e per le Alpi

E poi i media. La notizia del summit continua a rafforzarsi nella comunicazione nei singoli Paesi: da Le Monde a El País al Süddeutsche Zeitung e in Italia su La Stampa, Ansa, Corriere della Sera. Nell’edizione del 2025, c’erano corrispondenti o moderatori di dibattiti di Le Monde, Paris Match, Ansa, Financial Times, The Atlantic, Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera, Politico Europe, Die Presse.

I dettagli, inoltre, illustrano la cura che c’è stata. Per l’evento del 2025, Le Grand Continent ha anche distribuito nelle sale un giornale stampato in formato tabloid, in inglese, da accompagnamento e relax.

Era uno strumento di comunicazione anche quello. C’erano articoli sui ritratti di Turner in Valle d’Aosta, una parte su Federico Chabod di Carlo Ginzburg, il nesso tra il Graal e la Grolla valdostana descritto da Anne Paupert della Sorbona, e i confini che si spostano del geografo Michel Foucher.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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