La redazione di Nos Alpes propone quattro libri, due in italiano e due in francese, che meritano di essere regalati e letti durante le vacanze. Sono titoli diversi, e anche per natura, ma il cui legame si capisce nel presente e nella loro dimensione straordinariamente umana.

Due hanno una dimensione globale: il nuovo romanzo di Emmanuel Carrère, premiato il 6 dicembre 2025 con il Grand Continent sul Piccolo Cervino, e quello di Luigi Chiarello, un giallo alimentare che include momenti narrativi ambientati in Valle d’Aosta.

Gli altri due parlano di persone e di treni: il racconto di Giuseppe Arena, che ha combattuto (e combatte) nell’apertura del mercato ferroviario in Italia, e i percorsi di scoperta di Olivier Ciucci, che attraversa in treno l’arco alpino, grazie a un progetto editoriale costruito da gente che innova e costruisce.

Abbiamo incontrato e abbiamo parlato con tutti e quattro gli autori: questo articolo è anche un suggerimento a leggerli.

Kolkhoze di Emmanuel Carrère, nella storia europea

Emmanuel Carrère torna con un libro importante bello alla forma del romanzo autobiografico con Kolkhoze. Si fa proprio leggere, tra vicende della sua famiglia, Novecento europeo, mille instabilità e grandi caratteri. Al centro del racconto c’è il rapporto con la madre, Hélène Carrère d’Encausse, la storica francese, e poi la scrittura come forma di resistenza, memoria e riconciliazione.

Il libro ha ricevuto il Prix Médicis e il Premio Grand Continent 2025, assegnato sul Piccolo Cervino, a 3883 metri di altitudine al confine tra Italia e Svizzera. Bisogna anche leggere il discorso che ha pronunciato per l’occasione, al sole e al freddo di quella quota.

Emmanuel Carrère, Kolkhoze, Éditions P.O.L

Il treno non passa una volta sola: Giuseppe Arena

Nel suo libro Il treno non passa una volta sola, Giuseppe Arena racconta la sua esperienza di imprenditore ferroviario indipendente. Fondatore di Arenaways, Arena ha sfidato il monopolio del trasporto passeggeri in Italia, nella fase di prima apertura del mercato, concorrenza (brutale) e la sua innovazione a favore del passeggero. C’è una dimensione personale e politica: passione per il treno come strumento, ma anche di battaglie burocratiche, strategie e tenacia, capacità di risollevarsi, anzi: di non cadere mai. Oggi il treno viaggia: il figlio Matteo Arena dirige l’impresa che ha rilanciato il servizio passeggeri tra Savigliano e Cuneo e ha persino portato, il 14 dicembre 2025, un treno della neve da Torino a Limone Piemonte. E Giuseppe Arena c’è sempre, e bisogna sentirlo parlare, come bisogna leggerlo.

Giuseppe Arena, Il treno non passa una volta sola, Piemme

Voyager en train dans les Alpes: Olivier Ciucci

Scritto da Olivier Ciucci insieme a Gwénaëlle Michels e Victor Gérard, Voyager en train dans les Alpes è una guida pratica e narrativa che invita a riscoprire il viaggio ferroviario tra Francia, Svizzera, Italia, Austria, Germania e Slovenia. Olivier scrive pezzi d’incanto per Nos Alpes, ed è una persona piena di vita, che bisogna ascoltare, perchè ci porta nei luoghi giusti, e con un buon punto di vista.

Il volume propone trenta itinerari attraverso le Alpi, con informazioni su treni panoramici, offerte locali, collegamenti internazionali e possibilità per chi viaggia con bici o zaino. Il libro poi non viene da un collana di una grande casa editrice. È parte di un progetto editoriale, Voyager en train, fatto da due persone per bene, coraggiose e innovative. Promuove la mobilità sostenibile e la lentezza del viaggio in treno, e propone guide per viaggiare in Francia e in Europa.

Olivier Ciucci, Voyager en train dans les Alpes, Voyager en train

Nel nome del pane: un giallo tra cibo, fede e potere, di Luigi Chiarello

Nel nome del pane è un romanzo ibrido che fonde il thriller con il reportage, scritto dal giornalista Luigi A. Chiarello. La trama è costruita come un’indagine ma si apre a riflessioni più ampie sul cibo, la sua storia e il suo futuro. Luigi è una penna importante di italia oggi, dove ha molto sviluppato il tema agricolo e alimentare, ma dove scrive anche di geopolitica e di economica.

Il romanzo intanto è coinvolgente e si fa proprio leggere. Poi, mentre si scorrono le vicende, si incrociano i temi delle carni sintetiche, delle intelligenze artificiali, dei confronti tra vegani e onnivori. Il racconto ha anche un legame diretto con la Valle d’Aosta, dove si svolgono alcune scene, ed è bello ritrovarsi in quelle pagine. È un libro che si legge come un noir ma che parla, che pone dubbi: “Chi controllerà il cibo, controllerà il mondo?”.

Luigi A. Chiarello, Nel nome del pane, Guerini e Associati

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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