L’Unione europea ha adottato un piano d’azione riveduto per la strategia macroregionale della regione alpina (EUSALP), che riguarda principalmente la sua organizzazione, cioè la governance.
Il nuovo documento, dell’11 dicembre 2025 (COM 2025 / 750) approvato a livello dell’Unione, ed elaborato dalla Commissione europea insieme ai sette paesi coinvolti, non modifica le priorità generali della strategia ma interviene nel rafforzamento dell’impulso politico, rendendolo tra l’altro più visibile e riconoscibile, anche nelle responsabilità.
La strategia per la regione alpina (Eusalp), che deriva da una decisione della Commissione europea del 2015, al pari di altre strategie macroregionali europee, coinvolge 48 regioni di cinque Stati membri (Italia, Francia, Germania, Austria e Slovenia) e due Paesi terzi (Svizzera e Liechtenstein).
Mira a promuovere uno sviluppo sostenibile, competitivo e coordinato attraverso un processo partecipativo e decisionale a favore di un’area in cui vivono circa 80 milioni di persone.
Dieci anni di EUSALP, un grosso centro di formazione per i politici locali e regionali
A osservarla dopo dieci anni, EUSALP ha avuto il merito di aver svolto un grosso processo di formazione per il livello politico, in particolare nelle persone dei politici locali coinvolti.
Si è trattato principalmente di un processo di allineamento e di diffusione di principi politici promossi a livello europeo e da diversi Stati membri, tra transizione digitale e delle mobilità, turismo nel quadro del cambiamento climatico, miglioramento dell’accessibilità, sviluppo territoriale ed economico.
Alcuni progetti hanno reso poi in parte visibili tali principi, come casi dimostrativi. Espressioni come “smart villages” o “turismo quattro stagioni”, o altre emerse anche in altri ambiti, sono state rilanciate da EUSALP.
Il momento chiave, ogni anno, è stata l’Assemblea generale, a cui partecipano i rappresentanti politici accompagnati dai funzionari, a sua volta affiancata da un Forum Annuale, a cui si aggiungono associazioni anche importanti, come CIPRA, esperti e portatori di interesse, per un totale di circa 500 partecipanti.
Vengono prodotte dichiarazioni e documenti di orientamento, con un qualche ritorno applicativo nei singoli Paesi e Regioni, ma senza che si possa stimare o quantificare un impatto generale di un simile grande processo.
La scarsa visibilità e i dubbi sulla sua incidenza
Sul piano della mobilità, per esempio, il flusso di voli aerei (charter), per esempio dal Regno Unito, per raggiungere le grandi stazioni di sci di tutte le Alpi, sembra in incremento, mentre le aree montane meno abitate e sviluppate beneficiano di politiche di adattamento costruite sul piano nazionale o regionale più che europeo, con gli strumenti e gli esiti più diversi.
Nell’insieme, considerato che il momento politico più importante era limitato a un evento all’anno (Assemblea generale e Forum), la tendenza di Eusalp è passata progressivamente negli anni alla continuità sul piano amministrativo, delle riunioni tra funzionari, articolate dai Gruppi di azione. Nella stampa e nei media, tolta la doverosa informazione che la stampa locale porta all’evento annuale, e in particolare nel rilancio delle dichiarazioni dei singoli politici al loro ritorno a casa, EUSALP è rimasto un soggetto sostanzialmente di poco interesse.
Un tentativo di dar forza all’iniziativa è comunque in corso da anni, considerate le potenzialità. Per esempio nel 2023, EUSALP si è dotata di un segretariato, che svolge attività ora quotidiana.
Stessi obiettivi, ma ora che con delle “missioni” affidate a dei rappresentanti politici
Così, dopo dieci anni, la Commissione Europea, dopo aver consultato i Paesi, ha proposto e adottato un piano d’azione che rivede un po’ la governance. Gran parte resta identica, in particolare nei contenuti.
Si cerca piuttosto di rafforzare l’indirizzo politico e quindi la forza del processo, la sua capacità di produrre risultati. Il piano d’azione riveduto mantiene gli obiettivi già fissati dieci anni fa, nel 2015, articolati in tre pilastri: crescita economica e innovazione, mobilità e connettività, ambiente ed energia.
La principale innovazione riguarda l’approccio “per missioni”, sul modello di altre esperienze europee, come quella dei Corridoi di trasporto transeuropei, che hanno ognuno un rappresentante politico che li rappresenta e li guida.
Ogni “missione” affronterebbe “sfide comuni a tutto l’arco alpino“, definendo obiettivi “concreti e realistici“. Le missioni saranno appunto guidate da un relatore politico nominato dall’Assemblea generale EUSALP. Bisognerà attendere quindi quella di fine del 2026, durante la presidenza della Baviera, per il loro avvio.
Il rappresentante politico agirà in coordinamento con i Gruppi d’azione già esistenti (e confermati all’Assemblea generale di Innsbruck del 25 e 26 novembre 2025) e il comitato esecutivo di EUSALP.
Lo scopo sarebbe di rafforzare l’indirizzo, dare maggiore impulso, e rendere riconoscibile chi fa cosa, con una visibilità più chiara delle attività e delle “responsabilità”.
Per essere precisi, nel linguaggio europeo nella comunicazione della Commissione europea, forse per prudenza, si usa piuttosto l’espressione “titolarità”, che è un passo prima di “responsabilità”.
Un sistema di governance in parte rivisto
Il piano d’azione riveduto aggiorna parzialmente il quadro di governance, con qualche inserimento e qualche conferma. Inizialmente articolato su tre livelli – Assemblea generale, Comitato esecutivo e Gruppi d’azione tematici – il sistema è stato progressivamente ampliato con nuove strutture.
Nel 2023, (su una decisione del 2021, dunque due anni dopo) è stato costituito un segretariato finanziato dal programma Interreg Spazio Alpino. Ha sede a Nizza, e ha contribuito a riequilibrare il peso austriaco-tedesco, che incide in modo importante anche sul programma Spazio Alpino. Il segretariato è composto da 7 persone, di cui due addette alla comunicazione.
La revisione del 2025 di Eusalp rivede e integra formalmente istanze nuove o che esistono già nella pratica:
- il “trio” di presidenza, tra la presidenza uscente, quella in carica e quella futura;
- il comitato dei leader dei gruppi d’azione, per far parlare i gruppi delle aree tematiche;
- i coordinatori nazionali, che diventano punto di contatto nei rispettivi Paesi, nel senso che per ogni Paese, per ogni iniziativa, da lì bisognerà passare, per coordinamento e facilitazione. Sono costruiti sul modello di alcuni programmi europei a gestione diretta, e hanno un effetto di centralizzazione, spesso statale più che regionale, e di coordinamento nazionale tecnico-politico.
I gruppi d’azione, composti da esperti e portatori di interesse, continuano a sviluppare progetti, mentre i piani di lavoro triennali definiscono i loro argomenti di lavoro.
I tre temi e come trovare i soldi per i progetti
Il piano conferma i tre ambiti di intervento della Strategia, a cui abbiamo accennato.
Il primo, crescita economica e innovazione, mira a costruire un’economia circolare e neutra dal punto di vista climatico, sostenendo ricerca, trasferimento tecnologico e formazione in settori chiave come agricoltura di montagna, silvicoltura ed energia.
Il secondo pilastro, mobilità e connettività, promuove il trasporto intermodale, l’interoperabilità e l’accesso digitale ai servizi pubblici, con particolare attenzione alle aree periferiche.
Il terzo, ambiente ed energia, affronta la gestione sostenibile delle risorse naturali, la connettività ecologica e la transizione energetica, incoraggiando soluzioni basate sulla natura e una cooperazione più efficace nella gestione dei corsi d’acqua transfrontalieri.
La revisione della strategia esprime un auspicio e propone un coordinamento sugli strumenti finanziari, che emerge negli stessi progetti di Spazio Alpino. Si tratterebbe allora di sostenere i progetti per mezzo di altri strumenti europei oltre a Interreg Spazio Alpino, come i programmi di sviluppo regionale FESR, o quelli agricoli e rurali, ma anche con Erasmus+ o InvestEU.
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