Prende il nome di VIAPAC, per esteso Via Per l’Arte Contemporanea, l’itinerario artistico transfrontaliero disseminato di una serie di opere di grandi artisti che collega Digne-les-Bains, in Francia, a Caraglio, in Italia. Su di una lunghezza di 200 chilometri dipanata essenzialmente nella Valle Stura e nell’Alta Provenza, il percorso è stato realizzato negli anni da artisti italiani e francesi ma anche svizzeri, statunitensi, inglesi, uno svizzero, tedeschi e belgi. Ciascuno di essi ha contributo alla creazione e all’installazione di allestimenti di fattura contemporanea ma perfettamente inseriti nel contesto alpino, siano essi en plein air oppure ospitati all’interno di edifici parte del patrimonio culturale locale.

La VIAPAC si snoda dapprima da Borgo San Dalmazzo, sede della Cappella seicentesca di Sant’Anna ora destinata a centro espositivo e didattico dedicato alla Shoah, sino a Roccasparvera: qui, presso la Cappella di San Rocco e San Sebastiano di frazione Castelletto, è possibile ammirare la scultura in alluminio lucidato “Shell” confezionata dal belga Pascal Bernier a rappresentare una gigantesca conchiglia di San Giacomo.

Si prosegue poi verso Moiola, il cui Centro Saben è sede della mostra permanente “Il Contrabbandiere di immagini”, la quale attraverso fotografie e video narra delle vicende di un criminale arrestato dalla Guardia di Finanza vicino alla frontiera franco-italiana. Mentre la scultura in marmo, bronzo e ottone di Demonte dal titolo “Rinascimentale mentale” si ispira alla scrittrice Lalla Romano, lungo il borgo di Aisone sono stati collocati sette cervi parte del “Monumento ai cervi della Valle Stura”.

Alfine, Vinadio fa da cornice ai giganti Ugo, due enormi figure in acciaio e fibra di vetro dipinte in verde e rosa poste dinnanzi all’ingresso del Forte Albertino a simboleggiare proprio la VIAPAC. Il sentiero artistico si conclude sul lato italiano sul Colle della Maddalena, dove il plastico “Table-relief” ricrea il territorio della Valle richiamando le tabelle orientative tipiche delle zone di montagna.

La VIAPAC

Traslando al versante francese, presso il forte dell’omonima località di Saint-Vincent-les-Forts è spontaneo ammirare “Comme un noyaux, voyage de l’esprit” (“Come un nucleo, viaggio dello spirito”), la miniatura del Fort Vauban ricreata dopo un sorvolo in deltaplano da Jean Luc Vilmouth. Nelle celle della fortezza della vicina Seyne-les-Alpes si trova imvece un allestimento di Mark Dion che richiama il letargo dell’orso sino alla primavera.

La VIAPAC continua ancora verso Le Vernet, dove all’interno del complesso turistico Lou Passavous sorge il suggestivo “Mille plaueaux-repas” (volutamente intraducibile), che riproduce alcuni realistici tavoli da pic-nic. Sulle pendici del piccolo borgo abbandonato di Vière si incontra “Edge-stones” dello statunitense Richard Nonas, lunghe file di pietre bianche a collegamento dei diversi punti di interesse del villaggio.

Poco distante, nelle Valli della Bléone e del Bes, spiccano gli “Hydrophythèques” (“Idropitechi”) dello spagnolo Joan Fontcuberta, incisioni nella roccia di ominidi acquatici vissuti nel Miocene. Anche la sezione francese volge al termine a Digne-les-Bains con il monumentale allestimento di Paul-Armand Gette, una serie di pannelli utilizzati in fitosociologia che indicano nove punti di una linea ideale che collega la cittadina ad Auzet.

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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