Si è chiuso con oltre 17 mila presenze il Salone del vino di Torino, svoltosi dal 2 al 4 marzo presso due luoghi simboli della città piemontese, le OGR-Officine Grandi Riparazioni di Corso Castelfidardo e il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano. La seconda edizione della rassegna ha quest’anno coinvolto più di 500 cantine provenienti dall’Italia e dal mondo; tra di esse spiccavano le realtà enologiche del Piemonte, dall’Alto Piemonte alla Val di Susa passando per la regione del Pinerolo e le colline di Novara, dal Canavese all’Alto Monferrato passando per la zona di Asti.

Il Salone del vino di Torino

Il Salone del vino di Torino ha preso il via con una settimana di eventi off, ovverosia diffusi in tutta la città dal 27 febbraio al 1° marzo, registrando il sold out prima dell’apertura ufficiale delle porte.

Sabato 2 marzo si è tenuto un panel su sostenibilità ambientale e cambiamenti climatici in relazione al mondo del vino e dell’enogastronomia insieme a Mario Tozzi, primo ricercatore CNR e divulgatore scientifico, Chiara Foglietta, assessora comunale alla Transizione ecologica e alle politiche per l’ambiente, e i docenti Luca Giorgio Carlo Rolle e Paolo Sabbatini del dipartimento di Scienze agrarie, Fforestali e alimentari dell’Università degli Studi di Torino. L’incontro ha fatto da apripista alla nascita di un comitato scientifico di esperti sull’intera filiera in collaborazione con il Dipartimento di Management del medesimo ateneo.

La giornata di lunedì 4 marzo è stata invece dedicata agli operatori professionali del settore con la partecipazione di tante aziende del territorio, enoteche, ristoratori e buyer provenienti da Danimarca, Germania e Olanda con l’intento di una promozione enoturistica nazionale e internazionale sostenuta da Unioncamere Piemonte.

Le aziende del Salone del vino di Torino

Novità di questa edizione 2024 del Salone del vino di Torino è stato il coinvolgimento della Regione autonoma Valle d’Aosta invitata come regione ospite. Attraverso una collaborazione tra l’assessorato regionale Agricoltura e risorse naturali, il Consorzio Vini e la Chambre Valdôtaine, essa ha partecipato all’evento con uno spazio istituzionale, presso le OGR, dedicato alla presentazione del comparto vitivinicolo valdostano e un’area per la vendita di vini.

Presente anche, accanto alle numerose aziende originarie del Piemonte, l’associazione nazionale Le Donne del Vino con quattordici realtà tutte a condizione femminile nonché, sul versante liquori, diciannove distillerie facenti capo al Consorzio Tutela Grappa del Piemonte e Grappa di Barolo.

Un circuito enogastronomico regionale

Il Piemonte, in particolare, si conferma seconda regione a livello nazionale con una produzione di vino pari a circa 2,06 milioni di ettolitri. In termini di fatturato essa ha chiuso il 2023 con un giro d’affari di 1,4 milioni di euro (erano 1,2 milioni nel 2022). Bene anche l’export con oltre il 60% delle etichette destinate ai mercati esteri (70% a Paesi europei e 30% a nazioni extra-UE).

La Regione sostiene la filiera vitivinicola con lo stanziamento di circa 20 milioni di euro per l’annualità 2023/2024 finalizzato all’internazionalizzazione delle aziende piemontesi. Risorse che prevedono 8,4 milioni di euro per la misura promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi, 6,9 milioni di euro per la misura ristrutturazione e riconversione dei vigneti e 3,8 milioni di euro per la misura investimenti.

In tale senso, il Salone del vino di Torino si pone l’obiettivo di promuovere l’intero patrimonio enogastronomico piemontese. Per esempio grazie al progetto Mangé BinPiemonte in tavola, in seno al quale fino al 17 marzo all’interno di 51 ristoranti della città e provincia si potranno degustare ricette tradizionali e vini regionali con omaggi per i partecipanti alla rassegna. I locali dovranno garantire che almeno il 60% dei piatti offerti siano tradizionali della cucina piemontese e che almeno il 60% dei vini serviti provengano dal territorio regionale.

Classe 1990 nato ad Aosta. Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Studia presso l'Université Paris Descartes di Parigi per il programma Erasmus e l'Université Catholique de Louvain a Bruxelles dove consegue un master in studi europei. Ha collaborato con diverse riviste specializzate sul tema della geopolitica. Scrive per Nos Alpes da gennaio 2024

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