Se 40 anni or sono Guillaume Desmurs era un ragazzino savoiardo che saltava di gioia per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 1992 ad Albertville, oggi egli guarda al ritorno dei Giochi nel suo Paese con sguardo critico e disilluso. E proprio da un contrastante contesto personale ed emotivo dove l’entusiasmo ha ceduto il porto all’indifferenza nasce “Le crépuscule des Jeux” (“Il crepuscolo dei Giochi”).

A metà strada tra indagine giornalistica e grido di allarme, il saggio indaga, confronta e interroga la candidatura francese unica e priva di dinamiche concorrenziali per il più noto appuntamento sportivo stagionale al mondo. Mirando, con gli occhi del suo autore, a smascherare una costruzione a suo avviso frettolosa, priva di reale consenso popolare e sostenuta per opportunismo più che per visione a lungo termine.

Il volume, che offre il solo e non esauriente punto di vista del suo scrittore, è stato edito dalle Éditions Paulsen nel febbraio di quest’anno per la collezione “Montagne” (“Montagna”). Esso è acquistabile nella sezione dedicata del sito web della casa al prezzo di 22,00 euro per la versione cartacea o al prezzo di 13,99 euro per la versione digitale.

Candidature olimpiche: tra retorica e realtà

Dietro l’apparente successo dell’assegnazione del diritto di ospitare le Olimpiadi si cela, secondo Guillaume Desmurs, una realtà complessa nella quale il fascino dei Giochi si intreccia alle ripercussioni del cambiamento climatico sulla montagna. Quello che viene a mancare a suo parere è una strategia chiara per preparare le Alpi ai mutamenti metereologici, economici ed energetici del prossimo futuro nonché per affrontare l’imminente crisi del turismo invernale.

Egli guida con rigore e ironia tra le contraddizioni di un progetto che sembra ignorare i segnali più evidenti del presente, fiondandosi verso un modello basato sullo sci di massa che, già in forte crisi, viene qui esposto nella sua fragilità. Il tutto con l’occhio del giornalista esperto di sport outdoor, direttore di riviste di montagna, autore di volumi nei quali affronta con lucidità la crisi del modello turistico delle stazioni sciistiche.

La storia delle Olimpiadi secondo Guillaume Desmurs

Uno degli aspetti più affascinanti de “Il crepuscolo dei Giochi” coincide con il confronto con episodi del passato, in particolare il caso delle Olimpiadi invernali del 1976, assegnate a Denver e poi rifiutate dalla popolazione tramite referendum. Un precedente che oggi sembra impensabile ma che rivela quanto sia stato e sia forse tuttora possibile mettere in discussione progetti che non rispecchiano l’interesse collettivo.

Il libro si conclude con una domanda che resta sospesa: i Giochi del 2030 rappresenteranno davvero una opportunità per i territori alpini, anche con l’ombra della crisi climatica che aleggia su di essi?

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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