Tra il mese di giugno e il mese di settembre prossimi, gli appassionati ciclisti avranno di che cimentarsi tra strade e colli delle Alpi di Alta Provenza grazie all’operazione “Cols et routes réservés aux cyclistes” (“Colli e strade riservati ai ciclisti”). La seconda edizione dell’iniziativa prevede in sostanza la chiusura temporanea (tra le 9 e le 12) al traffico motorizzato di sette colli alpini e due strade panoramiche, che vengono così riservate gratuitamente ad amanti delle due ruote di tutte le età e di tutti i livelli.
Strade e colli per i ciclisti nelle Alpi di Alta Provenza
Il progetto “Colli riservati” ai ciclisti nelle Alpi di Alta Provenza si articola, come detto, su nove giornate, ciascuna dedicata a un percorso iconico poco trafficato e perciò più sicuro nonché con vista su paesaggi emblematici.
Si comincia mercoledì 18 giugno con il Col de Félines (Entrevaux, 2 chilometri, 4,9% di pendenza) e mercoledì 2 luglio con il Col de Puimichel (vicino a Dignes-les-Bains, 7,6 chilometri, 4,8% di pendenza). Gli appuntamenti proseguiranno poi per tutto il mese di luglio tra mercoledì 9 con il Col de Fontbelle (vicino a Sisteron, 26,2 chilometri, 3,7% di pendenza), mercoledì 16 con il Col du Corobin(Tra la Valle dell’Asse e la Valle della Bléone, 14,6 chilometri, 4,4% di pendenza) e mercoledì 23 con il Col du Fanget (regione di Serre Ponçon, 7,6 chilometri, 5% di pendenza).
Le date previste ad agosto saranno ancora due, ovverosia giovedì 7 al Col de Vars (Briançon, 18,9 chilometri, 5,9% di pendenza) e mercoledì 27 al Col des Champs (tra Valle de Var e Valle del Verdon, 11,5 chilometri, 7,1% di pendenza). Seguiranno, rispettivamente domenica 21 e venerdì 26 settembre con apertura prolungata sino alle 14, la Route des Clues de Barles (tra Verdaches a Digne-les-Bains) e la Route des Crêtes (attraverso le creste del Grand Canyon di La Palud sur Verdon).
Sicurezza, convivialità e rispetto per l’ambiente
I “Colli riservati” ai ciclisti delle Alpi di Alta Provenza rispondono a una duplice esigenza: da un lato la crescente passione per il ciclismo e il turismo attivo, dall’altro lato la necessità di proteggere il patrimonio naturale e ridurre l’impatto ambientale. Pedalare in montagna senza utilizzare la propria automobile consente non soltanto di godersi il paesaggio in tranquillità bensì anche di limitare le proprie emissioni di CO2 e l’inquinamento acustico prodotto.
Oltre alla promozione di una forma di mobilità quanto più possibile dolce e rispettosa della natura, si somma una componente di sicurezza legata alla morfologia di molte delle strade francesi di montagna, spesse volte prive di guard rail di protezione. Su queste vie strette e serpeggianti, l’assenza di traffico motorizzato riduce i rischi, in particolare per i ciclisti che le percorrono in discesa, senza tuttavia per questo dovere rinunciare a comportamento prudente ed equipaggiamento adeguato.
Un modello in via di diffusione sulle Alpi
Quella delle Alpi di Alta Provenza dei colli aperti ai ciclisti non è tuttavia una iniziativa isolata: eventi simili vanno moltiplicandosi su tutta la catena delle Nostre Alpi, divenendo strumenti di promozione turistica sostenibile dotati di un impatto positivo su economia, salute e ambiente.
Similarmente, l’anno passato sono stati riservati alle due ruote alcuni passi in Alta Savoia quali il Col de la Madeleine (tra la Valle della Tarentaise e la Valle della Maurienne), il Col Galibier(sulle Alpi del Moncenisio) o il Colle dell’Iséran (anche esso tra la Valle della Tarentaise e la Valle della Maurienne). Tra Cantone del Vallese e Canton Vaud viene regolarmente predisposta “La montée cycliste” con salite libere dal traffico, eventi promozionali e degustazioni locali, mentre nel Cantone dei Grigioni si tengono i cosiddetti “Bike days”.
Spostandosi in Italia, ancora, le iniziative sono perlopiù presenti in Trentino Alto Adige con il “Sellaronda bike day” (tra Val Gardena e Val Badia, nelle Dolomiti) e in Lombardia con lo “Stelvio bike day”.
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