La pratica dell’allevamento di bovini da latte e da carne è il fulcro del progetto Interreg Alcotra Francia-Svizzera 2021/2027 “PRoSCoR”. Parte della linea di programmazione “Ricerca e innovazione, utilizzi digitali”, esso si occupa di sondare la competitività nell’utilizzo delle risorse alimentari all’interno dell’area transfrontaliera.
Il progetto in breve
Il progetto “PRoSCoR” è stato finanziato per 1.064.816 euro (1.060.876 franchi svizzeri), di cui 603.185 euro (600.954 franchi svizzeri) per la Svizzera e 461.631 euro (459.922 franchi svizzeri) per la Francia; di questi 369.304 euro di parte francese provengono dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e i restanti 480 mila franchi svizzeri provengono da fondi federali (240 mila franchi svizzeri) e da fondi cantonali (240 mila franchi svizzeri).
L’iniziativa ha preso il via nel mese di dicembre del 2023 e dovrebbe potersi concludere entro la fine del mese di agosto del 2026. A guidarla sono per la Francia l’Institut de l’Élevage (Istituto dell’Allevamento) e per la Svizzera il centro di competenza agricola per il Cantone Fruburgo denominato Grangeneuve. Vi collaborano anche l’azienda di supporto specialistico ACSEL Conseil Élevage e l’Insitut National de Recherche pour l’Agriculture, l’Alimentation et l’Environnement (INRAE, Istituto Nazionale per l’Agricoltura, l’Alimentazione e l’Ambiente) sul versante francese; sul versante invece svizzero vi prendono parte l’azienda di supporto specialistico ProConseil e l’Haute école des sciences agronomiques, forestières et alimentaires (Alta scuola di scienze agronomiche, forestiere e alimentari) di Zollikofen.
“PRoSCoR”
L’acronimo “PRoSCoR” gioca su alcune delle lettere che compongono la domanda “Proteine e Superficie: quale Competizione nell’utilizzo di queste Risorse da parte degli allevamenti di bovini da latte e carne nella zona transfrontaliera franco-svizzera?”.
Più nello specifico, il progetto di ricerca collaborativa vuole sondare la possibilità di servirsi di elementi quali proteine e superficie coltivabile per la produzione di mangimi per il bestiame e di conseguenza anche di alimenti per l’uomo. Questo sarà reso possibile dall’organizzazione di simulazioni individuali e scambi tra allevatori finalizzati a redigere e diffondere specifiche linee guida orientate a una maggiore sostenibilità tecnica, economica e ambientale.
In aggiunta, verrà sviluppata una serie di documenti a descrizione dei livelli di concorrenza nei sistemi locali e delle leve potenzialmente utili per incrementare il loro posizionamento sul mercato. I produttori agroalimentari dell’area target potranno attingere a tali strumenti per rafforzare il senso identitario del proprio marchio nonché eventualmente per approcciarsi alla richiesta di riconoscimenti DOP.
Massimizzare l’efficienza delle aziende agricole di tali territori pilota permetterà, in ultima analisi, di adottare un differente e più consapevole approccio sia ai cambiamenti climatici sia alle difficoltà che essi provocano su tutto il comparto.
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