Nella giornata di mercoledì 5 giugno quattro aerei da combattimento F/A-18 svizzeri sono atterrati sull’autostrada A1 tra Payerne e Avenches (nel cantone di Vaud).
Si è trattata di un’esercitazione di atterraggio e decollo delle Forze aeree, denominata «Alpha Uno», che ha provocato la chiusura del tratto autostradale tra le due località per 36 ore da martedì sera 4 giugno a giovedì mattina 6 giugno. L’esecuzione del test è avvenuta due volte, al mattino e al pomeriggio. Per consentirne lo svolgimento, gli incroci di Payerne e Avenches disponevano di una doppia uscita obbligatoria, con deviazione per i circa 25.000 veicoli che ogni giorno vi transitano.
I vertici militari svizzeri hanno scelto questa sezione di autostrada per la sua prossimità con l’aeroporto militare di Payerne, ma anche perché, nel 1995, la sua costruzione prevedeva l’accoglienza di aerei da combattimento.
L’evento non è stato pubblico, ma circa 300 ospiti hanno potuto per seguirlo da una tribuna allestita per l’occasione.
Il contesto
Una nota del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha precisato che questa esercitazione si è resa necessaria poiché tutti i mezzi delle Forze aeree sono concentrati in soli tre aeroporti militari – Payerne (Vaud), Meiringen (Berna) e Emmen (Lucerna) -, fatto questo che li rende vulnerabili ai sistemi d’arma avversari a lunga gittata.
Per questa ragione delle alternative operative sono state verificate nell’eventualità che i tre aeroporti siano in condizioni critiche.
Seppur annunciata, l’esercitazione si inserisce in un quadro globale di incertezze e ricorda che la situazione continua ad essere tesa alle porte dell’Europa. La Svizzera ha realizzato test analoghi, infatti, varie volte durante la Guerra Fredda, ma era dal 1991 che aerei da combattimento non atterravano su un’autostrada in Svizzera. L’ultima volta avvenne a sud delle Alpi nei pressi di Lodrino (cantone Ticino). L’esercitazione, guidata da Rolf Imoberdorf, colonnello e capo del progetto “Alpha Uno, non è quindi banale. La situazione geopolitica, negli ultimi anni, è cambiata e le risorse destinate al potenziale militare continuano ad aumentare.
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