Il processo di riunificazione delle forze autonomiste della Valle d’Aosta che si erano progressivamente allontanate, e anche combattute, nel corso quasi venti anni, si è completato domenica 16 giugno, a Saint-Vincent, con il simbolo dell’Union Valdôtaine. Il processo è stato avviato formalmente il 18 maggio 2023, ma il vero percorso di collaborazione e i nuovi toni di dialogo si sono sviluppati negli ultimi anni attraverso la pratica concreta di governo e nella maggioranza del Consiglio Valle.

Le ragioni della réunion

Vi sono due ragioni principali che hanno spinto alla riunificazione dopo le scissioni degli anni passati. Il primo e probabilmente più importante è nel ricambio generazionale e di rappresentanti politici. Oltre a un importante gruppo di esponenti che oggi sono esterni alle istituzioni, per quanto, influenti ed attivi, va infatti registrato il ritiro dalla politica, per ragioni di salute, di Augusto Rollandin, grande protagonista degli anni dei maggiori contrasti.

Il suo ruolo è diventato progressivamente meno rilevante a partire dal 2017, con l’ultimo suo governo regionale. Ne sono seguite varie occasioni di convergenza per decisioni poi adottate in Consiglio o nel governo regionale, dai trasporti all’economia. Ci è voluto del tempo comunque: la transizione è stata infatti complicata dalle eredità e dai conflitti accumulati, tanto da produrre all’inizio una certa fatica amministrativa.

La seconda ragione risiede nella perdita di ruolo politico dell’area autonomista, anche come conseguenza di un’azione pubblica in parte erratica. Al parlamento nazionale, la Valle d’Aosta esprime un senatore e un deputato, eletti in un collegio uninominale. Nelle ultime due elezioni politiche, i partiti nazionali italiani ne hanno ottenuto uno: da parte del Movimento 5 Stelle alla Camera nel 2018 e da parte della Lega Salvini al Senato nel 2022. In Consiglio regionale l’area autonomista è scesa per numero di rappresentanti, e i conflitti consentivano di creare maggioranze limitate, spesso in un rapporto 18 a 17 su 35 consiglieri.

Cosa significa

La ricostituzione del movimento dovrebbe consentire non solo la formulazione di un programma e un’azione politica più duratura e più netta, ma anche di aumentarne la leggibilità da parte degli interlocutori della Regione e degli stessi cittadini.

Il periodo dei contrasti avevano visto esponenti storici non rinnovare l’iscrizione all’Union Valdôtaine e intere località delle valli laterali votare altri movimenti e partiti, in segno di scontento. A seconda del contesto politico nazionale italiano, hanno votato anche la Lega Nord, ancora nella sua versione “autonomista”.

Nel suo complesso la Valle d’Aosta ha tenuto, sia sul piano economico che nelle relazioni con lo Stato. Ci si potrà aspettare ora posizioni più autonome, anche rispetto all’adeguamento alle norme e indirizzi nazionali, spesso poco adatti al contesto locale e a politiche sempre più centralizzate, a partire dal PNRR, il Recovery plan post-pandemia NextGenEU.

Le forze che si sono riunite

Nella convergenza che ha condotto alla Réunion vi sono tre gruppi di forze, che si sono articolate in molti modi nel corso degli anni. L’Union Valdôtaine propriamente detta comprende coloro che hanno fatto parte dell’epoca Rollandin e coloro che comunque non l’hanno lasciata malgrado le tensioni interne. In secondo luogo, un’area progressista e verde è nata dalla composizione di un prima scissione dall’UV di Aosta Viva nel 2005 e da altre componenti unioniste. Sono giunte infine a un movimento denominato Alpe, da cui col tempo sono usciti i verdi propriamente detti. La terza componente è quella dell’Union valdôtaine progressiste (UVP). Si tratta di una frattura dell’Union più recente e legata all’avvicinamento dell’UV di Rollandin a Forza Italia e al Popolo delle libertà di Silvio Berlusconi.

Le due aree della prima e della seconda scissione si erano poi riunite, nel 2019, in Alliance Valdôtaine. Una quarta componente, con la presenza importante di Luciano Caveri, è Vallée d’Aoste Unie, a sua volta ricomposizione di forze minori. Nei tempi recenti, queste componenti costituivano un unico gruppo politico all’interno del Consiglio regionale, in maggioranza con l’Union valdôtaine.

Vi sono altre componenti più piccole che non hanno partecipato alla Réunion. La forza di attrazione dell’Union conterà nei tempi a venire anche nei loro confronti. Si tratta del gruppo consiliare lasciato da Rollandin, Pour l’Autonomie (che è in maggioranza regionale), degli indipendentisti di Pays d’Aoste Souverain, e del Rassemblement valdôtain, autonomisti entrati e poi, per i suoi modi centralisti, usciti dalla Lega. Continuerà invece separatamente un’altra forza autonomista, Stella Alpina, per le sue diverse origini come scissione regionalista della Democrazia Cristiana negli anni 70.

Il presidente del movimento dell’Union valdôtaine riunificata è Joël Farcoz. Si parla di Patrizia Morelli come vice segretaria: insieme rappresentano le due aree principali, quella dell’Union e quella delle forze che vi si sono ritrovate.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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